Confessioni

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Dopo quel mese di silenzio, tra pianti, delusioni, tristezza e solitudine, decisi di aprirmi. Con chiunque, ma dovevo raccontare l'incubo che stavo vivendo.

Ogni giorno era sempre peggio e i miei genitori non erano abituati a vedermi così giù.

Fecero domande e io mi sfogai.

Raccontai tutto, ogni parola, ogni minaccia e specialmente feci nomi e cognomi.

Non potete immaginare la rabbia dei miei genitori quando sono venuti a sapere tutto ciò.

Erano così furiosi che subito chiamarono la scuola per un colloquio immediato con il preside.

Con molta sorpresa egli non accettò il colloquio, si scusò dicendo di essere troppo impegnato e non gli sembrava un problema così grave.

Quello era solo l'inizio delle tante sorprese che ci aspettavano.

Non avremmo mai potuto immaginare che nessuno ci sarebbe venuto in contro e ci avrebbe aiutato.

Conosci il mio nome, non la mia storia.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora