You make me happy - 7. Alec

351 16 8
                                    

Due anni dopo

"Buongiorno Fiorellino"
"Buongiorno" saluto Magnus, la bocca impastata dal sonno.
"Dormito bene?" Chiede maliziosamente, girandosi sul fianco per fissarmi negli occhi; perfettamente consapevole che nessuno di noi abbia dormito.
La tenue luce del sole illumina il mio rossore e i suoi bellissimi occhi felini.
Si passa la mano sugli occhi, sorridente.
Noto un luccichio nel dito e mi accorgo di un semplice anello argenteo, lo stesso del nostro primo incontro. Non gli avevo mai chiesto da dove provenisse, si vedeva che era un ricordo doloroso. E io me ne intendevo, di ricordi dolorosi.
Ma so anche che parlarne spesso aiuta, che condividere la sofferenza la divide e la rende più sopportabile, riduce il peso sulle nostre spalle; lo alleggerisce.
"Quell'anello. Da dove proviene?"
Mi accorgo subito di essere stato troppo brusco.
"Se vuoi dirmelo. Non... non è importante, magari può aiutare te..."
"Certo Alexander. Ma non mi dai neanche un bacio?"
Sollevo le labbra in un sorriso, poi mi chinò in avanti e gli do un semplice bacio, comunicandogli tutto il mio amore con la maggiore dolcezza possibile.
Quando ci stacchiamo mi guarda. E nei suoi occhi vedo tutto quello che ha passato, le voci di corridoio che mi sono state raccontate e quello che mi ha raccontato personalmente, aprendomi il suo cuore come nessun altro.
Vedo la fatica nel dimenticare i ricordi più atroci, ma la gioia per quelli più belli.
Si rigira l'anello fra le dita, contemplandolo.
"È stato l'ultimo regalo di mia madre. Prima che... sai..."
Avevo toccato un tasto dolente. Anche dopo secoli il suicidio di tua madre è spiacevole.
Non lo interrompo, non gli metto fretta, so che ognuno ha i suoi tempi.
"Ero piccolo e lei stava iniziando a capire che qualcosa non tornava in me. Un errore. Per il mio quinto compleanno mi aveva regalato questo anello. È di argento, pensava fossi un vampiro. Penso volesse bruciarmi la pelle."
L'assurdità della sua affermazione mi fa quasi sorridere, ma la sofferenza è immensa. Io ero stato rifiutato da mio padre, lui dalla madre.
La sua leggera risata si mischia alle lacrime e al muco e non resisto all'istinto di abbracciarlo e fargli sapere che va tutto bene.
"L'avevo indossato. Ovviamente non mi aveva bruciato. In quel momento non capivo le sue intenzioni, ero felice per il regalo.
Poi mio patrigno mi ha trascinato in un'altra stanza e lì... lì ha tentato di uccidermi. Aveva già capito che non ero suo figlio. Voleva finire la mia inutile vita. A volte... a volte penso che sarebbe stato meglio. Far finire tutto. Ma poi penso a te. Non ti avrei mai incontrato. Non avrei conosciuto il tuo sorriso e il tuo imbarazzo, la tua goffaggine e sincerità. Nei momenti più bui, ti penso Alexander. Diventi la mia luce."

Non posso non commuovermi. Pensare a quanto sia importante per lui quell'anello e a quanto si sia tenuto dentro per anni, al mio pensiero che diventa un'ancora di salvezza.
"Io... non... non so cosa dire. Non dovevi nascondermi tutto questo. Ti avrei potuto aiutare. Io... io..."
"Ehi, Alexander. Va tutto bene, davvero. Sei così buono e gentile. Ti prendi la colpa per avvenimenti successi secoli fa.
Questo è solo un pezzo di argento, regalatomi dalla genitrice che mi ha odiato, ma non riesco a disfarmene. Ogni volta provo a buttarlo, penso che forse, infondo mi ha amato. Comunque era mia madre. Era davvero possibile che odiasse il proprio figlio?"
Mi guarda languido, in cerca di una consolazione.
"No. - dico - una madre non ti può odiare. Ti ha dato la vita, ti ha visto crescere, ha ascoltato le tue prime parole e sorriso per i tuoi primi passi.
Sarebbe orgogliosa di quello che sei ora. Sono sicuro che, ovunque si trovi, ti sta guardando. Vorrebbe dirti che si è pentita per il terribile gesto che ha fatto. Che ti ama."
"Grazie Alec. Per tutto. Per esserci sempre stato."
Si mette seduto a gambe incrociate, conscio di stare per dire qualcosa di importante.
"Tieni. Voglio che sia tuo." Replica, sfilandosi l'anello e poggiando sul palmo aperto della mia mano.
"No Magnus. Non posso assolutamente accettare. È tuo, è troppo importante per donarmelo. L'hai conservato per anni. Decenni. Secoli. Non è giusto darmelo. Non lo merito."
Lui mi guarda, con la stessa espressione che ha quando gli viene in mente qualcosa di importante.
Si alza, cammina a piedi scalzi e raggiunge il mio lato del letto. Il volto è serio, solenne.
Incrocia il mio sguardo.
Poi si inginocchia.
"Alexander Gideon Lightwood, vuoi sposarmi?"
Troppe emozioni, tutte assieme.
Lo guardo. L'uomo di cui mi sono perdutamente innamorato dal nostro primo incontro. Il nostro primo appuntamento. La nostra prima volta. Il primo bacio in pubblico. Il percorso di accettazione di me stesso in cui mi ha accompagnato. I suoi gesti naturali, il modo in cui inclina la testa all'indietro quando ride. Il suo non obbligarmi a fare nulla finché non fossi pronto. La sua presenza sconvolgente e caotica nella mia vita ordinata e monotona. Il cambiamento migliore che potessi desiderare. Tutte le sensazioni che mi fa provare, tutte contrastanti. Tutte bellissime. Il modo in cui stringe le mie dita, quasi timidamente.
Le nostre storie, ugualmente tristi.
I nostri cammini, molto diversi.
Il raggiungimento della felicità.
Perché ogni cosa era migliore con lui. Vedeva sempre il lato positivo, il lato buono, nelle persone.
Una persona profonda, che maschera con battute la sua triste storia.
Qualunque cosa ci avesse fatto incontrare, il destino, il fato, mia sorella...
Qualunque cosa fosse, le dovevo un grosso favore. Non avrei certo sprecato un'occasione del genere. Era la persona giusta, al momento giusto della mia vita.
E quella dichiarazione, che sembrava improvvisata, era perfetta.
Perfetta come lui.
Perfetta come la nostra vita insieme.
Avremo avuto degli ostacoli, senza dubbio. Ma li avremmo superati. Insieme, come avevamo sempre fatto.
Lo fisso un'ultima volta, timoroso del futuro, ma certo che sarebbe stato con l'essere migliore del mondo.
"Sì. Lo voglio. Solo se lo vuoi anche tu."
"Ovviamente Alexander."
Mi mette l'anello all'anulare, intreccia le nostre dita.
"Ti amo." Sussurra.
"Ti amo anch'io."

*Angolo autrice*
Quindi... ho adorato scrivere questo capitolo, Magnus è semplicemente adorabile.
Non so se farò un altro capitolo, magari più avanti col tempo, magari mi viene l'ispirazione e lo scrivo fra una settimana...
Ma ci stanno riempiendo di verifiche, quindi non lo so, non assicuro niente.
Spero che questa mia prima fanfiction vi sia piaciuta e mi dileguo.
P.S. Stellinate se vi piace : )

Yᴏᴜ Mᴀᴋᴇ Mᴇ Hᴀᴘᴘʏ - MᴀʟᴇᴄDove le storie prendono vita. Scoprilo ora