Capitolo 4

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Haniel non è una persona egoista, o perlomeno non vorrebbe esserlo. Vorrebbe essere preoccupato per questo mezzo demone sperduto chissà dove a Londra del quale il suo amico è responsabile. Ma, molto semplicemente, non ci riesce. Una parte di lui sta urlando "Sono sveglio da quasi ventiquattro ore, il mio ritmo del sonno è già sballato per colpa del jet lag e adesso voglio solo andare in un parchetto con uno yogurt al mango, leggere poesie e ascoltare musica classica invece di girare mezza Londra per trovare un maledetto ragazzino fuggitivo!"

E invece è lì, a chiedere a una vecchietta se ha visto un ragazzo più o meno alto così, con i capelli bianchi e un vecchio cappotto verde e un lieve accento russo, secondo le istruzioni del suo amico. Ma preferirebbe fare qualsiasi altra cosa.

"Crisil, è impossibile – sta dicendo, mentre i due esplorano le strade e le stradine meno frequentate e più malfamate della città – Londra è enorme e piena di gente, ora come ora tra l'altro quel tizio potrebbe essere ovunque, per quello che ne sai potrebbe aver preso un aereo ed essere diretto a San Pietroburgo. E poi è meglio, no? Tu non volevi che diventasse un demone, magari ha solo avuto un momento di lucidità. I miei capi mi hanno sommerso di incarichi, devo assolutamente mettermi a fare qualcosa e sto morendo di sonno."

Curiosità: sì, gli angeli hanno sonno. Essendo dotati di corpi umani hanno tutti i loro bisogni. Possono dunque "morire" e discorporarsi se il loro corpo viene danneggiato non solo da agenti esterni, ma anche se non mangiano o se assumono sostanze tossiche. Certo, il loro vantaggio è che di solito ciò che gli accade è solo capitare in Paradiso, fare qualche scartoffia e tornare di sotto come nuovi. Molto, molto comodo.

"E se invece qualcuno gli avesse fatto del male? Anche io vorrei dormire, ma non posso smettere di cercarlo, deve essere qui da qualche parte. E poi cosa dirà suo padre? Che ore sono?"

Haniel alza gli occhi al cielo ormai schiaritosi "Saranno le sette, credo. Dai, ormai è inutile continuare, il qui comprende mezza Europa. E' successo e basta."

Il demone sospira e infila le mani nelle proprie tasche con aria demoralizzata "Non è quello il punto. Però ormai non so più dove cercare. E tra un paio d'ore dovrei andare da Sarah..."

"Su, andiamo da te. Ti faccio una camomilla rilassante e tu cercherai di non pensare troppo a questa cosa."

Crisil non è contento ma annuisce lo stesso.

Non è che Dionisiy gli stia simpatico o che lui si sia infinitamente affezionato a quel ragazzino e abbia deciso di adottarlo come se fosse suo figlio. Anzi, la cosa migliore della loro breve giornata passata insieme è stata vederlo frustrato e arrabbiato con lui. In fondo è solo un teenager arrabbiato.

Ma è proprio per quello stesso motivo che si sente in colpa.

Non sa in cosa si sta lanciando e si comporta in modo abbastanza irresponsabile, potrebbe finire in qualsiasi casino. Insomma, è solo un ragazzo. Non si merita nulla di particolarmente brutto.

I due arrivano a casa di Crisil e stavolta Haniel rischia di prendere un colpo.

Quando si trova davanti all'indefinita massa di distruzione e spazzatura che è la casa di Crisil ogni singola del suo corpo viene scossa nel profondo del suo nucleo e, pur non essendo dotata di corde vocali, inizia a urlare.

"Che... co... tu vivi così?"

Crisil alza le spalle "Evidentemente." Entra senza farsi troppi problemi, mentre Haniel resta lì impietrito. Cartacce, sporco, polvere, nulla sembra avere un proprio posto. Nella mente dell'angelo si affacciano i ricordi di una discarica nel Bronx vista qualche anno prima. E onestamente non è sicuro di poter affermare con certezza quale dei due scenari sia peggiore.

Paradiso e Inferno | Guida per (sfortunati) principiantiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora