Capitolo 11

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-Perchè? P-perchè ti sei staccata?- La voce di lui si fa tesa.

-Perchè secondo te? Credi che non volessi baciarti? No. Non è quello. È tutto quello che è successo fin ora. È quello che succederà dopo questo pomeriggio. Come faccio a fidarmi ancora di te? Come faccio a sapere che se ci rimetteremo insieme non mi lascerai perchè ti sarai stufato di me?-

Lui sembra non ascoltare le ultime frasi e dice: -Quindi volevi baciarmi?-

Il viso di lei diventa da arrabbiato a frustrato: -Sì. Ok. Ma non capisci proprio cosa dico?! Che ti amo. Che non ho mai smesso di amarti nemmeno quando non c'eri e penso che ti amerò sempre. Ma non è questo il punto. Il mio amore per te non riempie tutto il vuoto che hai creato dentro di me. E tu non puoi arrivare all'improvviso da me, pensare solo a te stesso e a ciò che vuoi. Sei stato egoista. Hai pensato solo ai tuoi sentimenti. Io non sono un giocattolo. Non dico che io con te non abbia mai sbagliato, sto solo dicendo che tu mi hai fatto soffrire più di quanto abbia sofferto tu.-

-Stai dicendo che io non ho sofferto?!-

-Vedi che non mi ascolti?! Ascolti solo quello che ti interessa.-

-Ho sofferto anche io. Pensi che sia stato facile dirti la verità quando ci siamo lasciati? Pensi che ora non stia soffrendo mentre dici queste cose? Non posso capire cos'hai passato, lo ammetto, e so che per te non è per niente facile affrontare tutto questo, ma sto facendo un grande sforzo volentieri per chiederti scusa, per dimostrarti che ti amo.

Ora lei rimane in silenzio. Non sa cosa rispondere. Il cuore le dice deve credergli, mentre la mente spruzza migliaia di ragioni per evitare di soffrire ancora. Riesce solo a pronunciare sottovoce: -Scusami.-

E poi lascia il parco e lui li immobile. Torna a casa. Si stende sul letto. E si sente come dopo aver letto la sua lettera. Solo che prima piangeva, ora rimane impassibile. Forse non ha più lacrime. Forse non ha più la forza di reagire. Tra tutte le cose che deve affrontare nella vita, questa discussione sembra esserne solo una piccola parte. Pensa a quel bacio, innocente ma ingiusto. Pensa alle sue parole, magari sincere. Pensa che in fondo anche lei è stata un po' egoista nel parlare solo di se. Pensa che non lo vuole dimenticare. Non vuole dimenticare quei ricordi che hanno causato la sua felicità. Ma oramai non le appartengono più. Deve solo lasciarli nel cassetto, aprirlo quando sarà grande, quando penserà alla sua adolescenza. Ora ha bisogno di chiuderlo definitivamente. E aprirne un altro che le consentirà di raggiungere i suoi obbiettivi, magari con qualcuno che li condivide. Ha capito che non si può tornare indietro, fermare il tempo. La vita scorre e ha già sprecato troppo tempo. Ha capito che la felicità se la procura lei stessa con le sue soddisfazioni, che ci sono e non ci sono, perchè è così la vita. E se lui non è riuscito a tenerla, non ci sarebbe riuscito nuovamente.

Si accorge che sta pensando a troppe cose insieme, così decide di chiudere gli occhi e di lasciarsi trasportare dalla tranquillità del sonno.

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