Capitolo 1

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Perdonare significa osare.
Perdonare significa rialzarsi.
Perdonare significa non arrendersi.
Il perdono è un gesto ardito.
È un gesto da veri guerrieri.
E i risultati saranno immensi.
Ivan Nossa, dal libro Il Potere e la Magia del Perdono

Molti la chiamano voglia di cambiare.
Voglia di trovare qualcosa di diverso in un mondo completamente identico.
Uno spiraglio di luce nell'oscurità, ma nessuno si è mai reso conto che senza l'oscurità non ci sarebbe la luce.
Senza l'uguale non ci sarebbe il diverso.
Senza la tristezza non ci sarebbe la felicità.
Senza la morte non ci sarebbe la vita.
Senza l'Odio non ci sarebbe l'Amore.

Forse, era proprio quello l'anno in cui Hermione avrebbe dovuto affrontare un nuovo modo di essere?
Un nuovo cambiamento.
Una nuova vita, diversa da quella già prevista...

Non lo sapeva.
Non ne aveva idea.

Ma qualcosa, stava cambiando.
Qualcosa lo vedeva cambiare nell'aria.
Qualcosa si stava facendo semplicemente — diverso.

E, non era di certo Ron che continuava ad agitarsi nervoso al suo fianco strofinandosi una mano repentina sui crini rossi, o Harry, che guardava turbato fuori dalla finestra il paesaggio scorrere sotto i suoi occhi verdi.

Hermione alzò cautamente lo sguardo dall'articolo di giornale che stava leggendo, scrutando attentamente l'espressione del migliore amico.

Harry era diverso.
Era più pensieroso, più chiuso e freddo.
Non si era ancora ripreso dalla perdita di Sirius e, la giovane strega, sospettava che mai lo avrebbe fatto.

Aveva perso troppo in così pochi anni di vita.

La vita era stata molto crudele con lui.

Hermione riabbassò lo sguardo sulla Gazzetta del Profeta che stringeva in mano.
Ron le si avvicinò leggermente, il giusto per sporgersi e guardare le immagini scorrere sul giornale.

La foto più grande di tutte, era quella di Harry, vicino ad Albus Silente al Ministero della Magia.
Diversi paragrafi sottostanti, parlavano del ritorno di Lord Voldemort e delle dimissioni del Ministro.

Hermione, spostò lo sguardo sull'altra immagine presente.
Era leggermente più piccola e scura.
Anche se era in bianco e nero, la Grifondoro, riuscì a capire chiaramente di chi si trattasse.

Un giovane ragazzo dalla pelle diafana, così chiara da risultare quasi bianca. Gli occhi erano due pozzi di una distesa cristallina, di quel grigio plumbeo del cielo quando annunciava una giornata di pioggia. I capelli biondi non erano più tirati indietro con il gel come i primi anni ad Hogwarts, ma erano stati lasciati sparpagliati, incurati.
Ma non era quello che colpì Hermione. Ciò che la sorprese particolarmente era la sua postura.
Spalle tese all'indietro, in un vano tentativo di mostrare forza, coraggio e determinazione — ma purtroppo sul viso di quel ragazzo non c'era traccia di tutte quelle cose...

I suoi occhi erano infossati e la sua espressione era — vuota.
Persa.
Sembrava quasi a disagio e fuori posto... Quando mai, Draco Malfoy, purosangue, nonchè Serpeverde per eccellenza era a disagio davanti ad un pubblico che guardava lui, e soltanto lui, ascoltandolo e non prestando uno straccio di attenzione al famoso Harry Potter ?

- Ha avuto ciò che si merita. - Bisbigliò Ron, da sopra la spalla di Hermione.

La strega riscosse il suo sguardo.
Per quanto Draco Malfoy fosse viziato e viscido, non riusciva a trovare divertente o compiacente il fatto che suo padre fosse stato rinchiuso ad Azkaban a vita.

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