Capitolo 8

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 "Haniel, non c'è bisogno...".

"No, non preoccuparti, lo sto facendo per me".

Haniel è impegnato a sistemare tutta la casa di Crisil con la concentrazione di un fisico nucleare in procinto di risolvere un'operazione che prende un paio di lavagne.

Sta ficcando ogni cartaccia in un enorme sacco della spazzatura, mentre il suo intero organismo si ribella naturalmente a tutto quello schifo.

"Ehi, il pupazzo no" dice il demone, vedendo Haniel prendere il gigantesco peluche di Hello Kitty senza testa.

"Crisil, è morto, lo vedi?".

"Ehm...".

"Dove diavolo è la testa?" dice, tossicchiando alla parola diavolo.

Crisil non ama essere circondato dal caos, è solo che il suo odio per il lavoro è maggiore del leggero nervosismo quasi ignorabile dato dal disordine. Ci vive bene, insieme.

"Stavo pensando – dice Crisil, dopo aver rinunciato a far desistere Haniel dalle proprie intenzioni di pulizia intensa – che non ci siamo visti per tantissimo tempo".

"Ah, ehm, sì. Certo".

Crisil fissa il vuoto per un po', poi posa di nuovo lo sguardo su Haniel, sulle sue mani pallide e impegnate, sui suoi occhi concentrati coronati da ciglia spesse.

"Nel senso, sì, ecco. Mi sei mancato".

Haniel aggrotta le sopracciglia, senza rispondere. Non sa bene cosa dire. Prova un affetto genuino per il demone, ma non è abituato a queste dichiarazioni esplicite da parte sua. Non era mai successo, prima.

"Quel che voglio dire – continua Crisil – è che sono in una situazione complicata e sono davvero felice che tu sia qui di fianco a me a darmi una mano. Senza di te sarebbe molto più dura".

"Senza di me avrebbero mandato un altro angelo a far fuori il tuo amico e tu saresti rovinato".

Crisil ridacchia, nei suoi occhi l'ombra di un lieve dubbio "Certo".

Nel frattempo, cose leggermente diverse stanno accadendo nel locale al piano di sotto.

"E' proprio fondamentale? - chiede Dionisiy, teso come se fosse seduto sui chiodi, al suo solito – Non puoi prepararmi questa roba e basta?"

Sarah scuote la testa, le mani sui fianchi "Te lo ripeto, è necessario che tu mi parli di te. O non riuscirò a creare il tipo di miscela giusta, per un tipo di ricordo mi serve un tipo di ingrediente particolare. E' una pozione complessa".

Dionisiy appoggia un anfibio contro il tavolo, dondolandosi lievemente "E che cosa ti dovrei raccontare esattamente?"

"Non so, è la prima volta che faccio questo tipo di miscela. Il mio libro, allora... – la strega si avvicina al tavolo, sposta il piede del ragazzo facendolo cadere a terra e posa due dita sul grosso e antico volume davanti a sé – parlami delle cose importanti che ti sono successe nella tua vita".

"Uhm...".

"Vuoi diventare un demone, no?"

"Certo".

"E allora parla. E' così difficile?".

"Va bene. Allora, uhm, sono nato a Novosibirsk, e-".

"Salute?".

"Cosa?".

"Eh?".

"Novosibirsk?"

"Oh mio dio, Novoche?".

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