«Mamma» la bambina chiamò la madre affianco a lei, tirando lievemente la manica della giacca in cotone «torneremo a casa, vero?»
La donna sentì nuovamente la minaccia di quelle lacrime che, per così tanto tempo, le avevano rigato quelle guance, strinse a sé la bambina cercando di trasmetterle conforto, anche se la prima a cui serviva, era proprio lei «ma certo amore» le sorrise falsamente, tirando semplicemente le labbra e curvandole lievemente.
La bambina chiuse i suoi occhi, mostrandole la tranquillità e la spensieratezza che avrebbe voluto avere nuovamente anche lei «dove stiamo andando?» la bimba riprese a bombardarla di domande come era solita fare. Quel suo modo di fare curioso la spingeva sempre a cercare una risposta ai suoi "perché" fino a quando non ne trovava una. Ma come poteva darle una risposta, se in realtà non lo sapeva nemmeno lei?
«Andiamo dalla nonna, per qualche giorno» decise di mentire, pur di continuare a vedere quel visino tranquillo.
La bimba si appoggiò al finestrino dell'autobus ammirando il panorama, i suoi grandi occhi verdi osservavano tutto minuziosamente, era sempre attenta a tutto, e questo non sempre era un bene, purtroppo.
All'improvviso, salì un bambino con in mano un pupazzo, mentre teneva stretta la mano della donna che aveva affianco. Analizzò attentamente tutti i passeggeri e come incrociò gli occhi della bambina, sembrò quasi sussultare.
Si avvicinò a lei tranquillamente, sorridendole «ciao», la salutò come se la conoscesse da sempre, mentre la donna continuava a spostare lo sguardo dal viso della sua adorata bambina a quello del bambino, chiedendosi se si conoscessero.
La bambina lo guardò attentamente, analizzando ogni centimetro del suo viso, cercando fra la sua memoria qualche lineamento vagamente familiare, ma ci fu il nulla. Tuttavia, gli sorrise cordialmente e ricambiò il saluto «ciao!» non domandò nulla, si limitò semplicemente a rispondere, e di questo la donna ne fu veramente stranita.
Il bimbo allungò la mano verso di lei, porgendole il suo pupazzo a forma di coniglietto «tieni, questo è per te», la bimba, presa alla sprovvista, non seppe che fare, lo prese e prima che il bambino si girasse dall'altra parte, non poté fare a meno di chiedergli spiegazioni «perché mi stai dando questo?» gli chiese, mostrandogli il pupazzo.
Il bimbo si girò nuovamente verso di lei, le sorrise e le rispose «perché sei la bambina più bella che io abbia mai visto», poi proseguì la sua camminata, andando a sedersi nei sedili posteriori, affianco a colei che doveva essere la mamma.
La bambina dai grandi occhioni verdi rimase scossa, per la prima volta nella sua giovane vita, non aveva ottenuto una risposta che la soddisfacesse.
La giovane donna continuò a non capire, si girò più volte verso il bambino per notare qualche sua azione inerente a quel piccolo gesto, ma vide solo una donna perplessa tanto quanto lei.
«Perché hai dato il tuo pupazzo preferito a quella bambina?» sentì la donna, probabilmente la madre, domandare al bambino, che come risposta ottenne solo una misera alzata di spalle «te l'ho già detto».
La donna allora si voltò verso la sua adorata bambina «lo conosci?» chiese, ma anche questa volta ottenne una alzata di spalle «no, mamma, non l'ho mai visto» ammise, la donna immaginò quanto quella piccola creaturina rimase confusa, e soprattutto ancora in cerca di una risposta che l'avrebbe tormentata per anni.
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Inevitabilmente tu
RomanceAmelie è una ragazza tradita dalle persone a cui avrebbe dato il mondo: il suo ragazzo e la sua migliore amica l'hanno ferita talmente tanto, che l'unica via di fuga da quel dolore così straziante, è solo quella di fuggire via e di ricominciare da c...