Devastation

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Sento un odore pungente, quasi di zolfo...no forse è qualcosa di bruciato...carne? carne umana?! E perché sento questo dolore lancinante alla testa? Dove sono i miei genitori? Perché non vedo nulla? Anzi, qualcosa la vedo... un'accecante luce verde seguita da una ancora più accecante bianca . Poi sento delle grida, forse è mia mamma...:" Ti prego, abbi pietà di lei, è la mia unica figlia. Hai già preso mio marito, non lei ti prego, non mi resta più nul..."Non fece neanche in tempo a parlare che mia madre venne colpita da quella luce accecante, seguita da un incantesimo di cui non riesco a ricordare bene le parole.

Mi sveglio di soprassalto... era solo un sogno . Anzi un incubo, lo stesso che facevo da anni ormai, da quando i miei sono morti. La mia famiglia e io siamo rimasti nelle cronache dei giornali per molto tempo, il nostro era un caso irrisolto. La polizia aveva archiviato tutto sostenendo che si fosse trattato di un incendio. Anche se non c'erano segni di bruciatura nel pavimento o nelle pareti e non c'erano traccia di corpi carbonizzati. L'unica cosa che la polizia è riuscita a trovare, è stata una bambina piccola di almeno 10 anni, con un orsacchiotto di peluche, regalatole dal padre, sotto il braccio, nascosta al fianco dell'armadio della camera dei genitori. Lei aveva visto tutto...vide un uomo incappucciato è interamente vestito di nero che entrava in casa loro nonostante gli infiniti sforzi di mio padre per cercare di fermarlo prima che oltrepassasse la porta. La figura nera sprigiona da una bacchetta una luminosa luce verde e immediatamente mio padre si accascia a terra. Ha rivolto il suo ultimo sguardo a me e alla mamma, entrambe con la faccia attaccata al vetro della finestra della camera da letto. Ho sentito mia madre urlare, un urlo così agghiacciante che mi sono messa le mani nelle orecchie per la paura, non avevo mai visto la mamma così. Dopo vedo la porta che viene scardinata e ridotta in mille pezzi che si dissolvono. L'uomo era riuscito ad entrare. Al suo arrivo porta con sé un profumo di zolfo e di morte. Mia madre lo implora di risparmiare la vita almeno a me, io spaventata mi nascondo, ancora con le mani nelle orecchie, accanto all'armadio di legno. Prendo il mio peluche e lo stringo con tutte le mie forze al petto. Ero terrorizzata, il cuore mi batteva a mille e non smettevo di piangere, vedevo mia madre pregare e poi più nulla. Come se il tempo si fosse fermato e tutto andasse a rilento talmente è successo tutto in fretta. Mia madre accasciata a terra, l'uomo incappucciato che si avvicina verso di me e mi sussurra :" ci rivedremo presto Karol, questo è solo l'inizio, al compimento dei tuoi 18 anni io tornerò "
Di colpo scompare... ricordo ancora la sua voce, sembrava che sibilasse come un serpente. Nonostante si fosse avvicinato a me, non avevo visto il suo viso, poiché il cappuccio gli copriva il volto e l'intera testa. Rimasta da sola , mi giro intorno e mi alzo dal mio rifugio. Inizio a chiamare mia mamma anche se sapevo che non sarebbe mai tornata, il corpo dei miei genitori si era volatilizzato come con la porta. Si era dissolto in mille pezzi e poi erano scomparsi. Inizio a capire cos'è fosse successo, metabolizzo il fatto che i miei sono morti. Inizio a piangere disperatamente. Sento bussare alla porta e quando scendo per aprire trovo due agenti :" Ei ciao piccolina, ci hanno chiamato i vostri vicini perché sentivano delle urla da casa vostra. Puoi dirci cosa è successo?" esclama uno dei due guardandomi a metà tra il dispiacere e la tenerezza. Io avevo smesso di piangere perché ero terrorizzata dai due agenti in divisa davanti all'uscio di casa mia. Finita la paura esplodo :" Papà e mamma sono morti, non ci sono più sono morti. Voglio mia mamma " urlo disperatamente. Il poliziotto mi prende per mano e mi dice di venire con lui: "Ti porto con me in centrale e lì vedremo cosa possiamo fare, per sapere qualcosa in più però vorremo sapere cosa è successo stanotte " Io ancora sotto shock lo seguo con il mio orsacchiotto sotto braccio. Mi siedono in macchina e mi mettono un plaid di lana nelle spalle :"Ecco questa ti terrà al caldo, e terrà al caldo anche il tuo amico lì " Mi metto la coperta ancora più stretta per cercare di sentirmi protetta perché avevo appena realizzato che ero da sola. Non avevo nessuno oltre i miei genitori. Quando parte l'auto a sirene spiegate dò un ultimo sguardo alla mia casa,dove ero cresciuta. Dove ero nata. E da dove tutto è iniziato.

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