song: moonchild- RM
혼돈
caos<<Perdona il disordine>>, il corvino si mosse a disagio, colpevole. Era cosciente del caos che regnava nel suo appartamento, riflesso di ciò che accadeva all'interno della sua testa. Taehyung spalancò gli occhi, si sarebbe aspettato un appartamento molto semplice, quasi spoglio, ma quello che si ritrovò davanti lo stupì. Il piccolo soggiorno era totalmente a soqquadro; bottiglie vuote di soju erano accatastate malamente, l'una accanto all'altra, su tutte le superfici piane possibili, alcune erano persino rotolate sotto il divano color verde muschio, posto nell'angolo della stanza. Cicche di sigarette consumate erano state schiacciate nei posacenere dispersi nei vari angoli della casa, altre, ancora mezza intere, erano state abbandonate sui davanzali delle finestre. Ma una cosa, più di tutte, fece aggrottare le sopracciglia del castano in un'espressione confusa. Un materasso era disposto sul pavimento, proprio nel mezzo del salotto. Taehyung non poteva sapere che quella fosse un'abitudine del corvino; abitudine che chiunque, vista dall'esterno, avrebbe considerato bizzarra; ma che, al corvino, donava un senso di compagnia, capace di cullarlo fino al sonno. Era consuetudine di Yoongi, infatti, trascinare il suo materasso nel salotto e posizionarlo davanti alla porta finestra, nelle notti più fredde e buie. Lì, steso nel suo letto, era capace di osservare quelle torce luminose disturbare il buio come tanti piccoli spilli che trapassano una tela, fino al sorgere dell'alba; tale momento, tale istante condiviso con quelle lucciole lontane anni luce, era capace di farlo sentire meno abbandonato, un po' meno dimenticato dal mondo. L'essenza di quel fenomeno era in grado di fermare il flusso dei suoi pensieri- lasciandolo fin troppo assuefatto dalle luci notturne per perdersi nei meandri della sua mente-, fin quando il sonno non avrebbe preso il sopravvento sul suo corpo.
<<Uhm... tieni>>, il castano non si era nemmeno reso conto che Yoongi si era allontanato per prendere dal frigo due bottiglie di soju, né che ora fosse posto davanti a lui, con il braccia steso per porgergliene una. L'afferrò, ringraziandolo debolmente. Il corvino si stava man mano pentendo della sua scelta, forse era stato troppo avventato ad invitare un semi sconosciuto in casa. Non tanto per un fattore di pericolo -non era il tipo di persona da preoccuparsi per sé stesso, non più almeno-, quanto per il palese imbarazzo che aleggiava nell'aria, il quale non risparmiava nemmeno un centimetro di quella fredda stanza. Aveva notato lo sguardo sconcertato dell'altro, mentre osservava le condizioni in cui versava il suo appartamento. Era abituato a quegli sguardi pietosi nei suoi confronti, ma facevano comunque male. Sapeva di essere un disastro, ma sperava che prima o poi qualcuno si sarebbe deciso a provare a districare quel gomitolo di fili ingarbugliati che erano le sue paure e insicurezze, invece di ricordargli quanto fosse complicato, per poi lasciar perdere.
Al castano non sfuggì il repentino cambiamento nell'umore dell'altro, da come teneva lo sguardo basso, fisso sulle sue scarpe consumate dal tempo. Capì immediatamente quello che frullava nella mente dell'altro: pensava che lo stesse giudicando. Ma non era una caratteristica di Taehyung giudicare, semplicemente non poteva. Oh, se solo Yoongi avesse saputo. Si mosse con disinvoltura, come a infondergli coraggio, come se non ci fosse motivo di essere in imbarazzo, non con lui. Si avvicinò al materasso posto al centro della stanza, sdraiandocisi sopra, attento a non versare nemmeno una goccia della sua preziosa bottiglia di soju. Il corvino alzò gli occhi, stupito nel vederlo così a suo agio in quel caos che era la sua vita. Letteralmente sdraiato sulle sue paranoie e insicurezze. Si avvicinò lentamente, quasi intimorito da quella creatura così bizzarra posta sul suo letto, per poi sdraiarsi accanto a lui. Il silenzio era persistente, ma non asfissiante come prima. Stettero per qualche minuto in silenzio, sdraiati ad osservare il crudele temporale che persisteva fuori da quella mura, l'unico contatto fra di loro costituito dalle spalle che si sfioravano.
<<Sai, a volte penso che con gli sconosciuti non ci sia bisogno di filtri, quel giorno alla galleria d'arte mi hai dato l'impressione di essere un solitario come me. Forse è per questo che mi sono avvicinato a te, e forse è per lo stesso motivo se sono qui anche ora. Mi trovo a mio agio con te>>, la voce roca di Taehyung ruppe quell'ormai pesante silenzio, costringendo il corvino a spostare la sua attenzione dal temporale al castano al suo fianco. Il silenzio tornò ad occupare la stanza, accompagnato solo dal rumore delle gocce di pioggia a contatto col vetro.
<<Mi piace come dici le cose, riesci sempre a trovare un lato poetico in tutto>>, il corvino si ritrovò a memorizzare ogni singolo particolare del viso dell'altro; passando dal modo in cui la fioca e grigia luce pomeridiana si rifletteva sulla sua pelle color miele, al naso scolpito, fino alle labbra sottili e lucide. Taehyung girò il capo poggiato sul materasso, incrociando lo sguardo ammaliato del corvino. Si sarebbe potuto facilmente ferire se avesse provato a sfiorare anche solo con un dito quell'opera d'arte, tanto semplice e candida quanto affilata. Quei suoi occhi scuri e felini lo scrutavano inespressivi, quando un oggetto in lontananza catturò la sua attenzione. Lo mise a fuoco a fatica, senza occhiali; era un oggetto che non aveva mai visto, decine di fogli macchiati di inchiostro sparsi intorno.
<<Che cos'è?>>, chiese puntando l'indice verso l'oggetto misterioso, come farebbe un bambino. Il corvino sbatté gli occhi ripetutamente, prima di girarsi verso la direzione indicata.
<<Oh, è una macchina per scrivere. Non ne hai mai vista una?>>, chiese stupito Yoongi mentre il castano si mordeva il labbro in imbarazzo, scuotendo la testa debolmente.
<<In effetti sono rare al giorno d'oggi, ormai usano tutti i computer, ma io ho sempre trovato un certo fascino nelle cose antiche; che fossero vecchi tomi impolverati o pellicole di vecchi film>>, si ritrovò a sorridere, ormai la società si era evoluta e soltanto gli anziani parlavano così dei loro tempi d'oro.
<<Come mai ne hai una se sono così rare?>>, Taehyung sentiva che si era creata un'affinità in quel poco tempo con il corvino, si sentiva quasi in dovere di scoprire di più sul suo conto.
<<I miei genitori me la regalarono al mio sedicesimo compleanno quando gli dissi di voler diventare uno scrittore>>, al castano non sfuggì il tono malinconico nella voce dolce di Yoongi, ma non fiatò vedendolo continuare. Forse Taehyung aveva ragione, forse non c'era bisogno di filtri con gli sconosciuti. Forse non lo avrebbe giudicato.
<<Mi avevano sempre detto che gettare la spugna era solo per i perdenti. Fin da piccolo sono sempre stato educato ad eccellere in qualsiasi cosa volessero. Ho imparato tante cose dai miei genitori, è un peccato che non mi abbiano insegnato ad amarmi, mi sarebbe potuto tornare utile>>, sorrise amaramente, scuotendo la testa, come a voler scacciare quei pensieri, in modo che non avessero più appiglio sulla sua testa.
Il castano non fiatò per qualche minuto, col timore di poterlo ferire con la minima domanda. Yoongi sembrava un cristallo, al minimo tocco sarebbe potuto andare in frantumi; Taehyung non ci mise molto a notare delle lacrime imperlare le sue ciglia, che sembravano pregare il giovane di poter traboccare e bagnare le sue guance. Ma il corvino non glielo permise, le ricacciò indietro, ricomponendosi; ne aveva abbastanza di piangersi addosso.
<<Ne parli come se->>, la voce del castano fu presto interrotta.
<<Come se non esistessero più, esatto. Da quando mi hanno buttato fuori di casa, loro sono morti per me.>>A.A.
Cosa ne pensate finora della storia? Vi piacciono i caratteri dei personaggi?
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ʙʀᴜɪsᴇs; ᴛᴀᴇɢɪ; ᴊɪᴋᴏᴏᴋ
Fanfiction타박상 sɪᴀᴍᴏ ᴠᴇsᴛɪᴛɪ ᴅɪ ʟɪᴠɪᴅɪ ᴄʜᴇ ɴᴏɴ sᴄᴏʟᴏʀɪʀᴀɴɴᴏ ᴍᴀɪ ᴅᴀʟʟᴀ ɴᴏsᴛʀᴀ ᴘᴇʟʟᴇ. Dal testo: "Quanto siamo in grado di sopportare? Te lo sei mai chiesto? Quanto pensi che potremo resistere prima di romperci? Siamo già scheggiati fino all'irreparabile, quanto...