5: era stanco di quel mondo che gli stava stretto

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필름pellicola

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필름
pellicola

"Mi piace come dici le cose, riesci sempre a trovare un lato poetico in tutto."

Quella frase continuava a ripetersi all'infinito nella testa di Taehyung.
Il corvino non poteva sapere che per Taehyung era fondamentale pensarla in quel modo: pensare al lato poetico. O si sarebbe perso, non sarebbe più riuscito a superare la notte, sarebbe tornato ad affogare in quell'incubo. Il castano era rimasto steso su quel materasso per interi minuti, dopo la confessione del corvino. Non aveva mai avuto dei genitori, ma non riusciva a capacitarsi di come certi individui potessero abbandonare a quel modo un figlio. Nonostante fosse stato spettatore di numerosi abbandoni, nonostante lui stesso fosse stato abbandonato a pochi mesi di vita, non riusciva proprio a farsene una ragione. Aveva osservato il corvino mandare giù l'intera bottiglia di soju, per poi imitarlo. L'altro, poi, si era avvicinato alla finestra posta davanti a loro, osservando il panorama della città attaccata dalla fitta pioggia e accendendosi una sigaretta con mani tremanti. Yoongi stava facendo di tutto per non cedere, per non ricordare. Non voleva rovinarsi le giornate, oltre alle notti. Ma sentiva il bisogno di lasciare uscire le sue emozioni; espirò quel fumo denso, sperando che lasciasse le sue labbra sottoforma di parole, in modo da non doverlo fare lui, in modo da non dover soffrire più. Taehyung si alzò, posizionandosi accanto al corvino, alternando lo sguardo fra lui e il paesaggio, nello stesso stato d'animo. Bisognoso di sfogarsi, ma impaurito dalla reazione che avrebbe potuto avere l'altro.
<<So che non ti farà sentire meglio ma ho un gran bisogno di dirlo ad alta voce. H-Ho passato gran parte della mia esistenza in un orfanotrofio sperduto nel nulla. L'unica persona a cui volevo bene, che mi voleva bene, l'ho persa ormai molti anni fa e credo che non sarò più in grado di ritrovarla a questo punto>>, il castano lasciò che la sua voce tremante formulasse quelle parole, come se fossero state animate da vita propria, fissando le gocce di pioggia scendere e colpire la ringhiera in ferro del balcone. Non osava girare lo sguardo per incontrare quello del corvino, in attesa di una sua reazione.
Ma Yoongi non spiccicò parola, non aveva idea di quello che avesse dovuto passare l'altro ma sapeva che gli orfanotrofi non erano conosciuti per essere un bel posto dove passare l'infanzia. Il corpo di Yoongi si mosse da solo, poggiando timidamente le braccia intorno alle spalle del castano, lasciando riposare la testa sulla sua spalla. Taehyung si sarebbe aspettato di tutto, delle parole di circostanza, o un banale 'mi dispiace', di solito era quella la reazione della gente. Ma sicuramente non si sarebbe aspettato quel gesto. La pelle del castano prese ad arricciarsi sotto l'effetto dei brividi, più per quel contatto che per il freddo che filtrava dalla finestra spalancata, mentre girava leggermente il busto per poter avvolgere completamente il corvino.
<<Perché ti hanno trattato in quel modo i tuoi genitori?>>, sussurrò, abbassando la testa fino a poggiarla sulla spalla dell'altro.
<<Non devi dirmelo se non vuoi>>, aggiunse notando il silenzio che li aveva avvolti.
<<Mi odieresti>>, Yoongi non riusciva a fare a meno di torturarsi il labbro coi denti, sapeva perfettamente come avrebbe reagito se glielo avesse detto. Non credeva di riuscire a sopportare anche l'odio di Taehyung, o i suoi occhi luminosi e vivi guardarlo in quel modo.
<<Il mio odio è difficile da ottenere, dubito che potresti essere una sua vittima>>, Yoongi sospirò, rassegnato.
<<Sono ciò che la società più disprezza, lo scherzo maligno della natura. E non cambierà mai. Non cambierò io e non lo farà nemmeno il disgusto negli occhi della gente al solo nominare cosa sono>>, un timido velo di lacrime annebbiò gli occhi del corvino. Yoongi era stanco. Stanco di quel mondo che gli stava stretto, di quella pellicola di umiliazione che gli si incollava alla pelle quando gli sguardi disgustati della gente si posavano su di lui. <<Non è una risposta>>, continuò il castano, nonostante avesse ben capito la verità dietro alle parole dell'altro, ancora stretto fra le sue braccia. <<Che faresti... se ti dicessi che non mi interessano in quel modo le donne?>>, sbottò il corvino, quasi sull'orlo delle lacrime. Gli sembrava quasi di rivivere quel giorno. Quello in cui confessò ai suoi genitori chi era e fu cacciato di casa. <<Lo avevo capito, e non potrebbe andarmi meglio, dato che come te, sono un rifiuto della società>>, quasi ridacchiò il castano. Il corvino alzò la testa dal petto del castano, dandogli una chiara visuale delle condizioni in cui versava il suo viso, gli occhi pieni di lacrime pronte a strabordare, la fronte corrucciata per lo stupore e la confusione e le labbra rosse e gonfie dai morsi che il corvino continuava a darsi nel tentativo di non crollare. <<E perché mi hai spinto a dirtelo?>>, chiese , riuscendo a malapena a mantenere una voce stabile, tralasciando di proposito l'ultima parte del discorso del castano. <<Perché, come ti ho già detto, mi sento a mio agio con te. Per questo voglio che tu ti senta libero di dirmi tutto ciò che vuoi, non voglio che tu abbia timore di ciò che potrei pensare di te. Voglio che tu sappia che non potrei mai giudicarti>>.

Quel giorno Yoongi capì una cosa. Lui e Taehyung erano uguali. Soli e rigettati dal mondo.

ʙʀᴜɪsᴇs; ᴛᴀᴇɢɪ; ᴊɪᴋᴏᴏᴋDove le storie prendono vita. Scoprilo ora