Capitolo I.

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Tutto iniziò una mattina di Febbraio. Io ero già sveglio da un pezzo con la faccia rivolta verso il soffitto e gli occhi sbarrati. Non avevo per niente voglia di andare a scuola ma la sveglia suonò puntuale come un orologio svizzero. Erano le 7 meno un quarto e fuori era ancora buio. Una meraviglia, insomma.

Mi alzai di soppiatto per non svegliare i miei genitori e mi preparai velocemente: purtroppo quel giorno avrei dovuto presentare la mia tesina di Scienze ed io ovviamente non avevo nemmeno iniziato a scriverla.

Non ero mai stato bravo a scuola, anche se ero sempre riuscito a cavarmela. In quei giorni non me la stavo passando bene, però.

Non appena uscii di casa notai che i lampioni del viale erano ancora accesi e la temperatura così bassa che le mie mani si congelarono nonostante i guanti di lana. Per strada non c'era anima viva e mi sentii come in un vecchio film del cacchio.

Stavo per voltarmi e andarmene dalla parte opposta della scuola, intento a saltare quella giornata perché sinceramente un'altra ramanzina non mi avrebbe fatto comodo ma mi ritrovai qualcuno ad un palmo di naso.

- Thomas...dove cacchio stai andando?

Era il mio migliore amico Minho. Mi colse di sorpresa e feci un leggero balzo indietro, spaventato.

- Oh...ehm. Minho, cosa ci fai qui?

L'asiatico mi guardò con aria annoiata.

- Per caso stavi per marinare la scuola?

Lo osservai con aria colpevole e mi guardai le scarpe da ginnastica bianche che avevo ai piedi.

- Oh andiamo, lo sai che se prendi un'altra nota rischi la bocciatura! E io con chi dovrei fare il viaggio di maturità all'ultimo anno? Non senza il mio migliore amico. Non se ne parla.

Purtroppo non aveva torto. Mi stavo già facendo la sploff nei pantaloni pensando a quello che avrebbe detto la Professoressa McCalaghuy se fossi andato a scuola senza la tesina.

- La consegna era oggi, Thomas! Se non ti presenti sicuramente la Professoressa ti darà una nota. E noi non vogliamo questo, vero?

Minho era visibilmente preoccupato. E aveva ragione. Inconsciamente me ne resi conto ma avevo ancora i piedi puntati dalla parte opposta della scuola. Non sapevo cosa fare e inoltre il mio migliore amico da lì a poco avrebbe avuto una crisi isterica. Mi preparai mentalmente ad affrontarlo ma fui interrotto da una mano appoggiata sulla mia spalla. E non era quella di Minho.

- Ehilà sfigati, come state?

La voce era della mia amica Teresa, la quale si passò una mano nella folta chioma di ricci scuri mentre con l'altra mi teneva stretto il braccio. L'asiatico osservò la scena con disappunto.

- Felice di essere sempre considerato da te come Thomas, Teresa!

La bruna dagli occhi azzurri emise una piccola risata.

- Ragazzi, che succede? Percepisco tensione!

Minho si sistemò tra me e Teresa, facendosi spazio con le grosse braccia muscolose. Teresa sbuffò, come se lasciarmi andare le fosse costata un'enorme fatica.

- Qui, il nostro Thomas, non ha fatto la sua cacchio di tesina. E rischia un'altra nota che lo porterà nel peggiore dei casi ad una bocciatura. È tutto scemo, non credi?

Non lo disse con cattiveria ma le sue parole mi fecero rendere conto di quanto ero stato stupido. Non mi ero mai preoccupato così tanto della scuola fino a quel momento. Il problema è che non stavo passando un bel periodo in casa. I miei stavano divorziando e come al solito non facevano altro che litigare. La tesina era l'ultimo dei miei problemi.

Teresa voltò lo sguardo verso di me, con aria preoccupata. Sospirò.

- Tom, così te la rischi di brutto. Abbiamo sentito tutti le avvertenze della Professoressa McCalaghuy..

Non riuscivo a sostenere il loro sguardo.

- Lo so, lo so ragazzi. È che pensavo avrei potuto inventarmi una scusa, come ad esempio di avere il morbillo. Che so, qualsiasi cosa. Non ho fatto il compito..è così! Ma è un periodo del caspio per me. Lo sapete.

Teresa mi osservò con una punta di compassione.

- Senti Tom..io..io conosco un tizio. Forse puoi non marinare la scuola e cavartela in ogni caso.

Minho si spinse ancora più vicino alla bruna osservandola da vicino.

- In che senso..conosci un tizio?

Teresa sembrava scocciata.

- Conosco un ragazzo, è nuovo a scuola. È molto bravo e si fa pagare per fare i compiti. Ovviamente è illegale e se si venisse a scoprire potrebbe anche essere espulso. Quindi dovreste mantenere il segreto. Sicuramente avrà una vecchia tesina per Tom.

Questa cosa mi incuriosì. Sarei potuto finire nei guai ma forse sarebbero stati peggiori se non mi fossi proprio presentato in classe. Cacchio! Ero un disastro. Tutto era un disastro. Ma non avevo altra scelta.

- E..come si chiama questo tizio?

Teresa rivolse lo sguardo verso di me e si mise le mani in tasca.

- Si chiama Newt.

Safe Place || NewtmasDove le storie prendono vita. Scoprilo ora