Black Swan-Jikook

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(Ispirata al balletto "Il lago dei cigni.")

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J

imin era disperato.
Addolorato.
Cantava il suo dolore nella distruzione che lo avvolgeva, un canto spezzato dalla sua voce fragile e di un color nero senza più sfumature.
Le note della straziante preghiera al mondo risuonavano in quella foresta solitaria, ad ascoltarlo solo la fauna e il vento che soffiava.
Avrebbe voluto danzarlo, quel suo male al cuore, ballare e curare quelle ferite. Avrebbe volentieri ricomposto il puzzle di vetri rotti che si muovevano come macigni nel suo petto, risuonando in melodie stonate.
Ed ora, era solo.

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Si sentiva davvero perso. Aveva obbligatoriamente rotto ogni contatto con la sua famiglia, poichè brutalmente uccisa da suo zio per una vendetta quasi assurda nei confronti di suo padre: non gli aveva ricambiato un debito nel tempo stabilito.
Era, secondo lui colpa dello stesso Jimin, i genitori avevano chiesto un prestito allo zio per poterlo crescere.
E suo zio Rothbart aveva ucciso tutti, e maledetto il giovane.
Più che ragazzo, ora era un cigno.
Rothbart aveva posto una sola condizione per la sua salvezza: l'amore.
Ma come poteva, uno come lui, avere una chance in amore?
Aspettò incessantemente l'arrivo del tramonto, per poter tornare per un po' un umano, con mille pensieri per la testa e una paura terribile nel petto.
Il suo mondo era diventato tremendo nel giro di così poco tempo... ma c'era qualcuno, qualcuno che poteva salvarlo.
Se solo avesse saputo dei suoi sentimenti, se solo li avesse ricambiati.
O meglio: se solo Jimin li avesse accettati quando gli erano stati confessati... probabilmente ora quella persona nemmeno li provava.


Era arrivato il grande giorno: Jimin si sarebbe dovuto presentare a corte per il suo periodo di servigi al giovane principe, Jeon Jungkook.
Essendo un ragazzo molto abile in ogni materia, avrebbe aiutato il principino in vista del suo futuro come regnante.
Il precedente giovane aspirante al precettorato, Namjoon, si era dovuto dimettere per via dell'imminente matrimonio con il nobile Kim Seokjin delle terre d'Oltremare.
"Come ti chiami?" Aveva chiesto Jungkook, curioso.
"Mi chiamo Jimin, vostra altezza. È un onore per me, popolano come tanti, fare la vostra conoscenza. Spero di poter donare i miei migliori servigi a sua altezza reale."
Il principe aveva sorriso, e lo aveva invitato ad avvicinarsi. "Dio, odio queste formalità. Per te sarò Jungkook, o Kookie, come ti pare. Posso chiamarti hyung? Devo darti del lei?"
E così, avevano fatto amicizia. Jimin doveva utilizzare le forme di rispetto con il principe solo alla presenza dei sovrani, ma quando erano soli, per lui era Jungkook... o Kookie. Finite le lezioni, passavano il tempo nel grande giardino del palazzo, e fu che Jungkook confessò a Jimin il suo amore, all'età di 18 anni.
"Non posso." Aveva detto Jimin. "Non voglio. La persona che meriti d'amare è molto più d'un semplice popolano."
Era corso via, con le lacrime che ricadevano come perle, con il cuore spezzato mentre negava i sentimenti che in realtà provava... e aveva lasciato un pezzo del suo cuore tra le mani del giovane principe.

𝐎𝐧𝐞 𝐒𝐡𝐨𝐭𝐬 𝐬𝐮𝐢 𝐁𝐚𝐧𝐠𝐭𝐚𝐧 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora