❝ La Prima Prova ❞

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Una scia solare si propagava nel cielo aranciato, che inaugurava l'alba appena sorta. Un nuovo giorno giunse nell'ampio territorio della scuola di magia di Hogwarts e con esso anche la fatidica "Prima Prova".

Rimasi accovacciata sullo spalto di marmo, che si affacciava alla vitrea finestra, per quasi tutta la buia notte. Osservai le brillanti stelle che puntellavano la massa cupa in cui esse si adagiavano, rendevano tutto più magico.

I miei pensieri si trovavano in un'eterna lotta tra di loro, senza aver mai un attimo di tregua per respirare. Ero intrappolata in una grande bolla, senza poter scappare da quell'incubo che diventava realtà. Questo carico addosso mi opprimeva sempre di più, tanto che rimanere sola con me stessa era come aver davanti il proprio peggior nemico. Forse avevo troppe paranoie, forse ero l'unica a vedere la realtà per com'era.

Vedere ogni giorno che le cose non fanno altro che incrementarsi in un ammasso di male, mi distrugge. Ogni volta si ha un caos diverso, come se il mondo magico stesse vivendo in una totale crisi. Tutto per colpa di quel maledetto marchio in quella dannata partita. Doveva essere soltanto un momento di sorrisi, solo che questi sono stati strappati via.
Per non parlare del Torneo.

Quel tanto atteso momento è arrivato, quel catastrofico momento.

Sin dalle prima luci del mattino si misero ad allestire il tutto per l'attesa prova. Trasportarono i feroci draghi fuori dai grandi cancelli del castello, in uno stadio non troppo lontano dalla scuola. All'interno vi era una profonda cava circondata da enormi macigni, per proteggere gli spettatori da eventuali sputi infuocati. Hagrid era innamorato da ciò, data la sua grande passione per le creature magiche che popolavano il nostro pianeta. Mi aveva riferito che fu proprio uno dei fratelli Weasley, per l'esattezza Charlie, a portare queste bestie dalla Romania. Di quanto avevo capito il fratello di Ron lavorava con le creature magiche, specialmente con draghi di grandi taglie.

Non nego il fatto che sia abbastanza preoccupata, ancora stento a credere che questo sia reale e che stia accadendo sul serio. Forse per il pericolo, o forse perché una colonna di me sta rischiando la sua stessa vita. Gli avevo promesso che lo avrei sostenuto e che ad ogni suo passo io fossi stata lì ad appoggiarlo, dubito del fatto che io possa essere fedele in questo compito.
Sono in grado di non infrangerla?
Sono all'altezza delle sue aspettative?

Strinsi le mie esili braccia intorno alle ginocchia, posando l'aguzzo mento su di esse. Chiusi gli occhi sospirando, calmando quel pazzo cuore che cercava di uscire da quella gabbia, che non faceva altro che urlare pietà. Rivolsi per l'ultima volta lo sguardo fuori dalle barricate dell'ampia finestra, accorgendomi dello splendente sole che batteva impetuoso, nonostante fosse ostacolato da una miriade di nuvole grigiastre.

In Sala Grande non si faceva altro che parlare allegramente della tanto attesa "Prima Prova", tanto che ognuno si dimenticava di quello che si aveva accanto. Persino i quattro campioni in carica erano esaltati dall'idea, poiché gratificati dalla moltitudine di sostenitori.

Il sorriso del giovane Tassorosso non faceva altro che brillare in quella folla di complimenti e incoraggiamenti. Quelle pozze cenere che esprimevano gioia, nella quale era piuttosto facile perdersi per ore. Quello sguardo dolce che ti implorava di guardarlo e stare lì per l'eternità di questa breve e restante vita. Sorrisi lievemente guardando quella scena. Dovrei fidarmi un po' di più nel fato, lasciarmi andare rompendo quel saldo blocco che mi tiene immobile.

Molto probabilmente è la scelta più giusta.

Forse compativo me stessa, per quanto mi facessi prendere da quella confusione che non sapevo gestire o controllare. Per una volta staccare la spina e cominciare a vedere a colori.

Never Ending Story | Cedric DiggoryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora