CC's pov
Alice è sparita, o meglio, è un po' che non la vedo.
Da quando siamo tornati dall'obitorio, per la precisione. Ma non è la prima volta che finite le autopsie sparisce; circa da una settimana, quando ci sono state delle sparatorie nei dintorni di Roma e ci sono state affidate le autopsie dei corpi.
Molto probabilmente è per questo che in questo periodo è molto strana anche a casa: è molto più silenziosa e fatica molto di più ad aprirsi con me, cosa che normalmente accadeva a me ed era lei a spronarmi a parlarle.
So quanto lei sia emotiva e facilmente vulnerabile e quanto spesso si lasci coinvolgere dai casi che affrontiamo, so quanto faccia bene avere qualcuno a cui appoggiarsi e una spalla su cui piangere, ma so anche quanto sia fastidioso sentirsi dire sempre le stesse cose tipo "non ti fa bene tenere tutto dentro, devi parlare" oppure "tutto bene? Qualcosa non va?".
Io non sono l'oratore migliore di tutti i tempi, si sa, ma le sto vicino e le faccio capire che ci sono, un po' a modo mio, ma anche semplicemente abbracciandola e coccolandola quando sento che ne ha bisogno, senza che sia lei a chiedermelo.
Non gliel'ho mai detto esplicitamente, ma so che sa.
Vado nel suo ufficio ma di lei neanche l'ombra, c'è solo Lara che sta ciappinando al computer.
«Lara sai dov'è Alice?»
«No, è da quando siamo saliti dall'obitorio che non la vedo e non è nemmeno tornata in ufficio. Pensavo che fosse rimasta con te»
Faccio per andarmene ma mi blocca «Conforti, aspetta un attimo. Volevo chiederti una cosa, tu e Alice avete per caso litigato?»
«No, perché? Sarei intrattabile se avessimo litigato, non credi?»
«In effetti... in ogni caso Alice è molto strana in questo periodo. Non parla con nessuno lavora tantissimo e spesso e volentieri salta anche la pausa pranzo»
«Silenzio stampa con tutti allora» dico più tra me e me. La saluto chiedendole di farsi viva se dovesse scoprire qualcosa.
Mi dirigo in bagno, magari ha bisogno di stare da sola e piangere senza che nessuno la veda.
Oggi abbiamo fatto l'autopsia a due bambini piccoli e ho avuto anche io qualche problema nel rimanere distaccato, figuriamoci lei che si fa coinvolgere con un caso qualunque. Proprio per questo avrei preferito non convocare lei e Lara per l'autopsia, ma tra esami e congressi sono tutti occupati e avevo bisogno di una mano.
Forse non avrei proprio dovuto coinvolgerle e fare tutto da solo e rimandare il lavoro di burocrazia a domani o a questa sera anche se avrei avuto bisogno di parlare con Alice di quello che le sta succedendo.
Anzi, senza il forse, non avrei dovuto e basta.
Mi avvicino e sento un rumore strano come se qualcuno stesse vomitando. «Sacrofano sei tu?» nessuna risposta ma una porta si apre e a questo punto desumo sia lei altrimenti non avrebbero aperto.
«Hei, da quant'è che sei qui?» le chiedo accarezzandole la guancia.
«Da quando siamo saliti dall'obitorio» ha gli occhi rossi e un po' lucidi ed è molto pallida segno che ha vomitato anche il pranzo di Natale. Mentre la sto abbracciando per darle un po' di sostegno e starle vicino si gira di scatto come se dovesse vomitare ancora e le tengo i capelli perché non si sporchino ma non ci riesce.
Accidenti ma che hai Sacrofano se hai pure gli sforzi di vomito!
«Scusa Claudio, non volevo farti preoccupare e perdere tempo. Magari dovevi mangiare e compilare le perizie e...»
Perché sei così distante? Una volta non ti saresti fatta tutti questi problemi... che succede? Sto iniziando a preoccuparmi.
«Ma che perdere tempo! Non pensarci nemmeno. Piuttosto, stai un po' meglio adesso?»
«Si, ora vado a scaricare le foto e le registrazioni di oggi. Comunque tranquillo, non sono incinta è solo un po' di stress» mi abbraccia e mi sussurra un flebile 'grazie'. È un abbraccio diverso da quelli soliti, ha bisogno di sentirmi vicino e, anche se non ho del tutto chiaro il motivo della sua stranezza, ho già qualche idea.
«Hei ma non sono una stampel-» non mi rendo nemmeno conto che è svenuta tra le mie braccia. È pallida, tanto pallida. La porto fuori dal bagno, nel mio ufficio e la distendo sul mio divano e provo a chiamarla dandole qualche schiaffetto in faccia.
«Sacrofano?» «Hei Alice?!»
AA's pov
«Ben svegliata bella addormentata!»
Apro gli occhi con difficoltà e con fatica cerco di mettere a fuoco ciò che mi circonda. Aspetta un attimo, ma io non ero in bagno? Ma soprattutto che ci faccio nello studio di Claudio?
Provo ad alzarmi ma vengo bloccata dal proprietario dell'ufficio. «Claudio ma che ci faccio qua?»
«Non stavi bene ed eri in bagno, poi sei svenuta tra le mie braccia e ti ho portato qui. Aspetta, rimani ferma che vado a prenderti qualcosa di zuccherato. Se vuoi puoi provare a metterti seduta ma niente in più perché sei molto debole» e quando è già sulla porta urla «ti vedo anche se non sono nella tua stessa stanza Allevi!»
Se pensate che in Claudio Conforti dopo quattro anni di relazione e quasi due di convivenza la stronzaggine sia diminuita e che ne so sia aumentata la premura nei miei riguardi vi sbagliate di grosso, anzi se vogliamo essere ancora più precisi, più è premuroso nei miei confronti più diventa stronzo e cinico dopo. Ma che ci vogliamo fare? È fatto così, ma è anche per questo che mi sono innamorata di lui.
Questa è solo la prima parte del capitolo "meno duecentosettanta", ce ne saranno altre tra le due e le quattro credo perché devo ancora capire in queli punti spezzare il capitolo intero. L'ho diviso perché non vorrei diventasse pesante e troppo lungo e poi perché l'effetto sorpresa migliora l'interpretazione, giusto? Volevo anche ringraziarvi per le tante letture e visualizzazioni che avete fatto💗. A martedì prossimo con la seconda parte.
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AA&CC - Connessi indissolubilmente OneShot
FanfictionAlice Allevi, giovane specializzanda in medicina legale, si trova ad affrontare un affascinante ma anche stronzo medico legale: Claudio Conforti aka CC. OneShot ispirata al mondo nato dalla penna di Alessia Gazzola, interpretato divinamente molto at...