❝ Il Ballo Del Ceppo ❞

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Rimuginai su quello che era successo per ore, giorni o settimane. Non so decifrare per quanto tempo io sia stata chiusa in quel malessere continuo. Un oblio travolto dentro una piccola ragazzina debole.

Forse è così, sono troppo debole e sentimentale. Forse dovrei semplicemente appallottolare tutto e gettarlo via dalla mia mente, da me.

Cosa mi serve star male se poi colui che lo ha provocato fa finta di nulla? Credo che forse questo dolore dovrei meritarmelo, ho mentito a fin troppe persone e continuo a farlo.

Una adolescente con alle spalle un segreto più grande della sua statura. Forse dovrei mostrare la vera me, ma al costo di mettere in pericolo tutti i mie cari.

Come posso continuare così, indecisa pure su cosa pensare, non avendo una certezza a cui credere per l'indomani e con una confusione che le divora ogni singolo strato di carne.

Dovrei smetterla di piangere, asciugandomi quella dannate lacrime dal mio viso pallido e camminare avanti. Ma non riuscivo, sentivo che una parte di me era volata via, strappata violentemente dal mio cuore e fatta in mille piccole pezzi.

Mi sentivo morire dentro ogni secondo.

Il fiato non era mai abbastanza e ogni singolo battito faceva una maratona con quello seguente. Le dita che scivolavano rovinose tra i capelli, stringendoli fortemente. Quelle rosee labbra che tremavano e si contorcevano solo nel sentire quel maledetto nome. Gli occhi cristallini diventavano una pozza cremisi solo al ricordo di quella ripugnante scena.

Perché ero ridotta in questo stato? Perché tutto faceva così male? Male al cuore, all'animo infranto.

Forse perché avevo cominciato a credere a quella celebre e singola parola, o forse perché qualcuno me l'ha rubata davanti agli occhi. Forse sono ancora troppo incosciente per capire il significato di amare qualcuno.

Il profumo natalizio arrivò all'interno del rigoroso castello. Dicembre era già inoltrato e la candida neve scendeva in lattei fiocchi, ricoprendo l'intero paesaggio. Il Ballo del Ceppo sarebbe arrivato a breve, date le poche ore che lo distanziavano.
Ciascun studente si fece avanti negli ultimi giorni per cercare una bella dama e un valoroso cavaliere.

Era quasi la vigilia di Natale e un senso di nostalgia mi pervase, ripensando alla felice festa trascorsa con i miei familiari.
Mi mancavano tremendamente.

Vedere il dolce sorriso di mia madre nell'osservare i movimenti distratti e impacciati di mio padre. Mia nonna che preparava con amore i suoi amati biscotti di marzapane e mio nonno che faceva di tutto per mangiarli appena sfornati, cantando allegramente le solite canzoni natalizie.

Una stretta al petto toccò il mio fragile cuore, strizzandolo tristemente. Era tutto così quiete, tutto così felice.

Strinsi di più fra le mani la collana che mi donò mia madre il primo giorno in cui salpai il treno verso Hogwarts. Trattenni il duro pianto, guardando la piccola incisione. Sorrisi risaltando i rosati zigomi, pensando che dovevo essere forte per loro, per lei.

«Honey, le persone più forti sono quelle che, silenziosamente vanno avanti nonostante ogni cosa, nascondendo le loro profonde cicatrici dietro ad un semplice e gentile sorriso»

Percorrevo gli ornati corridoi con i libri tra le mani per dirigermi in Sala Grande. Ogni ragazzo sorrideva allegramente, contento per questo energico anno. Ero l'unico individuo ad essere in continuo conflitto, non trovando ancora la via della pace.

Posai il mio sguardo per terra, guardando i miei piedi camminare, allacciando saldamente i libri al seno, cercando un minimo d'appoggio.

Giunsi nella stanza, non guardando nessuno, sedendomi sul primo posto libero. Si trovavano la maggior parte degli alunni dell'istituto, concentrati a studiare. Piton passava tra i banchi per scovare e zittire coloro che si distraevano.

Never Ending Story | Cedric DiggoryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora