Nuova classe, nuovi compagni, nuovi professori, di nuovo.
Loro erano già compagni da un anno, si conoscevano bene ed avevano già formato dei gruppi.
Inizialmente andava tutto bene, mi sembravano compagni normalissimi e i professori non mi dispiacevano, cominciai abbastanza male con le materie, perchè non avevo molta voglia, ma non mi lamentavo, avrei recuperato.
Dopo circa 2 mesi cominciarono i problemi.
Iniziò tutto con l'esclusione da parte di molti compagni, avevo solo una persona con cui parlare, addirittura nel gruppo di whatsapp della classe nessuno rispondeva ai miei messaggi, oppure rispondevano alle mie domande con frasi come: "Per te non ce l'ho." "A te no."
Ero molto demoralizzata.
Perchè si comportavano così?
Che gli avevo fatto di male?
Io voglio solo fare amicizia ed essere gentile.Successivamente una ragazza in particolare della mia classe, di nome Sara, mi prese di mira.
Non passava un giorno nel quale lei non mi insultasse, pesantemente, sia davanti agli altri, che ovviamente erano impassibili, sia quando eravamo da sole nei corridoi.
Un giorno mi urlò addosso così forte che non riuscivo a dire niente, soltanto "lasciami in pace, vattene!", e lei non mi mollava. Continuava ad urlarmi addosso e dirmi: "Non ti meno solo perchè siamo a scuola, ma appena usciamo vedi!"
Se ne approfittava del fatto che io fossi buona e non rispondevo alle sue minacce.
In altre occasioni mi diceva anche frasi come "Ti ammazzo!", "Sei un'oca!", "Mi stai sui co*****i!", "Se ti becco fuori da scuola ti meno a sangue!".
Si, le ricordo molto bene quelle frasi.
Quelle frasi così scioccanti, crudeli e pesanti.
Frasi che ti rimangono impresse, non le cancellerai mai. E ti fanno stare male, molto male.
Ma non bastavano gli insulti verbali, quando mi tolsi dal gruppo whatsapp della classe, andai a sbirciare con il cellulare di una mia amica cosa scrivessero.
Avrei preferito non saperlo. C'erano i seguenti messaggi:
"Evvivaa finalmente si è tolta dal gruppo! Facciamo festaaa!"
"Uccidiamola, mi sta sul c***o"
"Tagliamogli quelle gambe storte cosi magari cammina meglio"
E varie risate tra un messaggio e l'altro.
Quando lessi quelle frasi ero in classe all'ultima ora del venerdì.
Scoppiai. Non riuscii a contenere le lacrime, stava succedendo proprio a me.
La cattiveria della gente che avevo intorno mi stava uccidendo.
Nessuno mi chiese perchè stessi piangendo.
Disperata singhiozzando sussurrai alla mia compagna di banco: "Almeno tu sei mia amica vero?", lei mi rispose: "si, ma che cos'hai?".
"Ho letto tutto, tu lo sapevi perchè non me lo hai detto?".
Silenzio...
Il suono della campanella fu la mia salvezza uscì più veloce che potevo e mi diressi verso la fermata del tram.
Incontrai la ragazza che scrisse: "tagliamogli le gambe".
Con aria da superiore mi chiese: "perchè piangevi?", io arrabbiatissima gli risposi: "ho letto tutto è meglio che sparisci".
Tornai a casa e scoppiai a piangere, ero sola e tutti mi volevano male.
Avevo paura di tornare il giorno seguente.
Avevo paura che mi avrebbero picchiata e avevo paura anche per la mia amica che mi aveva fatto leggere tutti i messaggi.
Non ero abituata a questo tipo di cose, credevo che il bullismo non era una cosa che mi riguardasse dato che ero sempre stata simpatica a tutti... e invece no, non era cosi.
Ero una vittima di bullismo.
Passai 1 mese nel silenzio.
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Conosci il mio nome, non la mia storia.
General FictionIn questo piccolo libro, vorrei raccontarvi la mia storia. Lo so, ci sono ragazze che stanno peggio di me, ma comunque la mia è stata una brutta esperienza, che non auguro a nessuno. Anche se brutta, mi ha fatto crescere e vedere anche le cose negat...