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Tris

Il primo modulo era ormai finito, avevo superato al prima parte, ero già a metà dell'opera. Mi piaceva definirmi una mezza intrepida. Ma ugualmente in quel momento mi ritrovavo in palestra ad allenarmi. Sapevo che ancora potevo migliorare ecco perché quasi tutte le sere mi ritrovavo lì a dare pugni ad un sacco o a sviluppare altri muscoli. Davo il massimo soprattutto perché sapevo di essere sola e nessuno poteva vedermi se sbagliavo.

Quella sera però sentì dei passi. Sembravano lontani, ma in realtà erano solo dei passi leggeri. Non avevo idea di chi potesse essere. Di solito gli intrepidi più muscolosi erano anche quelli più rumorosi. Forse era una ragazza o qualcuno che stava per dirmi che mi era proibito stare lì. Feci finta di non sentire i passi, finché potei, poi mi voltai e davanti a me non trovai nessun capofazione, nessuna ragazza o altro. Era solo Quattro.

Lui a volte mi spaventava quasi quanto un capofazione o uno dei più temibili intrepidi, ma quella sera era tranquillo, mi sta anche sorridendo, il che era già di per sé un buon segno.

« ciao, che ci fai qui a quest'ora? >> mi disse continuando a sorridere.

« mi allenavo, è tranquillo qui la sera >> risposi con fare innocente

« sai che il primo modulo è finito, e non hai più nessun punteggio vero? >> disse quasi per prendermi in giro

« lo so, ma questo non mi vieta di allenarmi no?, per tenermi in forma. >> volevo fare la dura, ma mi riusciva ancora male, in realtà mi intimoriva quel ragazzo, ma no come potevo essere intimorita da Eric o da qualche altro era un timore diverso, che ancora non riuscivo a capire. Un timore che mi faceva salire uno strano brivido lungo la schiena, un brivido quasi piacevole.

<< posso allenarmi con te allora? >> mi chiese facendomi l'occhiolino. Gli feci spazio quasi a dire "accomodati pure".

Iniziammo in silenzio, erano semplici esercizi di coppia per rinforzare le gambe o le braccia. Non era neanche necessario parare ci capivamo con lo sguardo e in cuor mio mi chiedevo quando fosse nata questa muta complicità.

Ad un tratto Quattro si ferma e dice tutto d'un fiato << domaniseravuoivenireadunafestaconme? >>

Un po' confusa lo guardo e lo vedo diventare leggermente rosso, quasi imbarazzato.

<< non ho capito cosa hai detto potresti ripetere? >> lui mi guarda come a dire " mi vuoi proprio male Tris " ma la mia non era una domanda cattiva o crudele solo per vederlo ancora più in imbarazzo, non avevo davvero capito.

Lui mi guarda e poi con molta calma, come se dovesse affrontare un esame difficilissimo quasi sussurra << Tris, domani vorresti venire ad una festa - e dopo tre secondi di silenzio aggiunge - con me? >>

Lo guardo, sono confusa, perché mia dovrebbe chiedermi di uscire, e poi una festa, non ne sapevo niente e quasi balbettando gli rispondo << festa? Non sapevo ci fosse una festa >>

Ora si è calmato, respira in modo regolare e il rossore in volto è passato e quindi mi spiega

<< si una festa, tra gli intrepidi sono molto comune. Ma non ne hai sentito parlare perché gli iniziati non possono venire >>

Lo guardo con sospetto << allora perché mi stai invitando se non posso venire? >>

Lui mi guarda sopprimendo una risata << puoi venire solo se un membro ti invita >>

<< oh >> è l'unica parola che esce dalla mia bocca, che espressione stupida, quasi prima di significato. Ora sono io ad arrossire, perché dopo questa delucidazione devo dare una risposta. Ma non so cosa rispondere. Lui mi piace, ma non sono mai andata ad una festa e non so come si ci comporta e lui è qui davanti a me che attende, devo dire qualcosa. Poi lo guardo negli occhi. Ha gli stessi occhi blu del primo giorno in cui l'ho visto, quando saltando mi sono persa in quegli occhi per un istante e quasi senza riflettere dico << ok ci sto >>

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