Cuccioli

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Tony adorava organizzare feste, Pepper un po' meno dato che doveva fare tutto lei, ma per il compleanno di Peter erano tutti pronti a fare il possibile. Alla fine il ragazzo era stato così preso dal cucciolo che Tony gli aveva preso al canile con il benestare di May, che non aveva notate le cose fatte in grande per quella che credeva essere solo una cena elegante, ma che era diventata un'enorme e chiassosa festa con complesso musicale e amici vari.
Tony era soddisfatto di come la serata stava procedendo piacevolmente per tutti, Peter avrebbe voluto questo per il suo compleanno e cioè che tutti si divertissero.
Dopo tre quarti d'ora dall'inizio della festa, però Peter e il suo cucciolo erano spariti.
"May, hai visto Peter?"
"È andato in camera sua per mettere a dormire il cucciolo. La confusione lo spaventa e sembra che non voglia restare solo a lungo."
Tony si accigliò. Aveva preso il cucciolo in un canile piuttosto che comprarlo perchè favorevole all'adozione di un essere bisognoso di attenzioni. Il piccolo era sin da subito apparso spaventato e portarlo a casa era stata un'impresa. Alla fine gli aveva permesso di mangiucchiargli la mano per calmarlo e per i due giorni seguenti si era alternato con Happy per abituarlo all'idea di avere chi si prendesse direttamente cura di lui. Peter sicuramente avrebbe fatto meglio di loro due, ma ciò sembrava portarlo via dalla sua festa.
Decise di andare a cercarlo e lo trovò sul suo letto intento a parlare al cucciolo che si rannicchiava sotto al suo fianco.
"Peter, ti stai perdendo la tua festa."
"Mi dispiace signor Stark. Rob non ama i rumori e se lo lascio solo piange."
"Rob?"
"Volevo un nome serio per lui."
Tony si gratto la testa e pensò ad una soluzione. "Portiamolo nel mio appartamento. Di sopra la stanza è isolata e la musica non si sente, poi è stato già lì e non si sentirà a disagio. Gli lascerò rosicchiare anche l'altro mocassino da cinquecento dollari."
"Davvero signor Stark?!" Peter brillò letteralmente. A l'uomo andava bene anche fargli usare la sua vasca come piscina canina se ciò rendeva felice Peter.
"Andiamo."
Peter non era mai stato nella stanza del signor Stark, ma qualsiasi cosa si immaginasse, quello era molto più lussuoso e accogliente, e soprattutto silenzioso. Misero il cucciolo sul letto, vedendolo cercare il suo posto preferito.
"Ora starà bene. Forza, devi tagliare una torta e ubriacarti."
"Non ci penso proprio ad ubriacarmi."
Tony sorrise mentre lo spingeva con due mani sulle spalle verso la porta. "Vedremo"
Un guaito straziante si levò alle loro spalle. "Rob! Cosa c'è?"
Tony guardò Peter correre dal cucciolo che sembrava di nuovo terrorizzato. Solo dopo un po' realizzò che forse Rob non voleva restare solo.
"Piccolo, resto con te." Disse Peter.
Tony non poteva lasciare che il ragnetto si perdesse la sua festa, doveva fare qualcosa.
"Peter devi tornare alla festa."
"Non posso lasciarlo solo in un posto che non conosce."
"Resto io con lui. È abituato a me."
Peter sollevò la testa dal cucciolo. "Non può. Ha fatto tanto per questa serata."
"L'ho fatto per te. Se ora ti lasciassi qui a occuparti di lui, sarebbe tutto inutile. Forza va'! Voglio una bella fetta di torta, mi raccomando."
Peter ci pensò su. "N'è sicuro?"
"Certo! Forza Cenerentola, o la carrozza ti lascerà col culo a terra."
Peter vide l'uomo mettersi sul letto accanto al cucciolo irremovibile sulla sua decisione e d'istinto gli disse grazie e lo baciò su una guancia scappando via quando si rese conto di ciò che aveva fatto. Rob si lamento solo un paio di secondi prima di avere le dita di Tony davanti al muso, così da poterle rosicchiare. Tony dal canto suo era impressionato quanto quel gesto risultasse dolce e genuino, nulla di ciò che aveva immaginato per chiudere la serata.

Alle quattro di mattina la porta della camera si aprì per permettere ad una figura con vassoio di entrare. Tony nonostante stesse dormendo avvertì subito la presenza di Peter sollevandosi per poter capire cosa volesse fare a quell'ora. Rob dormiva beato con un mocassino graffiato e umidiccio tra le zampe.
"Ho pensato che avesse fame. Io non ho ancora mangiato la torta, mi sembrava ingiusto mentre lei era qui da solo."
"Non ero solo. Rob è stato di compagnia."
"Immagino. Ho portato anche le candeline, non è la stessa cosa, ma volevo che partecipasse almeno un minimo alla festa che ha organizzato."
"Gentile. Hai già espresso un desiderio?"
"Sì, di avere tutte le persone a cui tengo sempre vicino a me. Ora si è avverato."
Non era chiaro, ma a Tony sembrava che Peter volesse dire qualcosa di importante. "Dovresti esprimere un altro desiderio ora."
Mise il vassoio sul letto con due candeline su entrambi i pezzi di torta che Tony accese con l'accendino che Peter aveva portato. Peter soffiò dopo aver espresso mentalmente un desiderio. Tony doveva sapere. "Cosa hai chiesto?"
"Un bacio dalla persona che desidero."
"Solo uno?"
"Non posso sperare in molto altro, lui è troppo per me. Tutto quello che fa e tutto quello che non fa per farmi stare bene e già troppo da chiedere.."
Tony si allungò e senza troppo pensarci lo baciò dolcemente. Non pensava di poter essere tanto delicato in un atto come quello, ma Peter meritava il meglio. Quando si staccarono Peter era radioso.
"Quel desiderio è da rivedere. Possiamo partire da una media di dieci baci al giorno per arrivare anche a cento."
"Sì, si può fare." Fece stordito e felice.
Si baciarono nuovamente, la lingua di Tony accarezzò le labbra di Peter causando un mugolio di approvazione. Quando una seconda lingua si aggancio alla sua tutto divenne perfetto, fu la terza lingua sulla sua faccia che interruppe quella perfezione. Si staccò da Peter solo per capire che l'intruso aveva lasciato la sua faccia e si era già ficcato con il muso nella torta. Afferrarono Rob prima che potesse mangiare qualcosa di non adatto a lui, no che la scarpa da cinquecento dollari lo fosse e lo ammonirono dolcemente, sorridendo come due idioti.

Posso invitare un amico signor Stark?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora