Capitolo 5

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I suoi occhi grigi la scrutarono da capo a piedi mentre si allontanava dalla ringhiera. Le si avvicinò di qualche passo, parandosi davanti a lei, ma non così tanto vicino quanto Hermione avesse voluto.

La guardò con così tanta intensità che Hermione si sentì congelare. Si morse l'interno della guancia per non dire qualcos'altro di crudele. Lei non era così, non criticava nessuno, eppure con lui era diverso. Non le importava trattenere le emozioni, trattenere le cattiverie, non con lui. Gli stava rinfacciando troppe cose e tutte insieme.
Voleva fargli capire che non aveva paura di lui, che i suoi insulti l'avevano solo aiutata a crescere e a difendersi, a tenere testa alta a tutti, anche ad un'idiota come lui, ma quello sguardo... così carico di odio e di ammonimento la fece tremare come una foglia.

Chi era lui in quel momento?
Cosa stava pensando?
Cosa aveva in mente di fare?

Hermione chiuse gli occhi e deglutì.
Era una Grifondoro.
Non temeva nulla, neanche le situazioni di pericolo.
Di certo non temeva lui.

Riaprì gli occhi pronta a incontrare quelli gelidi di Malfoy, ma si trovò a fissare il cielo e le montagne illuminate dal debole chiarore dalla luna davanti a sé.

Se n'era andato.

Hermione si voltò di colpo, ma lui non c'era più.
Era andato via senza emettere alcun suono, come un serpente che strisciava via silenzioso.

La Grifondoro si ritrovò a respirare quell'aria fresca e si strinse nella propria felpa rendendosi conto solo in quel momento di quanto facesse freddo.
Prese la Mappa e guardò se Gazza fosse nei d'intorni.

Tutto libero.
Neanche Malfoy era più presente sulla Mappa.
Svanito nel nulla.

* * *

Hermione sedeva sullo sgabello tra Harry e Ron, poco lontana dal punto in cui una settimana prima esatta, era stata con Malfoy.

Era passata una settimana da quando si erano parlati — se così si poteva definire, — da quando lei, con le sue parole l'aveva in qualche modo, ferito — se mai delle semplici parole potessero ferire uno come Draco Malfoy.

Sospirò, mentre prese a sfogliare il libro che teneva appoggiato sulle gambe.
- Sono sempre in ritardo. - Stava sentenziando Harry. - Possibile che i Serpeverde non siano mai puntuali? -

- Proprio com'è possibile che tu sia — sfortunatamente— così immortale. -

Hermione voltò il capo, pochi sgabelli dietro di lei aveva preso posto Pansy Parkinson, la ragazza ovviamente non si era fatta sfuggire il commento del Grifondoro.

Quando la ragazza incrociò lo sguardo della bruna, la sua voce si fece più fastidiosa. - Sanguesporco! - Esclamò con un sorriso meschino ad incorniciarle il viso.

Ron fece per aprire bocca, ma Hermione lo incitò a tacere, proprio nel momento in cui la serpe veniva affiancata da altri della sua casa, Malfoy compreso.

La professoressa Sinistra si fece avanti, avvicinandosi alla ringhiera.
- Oggi, come potete vedere, faremo lezione alle luce del giorno, in quanto studieremo ciò che non può esser visto. -

Un coro di sbuffi partì dalla curva in cui si erano seduti i Serpeverde, tipico.

- Questa materia è inutile. - Bisbigliò Ron, sporgendosi verso l'orecchio di Hermione.

Le loro spalle si sfiorarono e la giovane ragazza, imbarazzata si ritrasse.

La professoressa prese a spiegare e fece disporre gli studenti in piedi, lungo il perimetro della torre. Chiese loro di numerare quanti sidus extinctum vedessero nel cielo.

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