먼지
polvere<<Non trovi che sia terribilmente tragico?>>, il corvino si girò sorpreso quando il suo udito captò quella voce profonda. Incontrò lo sguardo di un giovane dai capelli color caramello e dalle lenti d'oro squadrate. La struttura del suo viso, pensò, era talmente perfetta da far invidia alle statue poste dietro di loro. C'era un'armonia non comune tra gli zigomi alti e gli occhi profondi.
<<In che modo?>>, chiese curioso.
<<Le onde si infrangono disperatamente sugli scogli, in cerca di un appiglio, di qualcosa che possa salvarle da sé stesse. Sembrano quasi ferirli e sporcarsi del loro sangue, sotto l'occhio splendente della luna, la quale cerca di non assistere a tutto quel dolore, tentando di coprire la propria vista con quelle fitte nuvole di piombo>>, affermò il più giovane, dopo aver voltato lo sguardo nuovamente verso il dipinto.
Il castano non sapeva dire da dove uscisse quel coraggio, né quella scioltezza nel conversare con uno sconosciuto in tutto e per tutto. Lui che era ancora quel ragazzino solitario e taciturno che si arrampicava fino alla vecchia soffitta per osservare il panorama al di là della finestra sporca di fuliggine.Il corvino osservò più attentamente il quadro, notando come effettivamente gli scogli fossero tinti di rosso, come se fossero stati feriti dalla ferocia con cui le onde si infrangevano su di essi. Si costrinse a guardare nuovamente quello sconosciuto, constatando quanto quei suoi pensieri fossero in contrasto con l'espressione bambinesca che contraddistingueva il suo viso.
<<E che mi dici degli uccelli?>>, continuò il moro, sempre più incuriosito da ciò che quella testa celasse.
<<Semplici passeggeri>>, concluse scrollando le spalle.
<<E la luce del faro?>>
<<Un puntino nel mezzo del vuoto, di nessuna utilità. Gli uomini sanno di essere spacciati dalla nascita, nessuna luce ci salverà da noi stessi>>, il corvino fu sorpreso da come parole tanto crude fossero state pronunciate da un ragazzo dall'aspetto tanto spensierato.
<<Quanto pessimismo>>, constatò ridacchiando, nonostante dentro di sé quelle parole lo avessero colpito.
<<Non è pessimismo, è la realtà dei fatti. Nessun uomo vive a lungo senza perdersi, e quando succede, niente gli impedirà di commettere quell'errore una seconda volta, gli uomini non sono fatti per essere salvati>>.
<<Non la penso allo stesso modo. Ci sarà qualcosa che riuscirà a salvarci>>, nonostante tutto, Yoongi aveva ancora un briciolo di speranza che lo faceva andare avanti.
<<Non esiste, tocca a noi stessi salvarci, ma non lo faremo>>, disse il più giovane con tono amaro. <<Perché?>>, il corvino era stupito della piega che aveva preso quella conversazione, ma non sembrava dispiacergli e certamente era disposto a sentire di più di ciò che pensava il castano.
<<Perché alla fine viviamo bene quando siamo persi, siamo a nostro agio nel disordine del caos, ci crogioliamo nel nostro dolore ma non faremo mai niente per cambiare il nostro stato. Questo è quanto è piccolo l'uomo. L'uomo è il nulla più totale, è soltanto un briciolo di polvere trascinato dal vento>>, concluse con un inaspettato sorriso.
<<Sono Taehyung, comunque>>, sporse una mano che il corvino strinse dopo qualche secondo.
<<Yoongi>>, sorrise lievemente constatando come l'aura pensierosa che annebbiava il viso dell'altro si fosse ormai dissolta, lasciando dietro di sé solo quell'espressione serena che aveva captato poco prima, la quale, grazie alle guance leggermente paffute, rimembrava quella di un bambino. Uno di quelli saggi, che ti stupiscono con le loro frasi così semplici ma vere. Quel tipo di pensieri che gli adulti, dopo un certo limite, non riescono più a pronunciare o anche solo a concepire, troppo dissolti nei loro vizi e peccati.
<<Spero di non averti annoiato con quei discorsi senza senso, a volte mi lascio prendere la mano e sparo una marea di sciocchezze, perdonami>>, ridacchiò il castano, passandosi una mano dietro al collo, leggermente in imbarazzo. In realtà era solo una scusa, lui quelle cose le pensava veramente. Credeva davvero che l'uomo fosse solo un essere piccolo e sterile, capace solo di perdersi nei meandri della propria mente. Ma ovviamente la maggior parte delle persone non riuscivano a capire i suoi pensieri o semplicemente lui, per cui aveva capito di dover velare le proprie verità, per timore di non venire compreso.
<<Non scusarti, mi è piaciuto quello che hai detto. Non sono d'accordo su tutto, però. Credo che esista qualcosa, lì fuori, in grado di salvarci. Nessun uomo si salva da solo, deve esserci qualcosa che lo tenga in vita>>.
Yoongi aveva pensato innumerevoli volte a cosa lo tenesse in vita. Alcuni giorni non trovava il senso di tutto quel disordine che era la sua vita, voleva solo far tacere quel silenzio assordante che gli fischiava nelle orecchie, quel silenzio che altro non era se non un angosciante senso di solitudine. Voleva alleggerire quell'orrenda sensazione che lo appesantiva, sentiva la testa imbottita dai troppi pensieri. Altri giorni, invece, trovava del bello in tutto, tanto che la sua mente quasi fluttuava leggera. Cercava di non pensare al marcio del mondo e vedeva la parte positiva nelle piccole cose: nel fruscio dell'erba sotto le suole delle sue scarpe; nell'odore dei fogli di giornale appena stampato; nelle cabine telefoniche così retrò, nelle quali, alle volte, faceva delle telefonate al suo amico più stretto.<<Ti dispiace se seguo il resto della mostra insieme a te?>>
angolo autrice
perdonate se ciò che ho scritto non ha un senso logico o non fila, l'ho scritto di getto e forse mi sono fatta prendere la mano, spero solo che nonostante possa creare confusione vi abbia intrattenuto. Ditemi come vi sembra il capitolo, al prossimo aggiornamento!❤️
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ʙʀᴜɪsᴇs; ᴛᴀᴇɢɪ; ᴊɪᴋᴏᴏᴋ
Fanfic타박상 sɪᴀᴍᴏ ᴠᴇsᴛɪᴛɪ ᴅɪ ʟɪᴠɪᴅɪ ᴄʜᴇ ɴᴏɴ sᴄᴏʟᴏʀɪʀᴀɴɴᴏ ᴍᴀɪ ᴅᴀʟʟᴀ ɴᴏsᴛʀᴀ ᴘᴇʟʟᴇ. Dal testo: "Quanto siamo in grado di sopportare? Te lo sei mai chiesto? Quanto pensi che potremo resistere prima di romperci? Siamo già scheggiati fino all'irreparabile, quanto...