12. Giudicami come preferisci

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Mi svegliai improvvisamente scossa dal continuo bussare alla porta e aprii velocemente gli occhi, ritrovandomi accanto Gavin dormire profondamente.

- Eléna! Sei in ritardo! Di nuovo! - sentii gridare da fuori la camerata.

Riconobbi immediatamente la voce adirata del professor Gemini e girai lo sguardo verso l'orologio.
Era tardissimo, erano già le diciotto passate! Pensai subito che Gemini non me l'avrebbe fatta passare liscia quella volta.

Senza ancora i vestiti addosso, trascinandomi la coperta per coprirmi, corsi impanicata alla porta dell'appartamento.

- P-professore... Io, ecco... Mi scusi... Non - balbettai senza aprire la porta.

- Eléna! apri immediatamente la porta e vieni subito con me! - disse con voce molto alterata.

- Professore, mi perdoni, ho bisogno di un istante, non ho scusanti lei ha ragione... - continuai dall'altra parte della porta, con voce agitata.

- Non voglio sentire ragioni Elena. Esci immediatamente! Mi hai completamente mancato di rispetto! -.

In quel momento vidi Gavin venire verso la porta d'ingresso con un paio di boxer addosso.

- Che sta succedendo? - mi chiese allarmato.

E prima che lo potessi fermare aveva già aperto la porta del suo appartamento.

- C'è qualche problema? - chiese sfacciatamente Gavin, accostandosi alla porta e affrontando in viso il professore.

- Lei, dov'é?! - chiese il professore dopo qualche secondo di silenzio.

- É dietro di me, la faccio rivestire e la mando da lei - disse Gavin sorridendogli e chiudendo la porta prima che Victor potesse controbatte.

Gavin era sempre stato impulsivo e diretto, ed erano sempre state qualità che apprezzavo in lui, ma quella volta diede fiato alla bocca senza ragionare.

Sentii dei passi allontanarsi dal lato opposto della porta e rilasciai un sospiro di sollievo.

- Gavin, ma ti sei bevuto il cervello?! ''La faccio rivestire'', ma cosa ti é venuto in mente?! - Gli urlai contro.

- Ma lo sai che sei proprio carina quando ti arrabbi? - chiese sorridendo dolcemente.

Diventai tutta rossa in viso e lo sorpassai per tornare in camera e rivestirmi, ma lui schiacciò la coperta con un piede e cadde dalle mie mani, lasciandomi completamente nuda.

- Gavin! - gli urlai contro raccogliendo la coperta e chiudendo la porta della stanza.

Mentre mi rivestivo, osservai il letto e ripensai agli istanti meravigliosi che ci avevo appena passato.
Riaprii lentamente la porta della stanza e trovai Gavin seduto sul divano.

- Hai saltato il turno pomeridiano per colpa mia - dissi, prendendo in mano la mia borsa.

- Beh... n'è valsa la pena El - rispose venendo verso di me e accarezzandomi la guancia.

- Devo andare... - gli dissi a malincuore, facendo un passo indietro.

- Sì, lo so – rispose facendo un passo indietro anche lui.

Gli sorrisi e a passo veloce, lasciai la sua camerata. Chiusi la porta dietro di me e chiusi anche i miei occhi, prendendomi un attimo per riprendermi e per prepararmi a ciò che mi aspettava con il professore. Ma voltandomi verso il corridoio per andare a bussare alla porta di Victor, trovai lui, davanti alla sua porta.
Incredula, esitai a parlare e rimasi imbambolata a fissarlo.

Professore, può ripetere? Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora