Ci incanteremo mentre scoppi in volo*

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Questo capitolo è ispirato in parte ad una canzone di Luciano Ligabue, Piccola stella senza cielo, in parte, invece, ai libri e non terrà conto degli eventi della serie tv. I libri in particolare due particolari eventi de Le ossa della principessa e Il ladro gentiluomo.

Se Alice fosse arrivata a Roma per dare a Claudio la notiziona e lui fosse stato effettivamente in Istituto?


AA's pov

Ho conservato segretamente questa busta per quattordici eterne ore di treno con l'intenzione di recapitata al legittimo proprietario una volta arrivata a Roma.

"E adesso, come glielo dico, al papà, che sarà papà?"***

Ed è così che per scacciare la noia di un infinito viaggio con destinazione Roma Termini, ho iniziato a scrivere. 

Di sicuro arriverò a destinazione a sera inoltrata e magari Claudio sarà ancora in istituto a lavorare. Spesso quando io sono a Domodossola e lui a Roma e lo chiamo la sera come risposta arriva qualcosa del tipo 'Alice sto ancora lavorando, ti chiamo io appena finisco'.

Il suo telefono squilla a vuoto e la voce della segreteria telefonica mi lascia intendere che a breve arriverà l'abituale messaggio.

Un'ora massimo ed esco. Ti richiamo io :)

Ecco, appunto.

Santo chiunque abbia inventato i taxi per avermi risparmiato la traversata di mezza Roma a piedi con annesso bagaglio appresso, in pieno inverno tra l'altro.

Quando arriva a casa mi trova immersa nell'acqua ricolma di bolle.

Oltre al coccolone che ha sicuramente preso quando si è reso conto che la porta di casa non era chiusa con tutte le mandate, non appena è entrato in bagno si è imbattuto in una me letteralmente sommersa ad occhi chiusi per farsi coccolare dalla schiuma e dall'acqua che ondeggia appena.

«Alice!»

Nello stesso istante in cui lui mi salta addosso pensando di dovermi soccorrere, io mi alzo di scatto rischiando di dargli una testata.

«Ma sei impazzita dico io, mi hai fatto prendere uno spavento mostruoso accidenti.»

«Eddai Claudio, però ti è piaciuta questa improvvisata.»

«Sì lo ammetto, ma ho come l'impressione che tu abbia combinato qualcosa nelle terre sperdute tra i monti, magari qualcosa che riguarda quel bellissimo diamante rosa trovato nell'intestino del poveretto ucraino?»

«Devo deluderla caro Dottor Conforti, avevo solo voglia di passare del tempo con il mio fidanzato. Forse lo conosce anche: un tipo molto cinico e parecchio stronzo se devo ammetterlo.»

Alza un sopracciglio per farmi capire che no, non ci crede nemmeno un po' che io sia venuta qui a Roma per quello. «Cammina! Asciugati che poi io ti aspetto di là.»

Gli porgo la busta che da troppo tempo sto tenendo nascosta, talmente nascosta che per un attimo avevo temuto di averla dimenticata sul treno ma questo piccolissimo dettaglio evito di raccontarglielo perché tanto so che penserebbe la solita sbadata.

Apre la busta e la lettera contenuta al suo interno.

«Ciao papà,

quello nella foto sono io. La mamma dice che sono già bellissimo, ma io non vedo nulla. È tutto buio!

Mentre mi scattavano questa foto pronunciavano delle parole stranissime che potete capire solo voi. Una cosa l'ho capita però, che sono qui da tre settimane.

AA&CC - Connessi indissolubilmente OneShotDove le storie prendono vita. Scoprilo ora