Nella mia vita tutto prosegue in un modo lento e monotono che quasi mi spaventa pensarci.
Nelle fanatiche storie americane succedono sempre dei drammi assurdi che alcune volte rido solo al pensarci.Mi ritrovai davanti casa dopo aver restituito a Aidan quello che sarebbe il suo secondo casco della sua moto elettrica.
Chissà perché tiene due caschi e non uno.
Intanto alzai lo sguardo e guardai le nuvole in cielo aspettandomi la presenza di un sole allucinante, oggi niente sole, niente luce.
Solitamente la gente odia le nuvole e il grigio che ne accompagnano.
Io invece trovo questa cosa particolarmente rilassante mi ha sempre trasmesso tanta sicurezza fin da quando ero piccola.
Amo la pioggia quando sono a casa sotto le coperte e amo i tuoni quando sono da sola in mezzo a tutte quelle pareti di cartongesso.
E pensare che solitamente i bambini piangono allo sentire il forte rumore dei tuoni... io ero la bambina che rideva ogni volta che ne sentiva il rumore.Questo è quello che provo in giornate come queste, e menomale il meteo aveva detto che non avrebbe dato pioggia.
Dopo qualche secondo inziai a sentire le gocce di pioggia toccare la mia pelle e da lì intuì che avrebbe diluviato.
Guardai Aidan proprio nel momento in cui anche lui si rese conto delle gocce d'acqua cadere dal grigio di quelle nuvole.
-vieni in casa?- lo guardai facendogli capire che non ce l'avrebbe fatta a tornare a casa prima che la pioggia lo avesse ricoperto di acqua.
Anche se la polmonite sarebbe stata la cosa più grave...
Già.-se non disturbo, certo- disse.
Notai un velo di entusiasmo nei suoi occhi che quasi quasi mi costrinsero a sorridere e allargare il sorriso.Mi avvicinai alla porta con le chiavi in mano e aprii la porta facendolo entrare.
La mia casa con quel poco di grandezza che ha mi e sempre piaciuta.
Porta con sé tanti ricordi dalla quale molti sono ancora rinchiusi nella mia testa che aspettano solo di essere dimenticati.-è davvero carina casa tua- disse iniziando a dare qualche occhiata in giro per la casa.
Sorrisi.
-non sarà mai grande come quelle ville tipiche di New York ma... sono felice che non ti faccia schifo- dissi un po' ironica
Lui si girò a guardarmi.
-non è per niente vero, anzi credo che le case più piccole siano le più belle avere troppi spazi in una casa in cui vivi solo tu diventa poi una questione di solitudine-
-io non vivo da sola.. insomma non potrei mai vivere da sola sono minorenne e mia madre è a lavoro-
Dissi sorridendo.-tuo padre?- disse guardando varie foto appese alla parete opposte alla porta della cucina.
Abbassai un attino lo sguardo imbarazzata e sorpresa dalla domanda.
Chi poteva immaginare che una persona che stai appena conoscendo ti potesse fare una domanda così privata.Lui si rese conto del silenzio che si spparse per tutta la casa, e si girò a guardarmi.
Provai per un breve istante imbarazzo sentendo il suo sguardo che per i primi minuti-ehi fa niente, saranno cose private non devi dirmi niente se non te la senti-
-no ehm... mio padre... ora non c'è più e vivo solo con mia madre- dissi sforzando un piccolo sorriso.
-mi dispiace tanto Ev, non ne avevo idea-
-stai tranquillo è tutto ok- dissi mantenendo la mia calma.
Solo ora mi resi conto che forse non era del tutto giusto dire ad Aidan cose così personali, la mia bocca molte volte parla senza usare il cervello portandomi a queste situazione dalla quale non aspetti altro che tornare indietro nel tempo e ricreare la conversazione tutto perfettamente curato nei minimi dettagli.
Ci fu un breve distacco e un silezio imbarazzante che ricoprì l'intera atmosfera.
Nessuno dei due non aprii bocca fino a quando un tuono focalizzò il mio udito.
-Beh, sta piovendo davvero molto forte- disse guardando la finestra del salotto, io che ero girata di spalle mi voltai e vidi tantissime gocce di acqua cadere sul vetro come piccolissimi meteoriti.
Solo dopo qualche secondo mi resi conto che mia madre è ancora a lavoro e che io sono a casa con Aidan da sola.
Non per sdrammatizzare questo silenzio ma sentii il dovere di parlare e dire qualcosa possibilmente sensato.Guardai i piedi per terra poi ebbi un'idea.
- se non sbaglio tu mi hai detto che suoni il piano?- dissi guardandolo.-si, suono il piano-
-Vieni ti faccio vedere una cosa- dissi sorridendo.
So ben certo che Aidan ama la musica e con questo ama anche gli strumenti di quell'ambito.
Salii le scale mentre Aidan mi seguì e mi ritrovai ad aprire la camera quella che una volta era la famosa camera dei miei genitori.Dopo la morte di mio padre, mia madre decise di non dormire più in quella stanza perché mi ha sempre detto che le porta in sé una strana sensazione di vuoto, e io co credo ovviamente.
Sarà che la camera non è più la stessa dall'assenza di mio padre ma lei da quel giorno decise di dormire nallattuale camera degli ospiti.Entrai nella camera e per prima cosa individuai il grande piano affacciato nell'angolo della camera, era il tipico piano grande che solitamente non si trova nelle case di questo genere ma nei castelli o nelle grandi ville.
Diedi un'occhiata ad Aidan che si era avvicinato al piano guardandolo.-Beh, davvero bello. Non è neanche tanto nuovo vedo- disse notando le piccole smagliature che dal nero puntavano sul grigio scuro.
Da piccola ricordo che per sbaglio spiegai il piano di tempera bianca, non sto nemmeno a raccontarvi le sgridate di mio padre quando lo sporcai.
Però alla fine mia madre era intervenuta ed era riuscita a pulirlo con i suoi magici prodotti miracolosi.Annui con la testa e lo guardai.
-Avanti provalo- dissi e sorrisi nel vedere le sue fossette deformarsi in un piccolo sorriso.
Spazio autrice
Ciao stelline. Scusate se non mi faccio sentire, colpa mia lo so...
E niente com questo volevo chiedervi come state come vanno le videolezioni o la scuola.Baci
Ila💎
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sorridimi come solo sai fare tu
RomanceNella vita monotona di Evelyn, tra scuola amici e famiglia, ci sarà un incontro inaspettato. Aidan Gallagher un ragazzo per la quale Evelyn avrà la sfacciataggine di innamorarsi. Sperando solo che essa, riesca a fidarsi e a non pensare a ciò che in...