Capitolo 8

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DYLAN:
"Arianna io posso spiegarti tutto..."
Stavo per continuare, ma quando mi girai davanti a me trovai Tyler.
"Dylan Dylan.."
Come aveva fatto a trovarmi?
"Tyler, io non volevo baciare la sua amica.."
"Cosa?! HAI BACIATO Camilla ?!"
"Si.. Ma ma ..ero..ubriaco.."
"Mi sa che questa non te le perdonerà mai."
"Oh grazie, sei molto d'aiuto."
"Comunque, smetti di fare la femminuccia e andiamo da Arianna e Camilla, che rimarranno a dormire a casa mia stanotte."
Fece una lunga pausa, ma poi riprese a parlare.
"Ed anche tu."
"Oh Bhe che bello.."
"Femminuccia, andiamo."

Ci avviammo verso casa di Tyler, eravamo quasi arrivati quando lui ruppe il grazioso silenzio.
"È bella Camilla, amico."
"Sai..lei mentre mi baciava ha..detto il tuo nome."
"Scherzi?!"
"No."
"Se scherzi ti ammazzo." Rise entrando dentro la casa.
Quando entrai la musica era cessata, nè Camilla nè Arianna erano nei paraggi.
Il giardino era completamente vuoto, a parte per i bicchieri d'alcool sull'erba.
Dovevo vedere Se Arianna stava bene.
Entrai in casa, lasciando Tyler a pulire tutto il giardino.
Guardai Camera per camera, ma Di Arianna non c'era traccia.
Camilla, era ancora a piangere dove l'avevo lasciata, dovevo spiegarle di calmarsi.
"Cami..guardami."
Ormai l'effetto dell'alcool era quasi svanito, ed entrambi potevamo ragionare tranquillamente.
"Guardami."
Dopo la seconda volta, alzò lo sguardo, i suoi occhi erano rossi e il viso era tutto nero per via del trucco.
"Sistemerò tutto, ma tu non piangere più, Per Favore."
Fece cenno di si con la testa come i bambini piccoli, ma rimase a terra.
"Ei..Ascoltami..
Tyler ha detto che sei bella."
"Davvero?!"
Le comparve un mega sorriso sulla faccia e la aiutai ad alzarsi.
"Prova a farci amicizia dai."
"Vabbene, grazie Dylan.."
Uscì dalla stanza ed io rimasi a sedere sul divano, su quell'orrendo divano.
Pensai dove potesse essere finita Arianna, ma nella mia mente vagava il vuoto più assoluto.
Avevo bisogno di vedere in che stato ero, dovevo andare in bagno.
Lo cercai, ma quando appoggiai la mano sulla maniglia, capii che la porta era chiusa, dall'interno.
"Scusi, è occupato?"
Nessuna risposta.
"Scusi, ho bisogno di entrare."
Nessuna risposta.
Sentii qualcuno muoversi e la porta si aprì.
Davanti a me si presentò una ragazza con gli occhi rossi per il troppo pianto, e il viso nero per via del mascara.
Nelle stesse condizioni di Camilla.
Quella persona, che rimase pietrificata appena mi vide, Aveva un viso famigliare.

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