Raging

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"Vivi quello che c'è, non quello che vorresti che non ci sarà"

Era passata qualche settimana da quella sera, era la fine di luglio. Era un mercoledì sera, se non ricordo male, invitai Wendy a casa mia, non sapevo con chi altro parlare alla fine se non con lei.
Ero seduta con lo sdraietto sul balcone che l'aspettavo. Ricordo che quella sera il sole era calato più tardi del solito però a sinistra, in lontananza, era già presente la luna, mentre a destra, la luce illuminava ancora il mio viso. E' stato un tramonto pazzesco, ho ancora l'immagine riflessa negli occhi. Ero rimasta incantata a fissare i gabbiani che volavano in cielo, il mare era piatto e c'era qualche barchetta all'orizzonte. Notai un ragazzo sulla battigia, pensavo fosse Jackson. Era bello e aveva un aria famigliare ma non so ancora chi sia. Improvvisamente si tolse la maglia e in quell'istante a distogliere la mia attenzione fu la mia amica che mi risvegliò dal sogno ad occhi aperti. 
"Hey eri incantata?" disse ridendo.
"Scusa è che non ci capisco più nulla"
"L'amore è così stupido.."
"Ma vallo poi a capire. Ti incasina la testa" dissi sbuffando. Non sapevo come dirle quello che pensavo e se non riuscivo ad essere chiara con lei figuriamoci se riuscivo ad esserlo con Jack.
"Non mi sento abbastanza per lui" dissi tutto d'un fiato dopo pochi secondi di silenzio straziato. Non capì subito a chi mi stessi riferendo visto che uso, anche tutt'ora, raramente i soggetti dando per scontato che tutti sappiano cosa ho in testa.
"Ti riferisci al lampione della luce?" 
"Chi?" poi feci due più due. Era il soprannome che gli aveva dato.
"Senti Julie io voglio essere onesta con te, non puoi partire in partenza a dire di non essere abbastanza, sei scema!"
"Sai cosa" le dissi senza troppi giri di parole "hai ragione ma ci sono dei momenti dove mi fa infuriare e.."
"E niente!" mi interruppe lei "escici e lasciati andare tanto se si mettesse male tra un mese e mezzo non lo vedrai più".
Ci riflettei sù e dissi "In quel mese e mezzo se andasse male, che faccio? non esco più di casa?"
"E se invece andasse bene e diventasse il mese e mezzo più bello della tua vita?" 

Il giorno dopo ricordo perfettamente cosa successe, avevo stravolto la mia estate, la cosa divertente è che ero sobria quella sera quando decisi di uscirci. Non distoglieva mai lo sguardo dal mio anche se mi sembrava più distante rispetto alle altre volte. Senza farlo apposta ci ritrovavamo a camminare sempre vicini. Avevo paura a lasciarmi andare e in quei momenti mi ritrovavo a fissarlo con gli occhi di una bimba quando vede la neve per la prima volta dopo tanto tempo la neve. Fortunatamente c'era anche Fil, che rendeva il tutto meno imbarazzante, con un suo amico, non era bellissimo ma mi aveva dato l'impressione di essere pazzo. Sapete, uno di quelli che se vuole fare una cosa che gli passa per la testa la fa senza pensarci sù due volte. Era Oscar. Avevamo deciso di andare in un bar che si trovava nel centro storico di quella cittadina monotona. Poi ricordo che totalmente a caso per rompere il silenzio Fil disse a Oscar: "Guarda che lei è di Milano non te la puoi fare".
Momento di silenzio.
"Non ti preoccupare è talmente figa di legno che non potresti fartela comunque"
"Scusa?" sbroccai "solo perchè non mi faccio chiunque sono una figa di legno Jackson?!"
"Dimmi chi ti faresti allora".
Esitai a rispondere poi gli dissi con molta calma: "Mica lo dico a te e soprattutto mica lo dico qui davanti a tutti"
"Dai dillo" insistette lui.
"Ma tanto non li conosci" mi difesi io.
"Bè allora dimmi chi ti faresti tra quelli che sono qui" disse fermandosi. Mi misi a guardare qualsiasi altra cosa pur di evitare il suo sguardo anche se poi mi costrinse a fissarlo. 
Lui fece una faccia come per dire ' vedi, ho ragione io sei una figa di legno '. Ero stanca di fingere di essere forte fregandomene e evitando le situazioni che sognavo ad occhi aperti. Fissai per terra, presi coraggio e gli dissi a bassissima voce: " Te".
"Cosa hai detto Julie?"
"Te, ho detto te" dissi alzando la voce e lo sguardo su di lui pentendomene subito dopo. Rimase stupito anche se non lo fece notare. Poi si avvicinò a me, allontanandosi dagli altri. 
"Allora dimostramelo"
Io rimasi in silenzio.
"Baciami stronza" disse sorridendo.
"Non ci arrivo" gli dissi ridendo. Mi prese in braccio cingendomi le gambe rendendomi così più alta di lui, misi le mani dietro la sua testa toccandogli i capelli.
"Baciami" ridisse.

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