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Si alzò da terra senza neanche sapere come ci fosse riuscita. Del sangue colava a terra, sul pavimento fuori dal ring. Vide tutta l'arena sfocata, ma non si lasciò andare. Rimase saldamente in piedi, aspettando che la vista si rimettesse a fuoco. La prima cosa che vide chiaramente fu Hisoka che si apprestava a scendere i gradini del ring. Anche lui non era messo bene, ma almeno meglio di lei. Aveva ancora il ghiaccio sulla faccia. Xei poteva toglierlo in qualsiasi momento, ma stava solo iniziando ad arrabbiarsi e quello era un buon inizio per fargliela pagare. Nonostante il ghiaccio in faccia e tutto l'ambiente molto freddo, Hisoka era molto sudato e i suoi capelli, di solito perfettamente acconciati, erano disordinati. Xei era sicura di averlo fatto faticare anche quando lei non capiva più niente. Non era così distrutto prima che la vista le si annebbiasse. Controllò che i suoi piedi si muovessero ancora e, accertato questo si avviò verso il tunnel d'uscita. Dopo qualche passo notò che il suo corpo funzionava ancora bene, ma era lo stesso tremendamente affaticata.
Dei passi veloci si avvicinarono alle sue spalle.
"Mmhmm... mhmmhm."
"No, non ti libero."
Hisoka continuò a mugugnare qualcosa. Mise una mano sulla sua spalla per farla fermare. Xei fu quasi tentata di liberarlo, visto che non aveva né un ghigno perverso, né uno sguardo sadico. Nonostante la bocca fosse coperta, Xei giurò che stava sorridendo e lo si leggeva facilmente negli occhi di Hisoka, felice come un bambino che ha appena ricevuto delle caramelle. Ma Xei non era felice e non le importava che lui lo fosse, perciò guardò da un'altra parte. Hisoka continuava a mugugnare cercando invano di dirle qualcosa. Xei si concentrò sulla sua gamba. Ne estrasse due carte incastrate nella sua carne. Si esaminò il resto del corpo e ne trovò altre cinque sul fianco e sul braccio
"Ti preferisco zitto per adesso, quindi non ti libero."
Xei riprese a camminare. Hisoka stranamente rimase zitto, ma seguì ugualmente Xei, che arrancava per il corridoio. L'avrebbe seguita così, in modo inquietante finché non lo avesse liberato? Hisoka silenzioso e pacato era strano. Quell'espressione felice e tranquilla, da chi è in pace con il mondo proprio non gli si addiceva. Xei lo trovò troppo strano e lo liberò.
Hisoka mosse la faccia per far riprendere la circolazione nella zona ghiacciata.
"Uh pensavo mi ci sarebbe voluta una vita."
"Posso sempre rimetterlo", lo minaccio Xei.
"Non voglio perdere completamente la sensibilità, grazie."
"Cosa volevi dirmi così insistentemente? Che hai vinto? Me ne sono già accorta."
"Quello lo sanno tutti. Volevo dirti che dovremmo rifarlo. Fuori da qui, senza ring e senza pubblico. Solo un incontro vero e proprio."
Hisoka era di un umore particolarmente allegro e Xei ne era infastidita, in quanto il suo era l'esatto opposto.
"Magari più avanti." Non poté nascondere di essere interessata. Hisoka era un avversario fenomenale, ma prima di tutto doveva prendersi la sua rivincita. Inoltre non aveva ancora capito come Hisoka avesse vinto.
"Come hai fatto?" chiese fermandosi. Quel corridoio sembrava infinito, dopo lo sforzo che le aveva richiesto quel combattimento.
"Oh piccoli segreti del mestiere"
"Ehi ti ricopro di ghiaccio da capo a piedi se non me lo dici."
Hisoka rise, prendendo la minaccia poco sul serio.
"Mi è già bastata la faccia."
Xei si rassegnò. Lo avrebbe capito da sola prima o poi. Era impossibile estorcere qualcosa a Hisoka. Gli restituì le carte ricoperte di sangue che aveva staccato dal proprio corpo. Lo vide prenderle gelosamente, come se avesse avuto il dubbio che non gliele avrebbe più restituite. Finalmente l'espressione di Hisoka cambiò e ritornò allo stato normale: sorriso e sguardo malizioso. Portò le carte vicino alla bocca e ne leccò il sangue. Xei si fermò a fissarlo sbalordita. Era sicuramente la cosa più strana che le fosse capitata, ma Hisoka sembrava farlo con tal naturalezza che sembrava normale. Non disse niente. Non era sicura che ci fosse una frase adatta da dire quando il proprio nemico lecca il tuo sangue da delle carte con cui ti ha ferita. Hisoka per concludere si leccò le labbra. Xei si sentì confusa dopo aver assistito a quella scena. Si stupì di scoprirsi non più di tanto disturbata da quel che aveva visto, anzi era quasi ammaliata dai gesti di Hisoka.
"Voglio festeggiare."
"Buon per te."
Xei tornò ad essere scontrosa, quando Hisoka riprese a parlare.
"Voglio festeggiare con te."
"Ti ricordi che io ho perso, vero? Non ho niente da festeggiare io."
"Allora lascia che ti offra una cena. Per ripagarti, come compenso per la sconfitta."
"Non te la caverai così. Io voglio la mia rivincita."
"Oh quella ci sarà di sicuro", disse Hisoka illuminandosi, "ma prendilo come un regalo momentaneo, fino a quando non ti sarai rimessa in sesto."
"Senti da che pulpito. Non sei messo tanto bene neanche tu", ribadì Xei, poi aggiunse in fretta: "comunque va bene."
"Allora ci vediamo sta sera."
"Dove?" Xei non stava credendo che avesse davvero accettato di uscire con quel tipo strano. Era l'idea più stupida che le potesse venire in mente. Cosa poteva aspettarsi da uno così? Andava bene solo per combatterci contro.
"Passo a prenderti alla tua stanza, facciamo alle 8.30 e vestiti elegante."
"Sì, certo... no aspetta, io non ho vestiti eleganti."
Hisoka la guardò sorpreso e lei si vergognò un po' di non essere abituata alla vita da città. Dove abitava lei non c'era nessun posto in cui ci si vestisse eleganti. Aveva sempre gli stessi quattro vestiti e non gliene erano mai serviti altri. Soprattutto non di eleganti.
"Ci penso io", disse Hisoka, che sembrava compiaciuto dalla situazione, "tu riposati."
"Ma io n..." Hisoka portò il dito indice alla sua bocca, fermandola prima che potesse dire qualsiasi cosa.
"Sshh. Lavati, riposati, io ti porto il vestito e usciamo." Detto questo se ne andò allungando il passo, lasciandola arrancare per il corridoio.

I'm in love with a criminal, or am I the criminal? - HisokaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora