Uno dei giorni seguenti entrai in classe e dopo di me entrarono la professoressa di italino e la vicepreside.
Cominciarono a fare un discorso..
Non ricordo molto, mi rimase solo impressa una cosa: mi umiliarono davanti a tutti.
Cominciarono a raccontare di mio padre e della denuncia che gli avrebbero presto fatto, dei messaggi della conversazione e chieserò a malappena:"perchè avete fatto così?"
Silenzio.
Nessuno aveva il coraggio di rispondere, ricordo solo che continuavano a dire:
"Era uno scherzo!"
"Una denuncia è troppo, devi risolverli di persona i fatti"
"I carabinieri non ti aiuteranno sono degli infami"
"Eh ma se tuo padre non si sa contenere non lo fai partecipare ad un colloquio"
Avevo sentito anche troppo. MIO padre non lo tocchi.
Uscii di corsa dalla classe e scoppiai a piangere dirigendomi verso il bagno.
Presi il cellulare e chiamai mio padre, gli dissi con un tono disperato di venirmi subito a prendere.
Quando arrivò ed uscimmo dalla scuola urlai:
Io non ci tornerò MAI più là dentro!
Mio padre restò in silenzio, forse lo voleva anche lui. Era stufo e deluso quanto me.
Mi ricordo benissimo quel momento e quella convinzione che avevo quando lo urlai. Ci credevo davvero e pensai di essere una delusione, la scuola non era un
bel posto. Non faceva per me.
Ero tornata per delle mie amiche, avevo studiato, tutto questo inutilmente.
Ci tenevo così tanto ad andare, superare gli anni, avere degli amici...
Sogni infranti.
Avete colpito la persona sbagliata.
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Conosci il mio nome, non la mia storia.
General FictionIn questo piccolo libro, vorrei raccontarvi la mia storia. Lo so, ci sono ragazze che stanno peggio di me, ma comunque la mia è stata una brutta esperienza, che non auguro a nessuno. Anche se brutta, mi ha fatto crescere e vedere anche le cose negat...