15. Hai rotto il cazzo.

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A volte me lo chiedo anche io.

Ma non c'è risposta.

Il viaggio dura per un altra oretta, ovviamente non di certo nella completa calma come aveva chiesto il riccio, ma questi sono dettagli. Oltretutto sta iniziando a fare caldo, e io non potevo non lamentarmi per tutto il viaggio di questo caldo.
Cioè è cosa giusta e sopratutto lecita.

Dopo circa minuti interminabili a cercare un posto, riesce a trovarne uno, e senza ancora una volta dirmi nulla, si limita a trascinarmi via dall'auto, e solo ora mi rendo conto che siamo davanti ad un Motel che avrà un qualcosa come due stelle.

E sopratutto, anche solo adesso mi sono resa conto che è già calata la notte. "Non dirmi che dobbiamo passare la notte qui?" Gli chiedo, cercando di vincolarmi dalla sua presa, ma ovviamente è tutto vano. "Non fare storie." Dice però, tirandomi all'interno di questo... coso.

Ancora del tutto contraria, mi trascina verso il bancone, dove una signora ci guarda abbastanza sconcertata. "Una camera per due grazie." Chiede il riccio, tenendo sempre quella espressione da muso lungo, che ovviamente inquieta molto la donna. Dovrebbe sapere che è quella è proprio la sua espressione, e non c'è niente che possa fargliela cambiare.

"Abbiamo terminato le camere. Mi scusi." Ci spiega la signora, controllando sopra al monitor del suo computer qualcosa a me sconosciuto.

"Ho detto una camera per due, grazie." Ripete ancora una volta il riccio, con l'unica eccezione che questa volta estrae dalla tasca posteriore una pistola, appoggiandola sul tavolo e tenendola stretta tra le dite delle mani, guarda la signora, che in questo momento probabilmente non è più sicura come prima, nonché comunque dovrebbe preoccuparsi così tanto.

Insomma sono io quella che si sta facendo un viaggio con lui, non lei. Porca puttana.

"Le prendo subito le chiavi." Scappa via terrorizzata la donna, e solo in quel momento, riesco a dire qualcosa. "Sei proprio cattivo comunque." Dico solamente, incrociando le braccia al petto, per poi girarmi dal lato opposto. "Beh grazie. Ma non hai visto ancora niente." Dice solo, facendomi tremare per un secondo, ma subito dopo lo mando a fanculo, e ricevo di risposa un ghigno.

"Ecco a lei. Stanza duecentoventidue." Dice la donna, porgendo le chiavi al riccio, con le mani ancora tremanti, date dalla paura. "Grazie a lei." Sorride il riccio divertito, per poi trascinarmi verso le scale, che mi costringe a salire piuttosto velocemente per i miei gusti.

"SI MA CON CALMA." Mi lamento, cercando di mantenere il suo passo, ma no... sono sempre stata troppo pigra per fare sport, e no, non c'è la faccio a fare tre scale troppo velocemente.

Si lo so, sono troppo forte.

Arriviamo finalmente alla nostra porta, e il riccio aprendola, mi ci scaraventa letteralmente dentro. "Dovresti darti una calmata, comunque." Dico con quello che penso sia un mezzo sorriso sul mio volto, vedendolo chiudere la porta velocemente e buttare le chiavi in una parte indefinita della stanza. "Non riderei se fossi in te." Mi minaccia, guardandomi da lontano in modo strano.

"Beh... è una bella sfida non farmi ridere." Lo sfido a mia volta, per poi cercare di andare verso il bagno per darmi una sistemata per il troppo caldo, ma vengo fermata quasi subito dalla sua mano, che mi afferra e mi porta accanto a lui. "Non così in fretta." Ghigna felice, facendomi alzare un sopracciglio confusa. Questo qui si è drogato e io non me ne sono neanche accorta, sicuro. "La droga fa male." Dico guardandolo, ma di riposta trasforma la sua espressione da inquietante a seria e fredda.

Forse... dovrei smetterla di fare la cogliona.

"Stenditi." Mi ordina dopo circa cinque minuti, dove si è limitato a fissarmi e capire chissà cosa.

Kidnapped (Ariana Grande/ Harry Styles/ Zayn Malik) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora