-3- Cristalli di ghiaccio

1.3K 144 137
                                    

Il giorno dopo, appena finito di pranzare, scrisse un messaggio al numero che il bicolore gli aveva passato. Ci dovette riflettere parecchio, ma poi finalmente si decise su cosa scrivere, non a caso era un giovane talento della scrittura lui.

[Buongiorno, sono Akaashi Keiji, il ragazzo del bar. Sono a conoscenza del fatto che il ragazzo bizzarro ha organizzato un'uscita per noi due quest'oggi. Dove desideri vederci?]

Rilesse un paio di volte il messaggio, controllando soprattutto la punteggiatura, e poi lo inviò, soddisfatto di ciò che aveva buttato giù nella casella di testo. Posò il cellulare sul divano, schermo verso il cuscino per non distrarsi ulteriormente, e si portò il computer sulle gambe, aveva intenzione di iniziare una nuova trama, doveva assolutamente riempire quella pagina word con delle frasi sensate.

Dopo circa dieci minuti, il suo picchiettare con il dito indice sul bordo del computer venne interrotto dalla vibrazione del cellulare. Lesse il messaggio appena ricevuto da un numero sconosciuto e annuì rivolto al piccolo schermo luminoso.

[per me va bene vederci all'entrata del parco dei cristalli di ghiaccio per le 16.00]

Rispose, come suo solito, con un messaggio ben studiato e tornò a fissare lo schermo bianco del computer che inesorabile lo stava giudicando male, almeno nella sua testa.

[Il parco dei cristalli di ghiaccio è un posto bellissimo. Ci vediamo all'entrata del suddetto parco alle ore 16.00]

Il foglio rimase bianco per le successive tre ore.

Quando si alzò dal divano, le gambe formicolavano e la schiena era indolenzita. Si stiracchiò e si andò a specchiare in bagno. Indossava una tuta comoda, pantaloni blu notte con l'elastico sulla caviglia e felpa del medesimo colore, con il cappuccio tirato su a coprirgli la testa. Uscivano dei ciuffi neri dal bordo del cappuccio, si arricciavano delicatamente e solleticavano la fronte liscia. Sembravano tante virgole su pagina chiara.

Sospirò vedendosi vestito in quel modo, amava stare in tuta seduto sul divano, era il suo posto preferito per scrivere, se avesse avuto qualcosa in mente da scrivere, ma quando poi usciva si impegnava ad abbinare al meglio i vestiti che teneva ben in ordine nell'armadio.

-io non avrei stile?-

Aprì le ante del mobile in camera e cominciò a scartare tutti vestiti che non riteneva adatti per l'uscita con la cameriera. Maledisse un paio di volte nella mente Bokuto che aveva organizzato quell'appuntamento, ma poi si convinse che uscire e distrarsi poteva portargli alla mente un'entusiasmante trama, chi lo sa.

Prese un paio di jeans scuri, una felpa bordeaux e li poggiò sul letto per vedere se effettivamente si abbinassero bene. Constatò che i jeans andavano bene con tutto e che la felpa bordeaux fosse abbastanza semplice per la prima uscita. Si cambiò, continuando a lanciare occhiate al proprio riflesso e poi afferrò la spazzola.

-dovrei spazzolarli meglio?- si chiese ripensando a ciò che gli aveva detto il giorno precedente il ragazzo dai modi di fare un po' troppo espansivi.

Quando finalmente si fu preparato e convinto che per i capelli non poteva fare di più, si mise la giacca con gli alamari, la sciarpa dalla trama pesante e afferrò la borsa a tracolla, in cui portava sempre il computer, nel caso in cui la sua mente si fosse messa in moto di punto in bianco. Non poteva permettersi di perdere l'ispirazione, ovunque si trovasse e con chiunque fosse in compagnia.

L'aria fuori era fredda, gli accarezzava gli zigomi scoperti con delicate lame di vento. Ogni tanto affondava il viso nella sciarpa, la trama di lana gli scaldava la candida pelle dandogli una sensazione di sollievo, ma camminando si andava a scoprire puntualmente il naso, estremità più delicata e facile da congelare.

Camminava piano, con le mani nelle tasche della giacca con gli alamari e gli occhi bassi, attenti a scorgere ogni possibile lastra di ghiaccio formata da ciò che un tempo erano state delle pozzanghere di acqua piovana. Gli era capitato più volte di vedere persone scivolare davanti a tutti per colpa di quelle lastre trasparenti e lui di certo non ci teneva a diventare il prossimo fenomeno da baraccone.

Arrivò all'entrata del parco dieci minuti in anticipo. Guardò l'orario sul cellulare e poi si rinfilò le mani infreddolite nelle tasche della giacca. Davanti a lui si stagliava un grande cancello in ferro battuto, ovviamente spalancato per far affluire tutta la folla che desiderava passeggiare all'interno di quella proprietà pubblica. Quel cancello conferiva al parco un'entrata degna di nota, di quelle che, passeggiando sul marciapiede, anche con la mente altrove, non possono passare inosservate.

Keiji sospirò e si concentrò sulla nuvoletta di condensa che si formò davanti al suo viso. L'aria era parecchio fredda, ma proprio grazie a quel freddo improvviso quel parco diventava un'attrazione pubblica.

Infatti, il parco dei cristalli di ghiaccio prendeva questo nome dalla singolare presenza di fontane sparse per tutto il parco, che l'estate davano vita a spettacoli con schizzi d'acqua che saltavano da una parte all'altra, mentre l'inverno, per il clima rigido, si cristallizzavano, dando una forma rigida a quei giochi d'acqua.

Quel luogo aveva ispirato diverse storie narrate nei libri del corvino, amava recarsi lì, sedersi su una panchina e scrivere con lo sguardo rapito dalla maestosità della grande fontana centrale, la più bella di tutte, quella che catturava l'attenzione di tutti i passanti e che rapiva le persone grazie al suo fascino.

Spesso aveva riportato la descrizione di quella fontana nei suoi capitoli, di solito si divertiva a spiegare come in una singola notte l'acqua diventasse ghiaccio e desse il benvenuto all'inverno, che fino al giorno prima non aveva riscosso abbastanza successo da parte delle persone, convinte di essere ancora in pieno autunno.

Se Akaashi fosse diventato abbastanza importante per la sua città, come scrittore ovviamente, probabilmente una volta morto avrebbero potuto far costruire una statua in suo onore proprio in quel parco. Ogni tanto se l'immaginava una statua a forma di libro proprio di fianco alla fontana più grande e bella.

"sei prolisso con i messaggi"

Come neveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora