Chapter 23.

84 13 5
                                    

«Perché non andiamo con la tua macchina?»

«All'università sanno in pochi che abiti da me anzi direi che non lo sa proprio nessuno, quindi non dobbiamo dare nell'occhio..»
Sbuffo e alzo gli occhi al cielo allo stesso tempo, stare tranquilla non è proprio nel mio stile.
Edward stamattina è così di fretta, ho sensi di nausea anche perché non ho proprio toccato cibo.

«Sei nervosa?»

«No, più che altro vorrei mangiare qualcosa..» Tiro fuori dalla borsa un panino e lo prendo subito tra le mani sembro così affamata che quasi mi faccio paura da sola.

«Potevi dirmelo prima che avevi fame, comprerò qualcos'altro per il pranzo.. A proposito mangiamo insieme?»

«Certo che si, andiamo adesso.»
Durante il tragitto Edward canta alcune canzoni del suo gruppo preferito cioè i Guns 'N Roses, ho sempre adorato Axel solo che sono molto più da Kurt Cobain.

Harry lo sa, sapeva di quanto io amassi le loro canzoni e mi aveva anche promesso di cantare Smells Like a Teen Spirit.

Al pensiero mi passa completamente l'appetito, rimetto dentro la carta il panino, poi lo sistemo dentro la borsa e prendo il mio cellulare.
Per fortuna nessun messaggio.

«Siamo quasi arrivati Michelle, sei pronta?»

«Certo che si, ho solo paura della reazione di Bruce se dovesse vedermi con te..» Edward non sembra poi così spaventato da loro, forse mi sono fatta un'idea sbagliata su di lui.

«Io non temo di certo l'ira di Bruce Smith.» Mi fa l'occhiolino e scendiamo dalla macchina, Ed prende la mia mano prima di entrare.
Stranamente non c'è nessuno, quindi mi sembra più che strano.

«Sicuro che oggi c'è lezione? Mi sembra tutto fin troppo tranquillo..»

«Ma certo che sì! Forse siamo arrivati in ritardo..»
Quando guardo l'orario quasi non mi viene un colpo, sono le 9:30 passate!

«Edward ma è tardissimo, quanto è indietro l'orologio della tua macchina?»

«Oddio forse un pò ?» Mi guarda con una faccia d'angelo che prenderei a schiaffi volentieri, ma poi capisco che non è poi la fine del mondo.

«Entriamo lo stesso dai, non diranno nulla o almeno lo spero..» Quando varchiamo la soglia, il professore Smith ci viene incontro con in mano alcuni fogli.

«Oh ma che piacere rivederla signorina Lopez, ci ha finalmente degnati della sua presenza?»
I suoi occhi vagano su tutto il mio corpo, la gonna che ho messo per l'università è fin troppo lunga, mentre la mia camicia è chiusa fino all'ultimo bottone. Non capisco cosa ci sia da guardare.

«Non sono stata così bene, sennò sarei venuta..» Ride, una risata che fa venire i brividi per quanto sia sarcastica ma allo stesso tempo inquietante.

«Certo, come se io dovessi credere alle tue stronzate da adolescente giusto?» Edward diventa teso, la sua mano trema e cerco in tutti i modi di farlo rilassare. Accarezzo le sue nocche dolcemente, poco dopo si tranquillizza.

«Adesso andate nella vostra aula, ho altre cose da fare piuttosto che pensare a voi due.» Per fortuna la prima lezione con "MisterSoTuttoIo" passa velocemente, Edward è stato tutto il tempo al cellulare.
Il che non lo biasimo, Smith farebbe venire i capelli bianchi a chiunque per la noia.
È così pieno di sé, come se avesse il potere su tutto, solo perché è uno dei professori dell'Università?

«Oddio è appena arrivata Shelly..»
Guardo quella ragazza dai capelli color oro, il primo giorno di università Edward mi ha detto che aveva una cotta per lei.
Non ricambiata ovviamente, non credo che gli importi più di tanto adesso.

«Sta venendo verso di noi?»

«Probabile..» Shelly si ferma davanti a Ed, la sua scollatura lascia poco spazio all'immaginazione.
La gonna arriva fino alle ginocchia, considerando che è alta quasi come una modella non copre più di tanto.

»Ciao Evans, come va? Vedo che sei in buona compagnia oggi..»
Guarda verso di me con un sorriso finto, capace di far venire i nervi.

«Ciao Shelly.»
La saluto gentilmente, poi ricomincia a parlare con Edward. Lui sta guardando continuamente le sue gambe, Shelly se ne accorge infatti si siede sopra il banco come se niente fosse.

«Che ne dici di uscire stasera? Solo io e te, anche per conoscerci meglio che ne dici?» Quasi non cado dalla sedia per quello che ha appena detto, Shelly non ci ha mai provato con Edward fino ad ora.
O almeno che io sappia.

«Ehm si, dove vorresti andare?»

«Stupiscimi, ti aspetto sotto casa mia..
Non farmi aspettare Evans.»
Gli lascia un bacio sulla guancia, poi saluta me con la mano insieme alla sua amica Margot.

«Wow.» L'unica parola che Edward riesce a dire dopo tutto quello che è appena successo, sono un po' arrabbiata però per come si è comportato.

«Che cosa c'è? Non riesci più a tenerlo nelle mutande?»

«Michelle ma che ti prende? Sei impazzita?»

«Non importa, so solo che credevo fossi diverso dagli altri ragazzi..»
Provo ad andarmene, ma Edward mi ferma.
«Resta qui, ti prego.»

«Non ne ho l'intenzione, che dovrei fare? Guardare te che ci provi con Shelly Broke?» Non sono gelosa, o almeno non credevo di esserlo fino a qualche minuto fa.

«Mi è sempre piaciuta Shelly, non ti ha mai dato nessun problema questa cosa o sbaglio?»

«So solo che stavi letteralmente sbavando di fronte a lei, te ne rendi conto?»

«È bellissima Michelle! Ci credo, non mi è poi così indifferente..» Questa è davvero troppo, mi stacco dal suo braccio velocemente.
Esco dall'aula e vado verso il bagno, ho bisogno di fumare.

«Cazzo sei proprio un coglione Evans.» Ripeto questa frase nella mia testa continuamente, ho fumato due/tre sigarette nel giro di mezz'ora.

«Signorina Lopez?»
Ecco, ci mancava solo lo stronzo.

«Che cosa vuole professore? Non ho voglia di discutere con lei adesso..»
Prende la mia sigaretta e la butta nel cestino di fianco, mi guarda con le braccia incrociate al petto senza dire una parola.

«Dovresti smetterla di essere così acida..»

«Non è il primo che me lo dice, ma francamente? Non me ne frega niente di quello che pensano tutti, io sto bene così..»
Dico con la voce spezzata dal pianto.

«Tu non stai bene Michelle.»
È la prima volta che mi chiama per nome, sembra un suono quasi piacevole quello che esce dalla sua bocca. Non sembra più il professore Smith, ma un'altra persona.

«Io non sto bene da quando sono nata professore.»

»Per favore chiamami Peter, dammi del tu..»

«Va bene prof..Peter.»
Mi correggo subito dopo per fortuna.

«So che stai passando un periodo difficile Michelle, ma volevo solo dirti che mi dispiace se mi sono comportato in quel modo prima..»

»Non preoccuparti, capisco perfettamente come si deve comportare un professore..» Peter mi guarda e sistema una ciocca ribelle dei capelli dietro il mio orecchio, un gesto quasi intimo da parte sua.

«Voglio solo essere più gentile da oggi in poi.»

𝐌𝐢𝐜𝐡𝐞𝐥𝐥𝐞 |𝐇.𝐒|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora