Capitolo 2

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T/n POV

Sto tornando a casa insieme a Kenma dopo che ho finito di lavorare. C'è un silenzio imbarazzante. Ho provato a dire qualcosa, ma senza riuscire nel mio intento.

«Perché non ci hai servito?« Chiede a un certo punto il mio accompagnatore.

-Oh Dio!! E mo che dico??- Sto zitta, sperando che non mi ripeta la domanda, ma evidentemente, le mie preghiere non vengono ascoltate. «Ti ripeto: perché non ci hai servito?« «È così importate sapere il perché? Non mi sembra che sia una cosa tanto grave!« Rispondo io. «Forse perché ci siamo rimasti tutti un po' male visto che la nostra manager ci ignora!« Dice con un tono serio Kenma. «...Mi... Mi dispiace, ok? Ma è un po' imbarazzante farsi vedere vestita in quel modo da dei ragazzi che conosci!« Sbotto io con le guance rosse, lo so perché sento che bruciano. Ci siamo fermati. Non capisco perché, ma mi sento strana. Lui è illuminato da un lampione, mentre io sono rimasta nell'ombra, visto che sono lenta. Mi sta guardando. Mi sento un po' a disagio in questo momento, forse perché sono stanca, o forse perché Kenma mi osserva. Non lo so, ma stranamente mi piace questa sensazione.

Kenma POV

«...Mi... Mi dispiace, ok? Ma è un po' imbarazzante farsi vedere vestita in quel modo da dei ragazzi che conosci!« Sbotta T/n. Mi fermo e mi giro ad osservarla. Sono sotto la luce di un lampione, mentre lei è rimasta nell'ombra. Non sapevo fosse così lenta, ma non mi importa. La sto osservando. I suoi occhi c/o sono lucidi e non so il perché. Ho paura che possa piangere. Mi avvicino a lei, con le guance che credo siano un po' rosse. È la prima volta che siamo così vicini, e solo ora noto che è più bassa di me e per vederla devo abbassare la testa. Riesco a vedere che è rossa, forse per quello che ha detto. Faccio una cosa che nessuno si aspetterebbe mai da me: la abbraccio. Lei rimane immobile per qualche istante e allunga le mani per ricambiare l'abbraccio. Appena ci stacchiamo, io inizio a guardare da un'alta parte perché troppo imbarazzato.

T/n POV

Mi abbraccia. Non ci posso credere. Kuroo mi aveva detto che lui non fa mai queste cose a nessuno e invece si sbagliava. Voleva tenersi per se questo particolare o proprio non lo sapeva? Ricambio l'abbraccio e quando ci stacchiamo, lui inizia a guardare da un'altra parte, il che mi infastidisce un po'. Lo prendo per mano e, inizio a trascinarlo verso casa mia. Kenma rimane sorpreso dal mio gesto, ma si riprende subito.

Skip time- a casa di T/n

«W-WOW! T/n, che casa grande!« Esclama Kenma sorpreso. «Dai, non è così grande, è solo un piccolo appartamento con due camere da letto e due bagni, non è nulla!« Dico io con non chalance. Abito in un appartamento composto da due camere da letto, due bagni, una cucina e un salotto e una lavanderia. C'è anche un terrazzo che da su tutta Tokio. È piccola, ma sembra grande perché non c'è quasi nulla. «Kenma, perché non rimani a dormire qui? È mezzanotte, è meglio che tu rimanga qua.« Propongo. «Ma i tuoi genitori non si arrabbiano?«. A quella domanda, il mio sorriso, svanisce, i miei occhi li sento bruciare e stringo i pugni. Guardo in basso per non farmi vedere. Cercando di avere una voce sicura, dico: «Non ci sono... Sono morti quando ero piccola...« Il mio tono di voce non convincerebbe nemmeno un gatto. «Oh... Mi dispiace, non lo sapevo. Posso fare qualcosa per consolarti?« Mi chiede Kenma. Non rispondo. La mia vista è offuscata. –Non ce la faccio più!-

«Domanda, dove si trova uno dei due bagni?« Chiede il ragazzo a un certo punto. «Eh?« «Dove si trova uno dei due bagni? Ho chiesto a Kuroo se potevo rimanere e mi ha risposto che va bene, basta che non faccia nulla di strano. Chissà cosa vuole dire con questo. Mah!« Dice Kenma. Il suo tono è apatico, ma Kuroo mi aveva detto che è il suo tono di voce naturale. «Si trova nel corridoio a sinistra« Rispondo.

Il mio gatto asocialeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora