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Xei finì il turno e fece uscire tutti i clienti, compreso Hisoka, che però rimase fuori dal locale ad aspettarla.

"Hai già creato problemi nella tua prima serata." Il capo le parlò mentre metteva via gli ultimi bicchieri.
"Io non volevo... mi dispiace."
"Mhf" sbuffò e scosse la testa, "hai fatto bene a difenderti"
Mise una mano sulla spalla a Xei. "Non voglio che qualcuno venga qua e pensi di poter fare quello che vuole, ma dovresti andarci piano."
"Sì, mi controllerò."
Il capo fece un sorriso veloce. Non sorrideva mai. Teneva sempre un'espressione annoiata sotto i capelli neri spettinati. Si accese una sigaretta. Chissà quante ne aveva fumate solo quella sera.
"Puoi andare."
Fuori dal locale, Hisoka se ne stava tranquillo seduto a fare un casello di carte. Xei pensò che era facile farli attaccando le carte con il bunge gum, ma controllando capì che non lo stava usando.
"Oh finalmente. Cosa ti ha trattenuta tanto?"
"La mia scenata non è passata inosservata."
"Ti hanno licenziata?" Chiese con un sorriso sulla faccia che non si addiceva per nulla alla domanda appena fatta.
"No, al contrario. Ha detto che andava bene, ma sono stata un po' esagerata."
"Per me era troppo poco." Il sorriso si allargò.
"Andiamo?"
Si alzò, sormontando la bassa figura di Xei. Le mise un braccio sulle spalle incamminandosi e gettò un'occhiata alle proprie spalle verso un uomo sulla porta del bar che fumava.

La mattina dopo, Xei si svegliò e non si spaventò. Aveva avuto problemi ad addormentarsi per questo motivo. Non voleva di nuovo abbassare completamente la guardia e dimenticarsi di dividere il letto con qualcuno. Alla fine si convinse che per una volta bastava non cadere a letto esausta. Guardia alta o guardia bassa non cambiava nulla. Hisoka stendeva il suo velo di protezione su tutta la stanza anche durante il sonno. Per la prima volta non lo aveva svegliato con urla o movimenti bruschi e se ne stava a dormire senza trucco, con i capelli morbidi e la bocca leggermente socchiusa. Era impossibile pensare che uno con quella personalità da psicopatico potesse avere un viso così sottile. Teneva un braccio fuori dalle coperte e si vedevano i suoi muscoli rilassati sotto la pelle bianca. Al contrario di Hisoka, Xei era rannicchiata con le coperte fino al mento. Non era calorosa quanto lui. Era ironico per una che aveva scelto il ghiaccio come trasformazione del suo Nen, ma non aveva mai freddo quando combatteva. Il pigiama di Hisoka non prevedeva neanche la maglietta. Era già tanto che contemplasse di mettersi i pantaloni.

Xei avvicinò un dito. Per una volta era riuscita a non svegliarlo, ma non riuscì a trattenersi. Toccò il labbro chiaro di Hisoka e lo passò da una parte all'altra. Al centro si bloccò. Non perché volesse farlo, ma perché non poteva più muoversi. Era rimasta appiccicata. Non sembrava che fosse sveglio, perché aveva ancora gli occhi chiusi. La lingua di Hisoka passo attorno al suo dito. Xei provò a toglierlo, tirò come meglio poteva, ma era impossibile. Alla fine aprì gli occhi. Le loro sfumature dorate brillavano in modo inquietante.
"S-scusa."
All'improvviso le faceva paura. Non aveva mai visto un'aurea del genere e non era la solita che Hisoka utilizzava per spaventare gli altri. Quella non aveva mai funzionato con lei.
"Io n-non volevo."
Le lasciò andare il dito, che Xei riportò subito a sè. Hisoka si avvicinò con un'espressione impossibile da leggere. La sovrastò, facendole appiccicare la testa al cuscino. Se avesse potuto, avrebbe voluto sprofondare con le spalle nel materasso.
"M-mi dispiace", si scusò ancora. Il ghigno di Hisoka non accennava a cambiare. Non sembrava intenzionato a parlare e guardava le pupille di Xei tremare. Alla fine si distese sopra di lei e l'atmosfera si calmò.
"Abbiamo ancora tempo per dormire", disse accanto all'orecchio di Xei.
Hisoka non ci mise molto a riaddormentarsi in quella posizione. Xei, invece, aveva il cuore a mille. Sperò che non lo sentisse anche lui, visto quanto erano appiccicati. Tra la paura e il fatto che fosse sopra di lei dovette mettersi d'impegno a calmarsi. Il respiro caldo di Hisoka le arrivava sul collo. Il suo corpo era pesante, ma era comoda in quella posizione e anche bene al caldo. La sua aura era calma e accogliente. Alla fine si rilassò anche lei. Lo abbracciò, come lui stava facendo con lei. Appoggio le braccia alla sua schiena e si addormentò.
Quando si svegliò, Hisoka la stava fissando. Aveva il mento appoggiato alle mani e sembrava solo aspettare che aprisse gli occhi.
"Dormito bene?" sorrise e assottigliò gli occhi.
"Sì" rispose con voce assonnata. Si accorse che lo stava ancora abbracciando. Si accorse anche di qualcosa di duro che premeva contro di lei sul basso ventre.
"Anche tu, mi sembra di capire" disse facendoglielo intendere.
Hisoka si fece serio. Era la reazione opposta a quella che si aspettava Xei, ovvero un ghigno. Sembrava che gli avessero tolto le espressioni facciali e gli fosse rimasta solo quella maschera impassibile. Xei deglutì, non sapendo cosa aspettarsi. In effetti, pensandoci dopo, avrebbe potuto prevedere facilmente la mossa successiva. Hisoka la baciò. Non era un bacio dolce e leggero. Si era gettato sulle sue labbra affamato e presto raggiunse anche la sua lingua. Xei intrecciò le dita tra i suoi capelli rossi, impedendogli di fuggire. Non era lei la preda di quel bacio. Ripresero fiato solo per ricominciare. Hisoka la attirava come mai prima di quel momento. Voleva riappiccicarsi a lui come il suo dito quella stessa mattina. Invece, Hisoka si alzò e annunciò che andava a farsi una doccia. Strano, se l'era fatta prima di andare a dormire. Xei rimase un po' delusa da quella interruzione, ma soprattutto rimase stupita che non andasse dritto al punto. Era troppo impegnato a fare allusioni per poi non arrivare al resto. Fa niente, sarebbe stato per un'altra volta. Guardò l'orologio. Era tardi. Avevano dormito quasi tutta la mattina e aspettando un po' potevano fare direttamente pranzo.
Quando Hisoka uscì dal bagno si rimise a baciarla su tutto il volto. Xei si era seduta con le gambe ancora sotto le coperte e lui le stava seduto davanti. Il solito ghigno tornò a disegnarsi sul suo viso. Lei appoggiò una mano sul suo petto e giurò di averci sentito un fremito, seppur minimo. Dopo che anche con l'altra mano lo raggiunse per abbracciarlo, Hisoka si fiondò con la testa sulla sua spalla e la abbracciò.
"Vuoi stritolarmi?"
"Sì, se servirà a tenerti qua." Non aveva usato il suo solito tono provocatorio. Non era mai stato così serio quanto nell'ultima mezz'ora. Teneva la faccia nascosta e rimase a lungo in quella posizione.
"Cosa c'è?"
"Sei comoda", mentì. Tuttavia, Xei non se n'era accorta. Non del tutto, almeno.
"Non vuoi mangiare qualcosa?" Chiese dopo vari minuti passati così.
Hisoka finalmente alzò la testa e le scompigliò i capelli. "Sì e scelgo io."

I'm in love with a criminal, or am I the criminal? - HisokaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora