Chapter 28.

96 12 5
                                    

Questa notte dopo tanto tempo sono riuscita a chiudere gli occhi tranquillamente, senza aver paura di fare strani sogni o incubi spaventosi.
Harry è stato per tutto il tempo abbracciato a me, il suo petto sfiorava la mia schiena dandomi di tanto in tanto dei leggeri brividi.
Molte volte vedevo che si agitava nel sonno, ho avuto paura che si sentisse male o peggio che non riuscissi ad aiutarlo.

Stringevo la sua mano e accarezzavo il suo viso, la sua fronte scottava e da lì ho capito che Harry aveva preso l'influenza.
Sicuramente il freddo non ha di certo migliorato la situazione, sono stata sveglia per un bel pò prima che si addormentasse del tutto.

Però c'è da dire che quelle poche ore di sonno mi hanno fatto bene, gli ho dato una aspirina per farla abbassare e sembra che adesso sia tutto normale.

«Michelle? Michelle..» Sta sognando ancora, ma questa volta sono io la protagonista.

«Non toccarla bastardo!» Il suo petto si alza e si abbassa ad una velocità che non avevo mai visto prima, è più che arrabbiato.
Provo a chiamarlo, a muoverlo ma non smette di agitarsi.

«Non lasciarmi.» Harry chiude le mani a forma di pugno, sento che sta per rompere qualcosa e non mi sbaglio affatto.
La lampada accanto al letto viene scaraventata contro il muro, quasi non sobbalzo per la botta forte.

«Harry!» In quel momento i suoi occhi si aprono sconvolti, le iridi verdi chiare sono confuse e spaventate allo stesso tempo.

«Dio cosa è appena successo?»

«Hai fatto un orribile sogno, da come ti dimenavi nel sonno..» Harry non ricorda davvero niente di quello che è successo?

«Ho avuto così tanta paura, hai persino rotto la lampada..» Lui guarda per terra accanto al letto, la lampada è davvero in mille pezzi.

«Non è possibile, perché ho fatto una cosa simile? Cazzo..» Si alza dal letto e si dirige verso il bagno, lo seguo perché non voglio lasciarlo nemmeno per un secondo da solo.

«Hey, non devi preoccuparti.»

«Michelle hai visto quello che ho fatto?» Sciacqua il viso un paio di volte, i ricci attaccati alla fronte sudata gli danno un'aria diversa da quello che sono solita a vedere spesso.

«Si, ma è stato solo un incidente.»

«È se ti avessi fatto del male? Non me lo sarei mai perdonato.»

«Non succederà mai Harry, mai.»

«Cosa sto facendo? Anzi cosa mi sta succedendo..» Harry va verso la finestra e prende una sigaretta, ormai capisco che il suo non è proprio un vizio ma un bisogno.
Bisogno di espandere le proprie emozioni attraverso il fumo e una misera sigaretta, detesto l'odore ma ci ho fatto l'abitudine ormai.

«Harry non hai dormito bene, non ci fa niente se ogni tanto fai qualche sogno un pò particolare..»

«Non è proprio il sogno in sé quello che mi preoccupa, ma quello che sono capace di fare.»

«Che cosa vuoi dire?»
Dico preoccupata, la luce della luna illumina il suo corpo.Non smetto di pensare al fatto che tutti i suoi tatuaggi hanno una storia dietro, una di quelle che non riesci a raccontare a chiunque.

«Ti ho mai detto che l'unica cosa che riesce a calmarmi oltre il fumo, sei tu?» Dice con un sorriso che mi scalda il cuore.

«No ma sono felice di sentirtelo dire, non sono uno sfogo ma sono felice di essere una specie di..calmante.»

«Dio che termine strano da usare, diciamo che sei la sigaretta che non vorrei mai finire di aspirare.»
Harry è capace di trasformare delle semplici frasi in piccole perle di saggezza, è una cosa che invidio del suo carattere. «Comunque adesso ho ricordi più nitidi del sogno, forse perché sono più lucido.»
Dice cambiando tono, adesso ecco che torna il lato di Harry che temo più di qualsiasi altra cosa.

«Cioè? Cosa riesci a ricordare?»

«Jackson, era proprio davanti a me. Era insieme a Bruce e a tuo fratello, hanno minacciato di uccidermi..»
Ha il respiro corto, come se la cosa lo facesse innervosire moltissimo.

«Poi?»

«Hanno preso te, proprio davanti ai miei occhi. Non sono riuscito a fermarli, ti hanno portata via da me e io non..-» La sua voce s'indebolisce, capisco che è fin troppo difficile per lui sforzarsi di rivedere di nuovo quell'incubo.

«Harry io sono qui, nessuno mi può portare via da te. Non sono poi così debole come sembra, Tom non mi farà del male. È mio fratello, non mi torcerebbe un capello nemmeno per sbaglio..» Non so se pentirmi di quello che ho appena detto, in fondo non capirò mai cosa passa nella mente di mio fratello.

«Michelle non sto scherzando, ti hanno sparato. Era un fottuto incubo del cazzo, mi ha lacerato dentro. Ho ancora l'immagine del tuo corpo pieno di sangue fra le mie braccia, è troppo persino per me.» Harry si allontana dalla finestra e si rimette dentro le coperte, ci metto qualche secondo prima di elaborare quello che ha detto e poi capisco tutto.

I suoi incubi sono semplicemente la sua paura più grande, quella di perdermi, che è anche la mia d'altronde. Mi metto anche io con lui e appoggio la testa sopra il suo petto, il suo cuore è come una ninna nanna per me.

«Tu credi che è stata solo colpa dell'influenza? Insomma di solito, è per quello.»

«Può darsi, devi solo provare a non pensarci più Harry.. Io non ho intenzione di andare da nessuna parte, sono qui.» Le sue labbra premono sulle mie, cercano disperatamente il bisogno di avermi il più vicina possibile.

«Dio, non riuscirei a starti lontano nemmeno se lo volessi con tutto me stesso.»

«Non sei obbligato a farlo.»

«Non lo farò mai, dovranno proprio costringermi per far sì che accada.»
Dice ridendo mentre mi stringe con una tale forza, capace di farmi mancare il respiro per qualche secondo. Sono così minuta in confronto a lui, ma ci sto abbastanza bene in questo modo. «Sei intenzionata a parlare con tuo padre?» Mi ero persino dimenticata di lui, Tom mi aveva detto che mio padre era furioso per via della mia relazione con Harry.
Ma da lì in poi non ho più avuto sue notizie, il che non mi interessa sinceramente.

"Che dovrei fare? Dire a Tom che non voglio tornare a casa mi sembra il massimo per adesso, no?"

«È sempre tuo padre, non fare il mio stesso errore piccola. Me ne pento ogni giorno di essermi comportato da stronzo con i miei genitori, ma un giorno capiranno anche loro..»
Sento un leggero rammarico nelle sue parole, vorrei che risolvesse le questioni in sospeso con i suoi.
Ma non posso forzarlo, so bene com'è fatto.

«È già così strano parlarti di loro..»

«Perché?»

«Non é per qualcosa ma è strano, non mi sono mai aperto così con qualcuno. Sono molto riservato, mi conosci.»

«Si, so quanto sei testardo. Purtroppo mi tocca sopportarti ancora per qualche anno e-» Harry mi zittisce con il pollice sopra le mie labbra, rido per la sua faccia buffa in quel momento.

«Qualche anno? Stai scherzando spero.»

«Certo che si! Credi a tutte le stronzate che dico?»
Dico inarcando le sopracciglia, lui alza gli occhi al cielo sbuffando ma divertito allo stesso tempo.

«Ti amo piccola, non sono abituato a dire queste cose così sdolcinate. Ma da quando sto con te sono una persona migliore, sono tornato a vivere per davvero grazie a te..»
Dice mordendosi le labbra, so quanto gli costa dire certe parole.

Non ne è proprio il tipo.

«Non smettere mai dirmele però, ogni tanto mi piace ricordare che qualcuno in questa vita mi ama.„

«Vorrei proprio sapere chi è così tanto stupido da non amare una come te, sei una testa di cazzo questo è vero.. Però hai qualcosa dentro che nessuno riuscirà mai ad avere, oltre il cuore c'è qualcosa di molto più forte che batte..» Harry mi prende le mani e le bacia dolcemente.
«C'è tanto tanto amore, non è da tutti essere come te. Anzi nessuno è te, questo è il problema.»

𝐌𝐢𝐜𝐡𝐞𝐥𝐥𝐞 |𝐇.𝐒|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora