10. Gelosia ossessiva?

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Dopo la serata al lago con Gavin, passai l'intero weekend in completo isolamento. Staccai la SIM del cellulare e mi concentrai sul romanzo in pubblicazione. Finalmente, dopo tanto tempo, l'ispirazione era tornata ed ero riuscita ad andare avanti una pagina dietro l'altra. Ma ovviamente il lavoro non era concluso, il professor Gemini mi aveva chiesto di portargli ogni progresso che sarei riuscita a portare avanti durante le nostre lezioni private.

Ormai si era fatta sera e dovevo preparare la valigia con le cose da portare in Accademia. Ma fare la valigia per me era sempre stato piuttosto drammatico e chiamai Matilde per farmi dare una mano.
Nonostante mia madre fosse a casa, non le chiesi di aiutarmi, perché sapevo che mi avrebbe risposto dicendo che era una mia responsabilità e quindi un mio problema, ma su Matilde potevo sempre contare.

- Signorina Elena, non si dimentichi il fascicolo delle bozze! Altrimenti non andrá piú avanti con la sua nuova storia! - disse allungandomi la cartellina sulla scrivania.

- Grazie Matilde... Cosa farei senza di te! - dissi chiudendo la valigia e dandole un bacio sulla guancia.

Si era fatto piuttosto tardi e prima di entrare sotto le coperte, inserii di nuovo la SIM nel mio cellulare. Accendendolo, arrivarono le notifiche che mi ero persa negli ultimi due giorni. L'unica che non mi aveva cercata era Hayley, che avevo avvisato prima di staccarmi dal telefono.
Ignorai gli altri messaggi e decisi di chiamarla per sapere com'era andato l'aborto.

"Ei..." mi rispose.

"Come stai?" chiesi.

"Vorrei che ci fosse stato un altro modo"

"Lo so Hayl... Ma ora devi essere forte e andare avanti con la tua carriera. É per questo che lo hai fatto, perció ora tocca rimboccarsi le maniche e non voltarsi indietro"

"Vorrei che tu fossi qui"

"Non c'é Raph con te?"

"Devon gli ha chiesto di stare con lui oggi"

"Giá... A proposito di Devon..."

"É successo qualcosa vero?"

"Non solo qualcosa..."

"Lo avevo dedotto dal tuo ritiro sociale",

"Da domani sera condivideremo la stanza e avremo tutto il tempo per parlare di cosa é successo in questo assurdo weekend"

"Ne ho davvero bisogno"

Quella sera, prima di andare a letto e dormire per l'ultima volta nella mia stanza prima di passare i prossimi nove mesi all'Accademia espressi un desiderio:

"Vorrei riuscire a trovare la risposta da dare a Devon e capire come agire con Gavin" pensai.

Posai il cellulare sul comodino con ancora le notifiche da spuntare e mi addormentai profondamente.

Quella notte, sognai di nuovo Victor, ma non era Victor Gemini il professore di scrittura, era semplicemente Victor, come nel primo sogno che avevo fatto prima di conoscerlo in classe.
Ero seduta sul suo divano con lui accanto, Victor mi guardava e mi ascoltava. Mi teneva la mano e mi ripeteva che tutto sarebbe andato nel modo in cui sarebbe dovuto andare e che io mi sarei dovuta comportare come avevo sempre fatto e non forzare nulla.

Quando mi svegliai il mattino successivo, provai di nuovo un'immensa serenitá avvolgere il mio corpo e la mia mente. Avevo capito cosa dovevo fare, dovevo parlarne con Victor e trasformare il mio sentimento in parole con il suo aiuto.

Professore, può ripetere? Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora