Capitolo 9

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Dionisiy è rimasto seduto e incosciente per un po' sulla sedia e gli altri si stanno essenzialmente girando i pollici. E' un po' difficile fare conversazione quando un diciottenne seduto di fianco a te sta dormendo con la bava alla bocca e cancellando dalla propria mente tutti i suoi ricordi.

Non si riesce a rompere il ghiaccio. Di fatto, l'unico davvero sereno in quella stanza è Noodle, che gironzola allegramente sulle braccia scure della strega.

Sono in tre, occupati a guardarsi vicendevolmente negli occhi e a distogliere lo sguardo quando il contatto visivo dura tanto da iniziare a sembrare strano. E sembra quasi sempre strano, in quel silenzio interrotto solo da un leggerissimo russare.

"Secondo voi sta andando tutto bene? Quanto dovrebbe metterci?" chiede Crisil, quello che più spesso tiene lo sguardo sul mezzo demone, quello che sembra essere più in apprensione.

"Dipende, è impossibile dirlo – si limita a rispondere Sarah, alzando le spalle – però finché dorme tranquillo e non si agita non abbiamo nulla di cui preoccuparci".

Nel momento esatto in cui lo dice il ragazzo cade dalla sedia con violenza, buttandosi in avanti e iniziando a tossire.

Pessimo tempismo, se lo chiedi a me.

Crisil si slancia verso il ragazzo, già preoccupato. Gli passa le braccia sotto le ascelle e cerca di tirarlo su.

"Dionisiy? - chiede – Dionisiy, va tutto bene?"

E il ragazzo sbuffa e si scosta, ancora scosso dalla tosse "Ma mollami, che cazzo".

Si alza in piedi e si sistema i vestiti, tossicchia e sembra riprendersi. Si guarda attorno.

Ha un gran mal di testa e cerca di massaggiarsi una tempia, non è sicuro di quello che sta succedendo ma è sicuro di sentirsi improvvisamente molto stanco. Forse dovrebbe tornare a dormire.

"Com'è andata? - chiede Sarah, dall'altro lato della stanza – Hai fatto tutto quello che ti avevo raccomandato?"

Dionisiy strizza gli occhi. Gli sembra tutto molto confuso, e la luce anche se soffusa gli dà fastidio. Digrigna i denti, si guarda attorno. Sa chi sono le persone attorno a lui, ma non riesce a costruire del tutto la situazione in cui si trova. Non è sicuro di cosa sia appena successo. O di perché lui sia lì. Sente qualcosa di umido sfiorargli il labbro e istintivamente lo assaggia con la punta della lingua. Sente un sapore ferroso di sangue.

"Ehi, Dionisiy, hai un po' di..." dice Haniel, passandosi un dito sotto il naso.

Dionisiy copia il suo movimento e si ritrova con la mano candida macchiata di sangue.

"Questo non è normale – Sarah gli si avvicina mentre, lì vicino, Crisil torna in piedi – Dionisiy, siediti. Hai fatto quello che ti ho chiesto?"

"Tu... - il ragazzo lascia che la strega lo metta seduto spingendolo con fermezza per le spalle con le mani forti – Hai detto che dovevo... cosa? Senti, sono stanco, cosa è successo?"

"E' successo che devi aver fatto un macello – gli risponde lei, abbassandogli una palpebra inferiore per guardare bene i suoi occhi come farebbe un dottore – e ora è tutto un casino".

Dionisiy si ribellerebbe, il contatto fisico non lo aggrada, se poi il contatto fisico consiste in una sconosciuta che rischia di ficcargli le unghie negli occhi tanto peggio. Però non riesce a sentirsi reattivo, c'è decisamente qualcosa che non quadra e lui non è pronto a farci i conti. Non riesce a preoccuparsi, avrebbe solo voglia di farsi una bella dormita.

A essere nervoso, invece, è Crisil.

"Che tipo di casino ha fatto?"

"Non lo so con certezza,– risponde Sarah – ma è probabile che abbia tagliato solo una parte dei suoi ricordi. Il cervello sta facendo fatica a ricostruire i propri assetti".

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