2. Diventerò un Hero

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Erano gli inizi di Maggio ed ero finalmente riuscito a convincere papà ad allenarmi con il mio Quirk, almeno quanto bastava per non bruciarmi ogni volta che lo usavo ed avere, quindi, un minimo di controllo.

Alla fine papà aveva accettato, orgoglioso di tutte le mie suppliche.

Mi portò in una stanza a cui di solito non avevo accesso: era piena di attrezzi per l'esercizio fisico, ma papà mi portò semplicemente al centro della stanza e mi fece sedere sul parquet di legno. Dopo essersi seduto a sua volta, con le gambe incrociate, appoggiò le braccia sulle gambe, come se stesse facendo yoga, tenendo le mani rilassate, leggermente aperte. Io lo imitai.

-Bene, ora rilassati e chiudi gli occhi- Obbedii. -Immagina di essere in un prato, il vento ti pizzica teneramente il viso: prima le palpebre, poi la punta del naso, le guance, le labbra, il mento-

-E' bello- mormorai.

-Shh, non parlare-

Stetti qualche minuto così concentrandomi e cercando di immaginare tutto.

-Improvvisamente il vento si fa più freddo e tu vuoi scaldarti. Immagina un piccolo fuocherello davanti a te, che ti da calore e ti riscalda fin sotto la pelle, come una dolce carezza. Prima le punta delle dita, poi il resto della mano, il polso, fino ad arrivare al gomito e poi più su, alla spalla. Senti un calore al petto, come se stesse per scoppiare, ma è una bella sensazione. Ti da pace e ti fa sentire a casa-

-Mi ricorda un tuo abbraccio- sussurrai talmente piano che temetti non avesse sentito.

-Esatto Touya- mi rispose invece lui, dolcemente. -Ora apri piano gli occhi, focalizzandoti sull'immagine che hai creato. Guardami e rimani concentrato-

Aprii lentamente gli occhi, come se mi fossi appena svegliato da un lungo sonno. Incontrai lo sguardo fiero di mio padre e non distolsi lo sguardo rimanendo concentrato sull'immagine nella mia testa.

Dopo circa un minuto mio padre mi disse: -Ora Touya, rimanendo concentrato e cercando di non essere sorpreso, guardati le mani e le braccia e poi le gambe e il petto-

Abbassai lo sguardo sulle mie mani ancora leggermente aperte e rilassate. Vedevo una specie di aura azzurra che circondava mani e braccia, ma capii presto che erano milioni di piccolissime fiamme, talmente piccole da farmi solo sentire al caldo. Guardai anche gambe e petto, ed erano nella stessa situazione.

"Le fiamme non bruciano"

Dopo una decina di secondi alzai lo sguardo e trovai papà che mi sorrideva teneramente, ma allo stesso tempo solenne, come a dirmi che ero diventato grande, che era fiero di me e che andavo bene.

Mi distrassi e il calore scomparì, così come le fiamme.

Ci fu un attimo di silenzio: io ero troppo sbigottito e felice per dire una parola, e papà non era preso tanto meglio di me.

-Bravo Touya, ci sei riuscito. Per essere il primo giorno è un grande risultato. Sono fiero di te-

Mi riscossi, mi alzai e corsi verso di lui, gettandogli poi le braccia al collo.

-Papà! Papà hai visto?! Ce l'ho fatta!- esultai. Sentii la sua mano destra sulla nuca, che mi accarezzava la testa, e il suo braccio sinistro che mi circondava la vita.

Mi staccai e lo guardai negli occhi, con le braccia ancora appoggiate sulle sue spalle.

-Le fiamme non bruciavano! Mi scaldavano! Sembrava un tuo abbraccio!-

-Sei stato proprio bravo, Touya- mi rispose, intanto che si alzava -Andiamo a dirlo alla mamma e a Fuyumi?-

Mi girai e presi a correre verso il salotto. Fuyumi stava giocando sul tappeto con le sue bambole, mentre mamma guardava la televisione, controllandola di tanto in tanto.

-Mamma mamma! Fuyumi!- esclamai gettandomi sul divano. -Ci sono riuscito! Ho controllato le fiamme e non bruciavano!-

-Bravo tesoro! Sono fiera di te!- mi rispose mamma, abbracciandomi.

Fuyumi mi guardò per un istante per poi tornare a giocare, ma io mi alzai e la presi in braccio, ripetendo per l'ennesima volta le mie gesta.

Intanto anche papà era rientrato e stava dicendo alla mamma: -E' riuscito a tenere le fiamme per quasi tre minuti. Per essere la prima volta va più che bene- Sembrava molo fiero di sé.

Ed io non sentii la risposta, troppo contento ed esaltato.

-Da oggi mi allenerò ancora e diventerò un Hero! Proprio come te!-

***

Passarono circa sei mesi, ma scoprimmo che non mi potevo allenare troppo, sennò mi bruciavo.

Sentii papà parlare con mamma.

-Avevi ragione, le sue fiamme sono più potenti delle mie. Purtroppo però ha preso la tua costituzione fisica debole, quindi non può usarle troppo, rischierebbe di bruciarsi. E' proprio un peccato sarebbe stato perfetto. Ma non importa, continuerò ad allenarlo con calma, tanto c'è ancora il Quirk di Fuyumi da scoprire-

A quel tempo ero piccolo e non sapevo cosa intendesse esattamente mio padre con quelle parole, però mi faceva piacere che avrebbe continuato lo stesso.

Pochi giorni dopo stavo disegnando in camera mia una specie di maschera. Ero fiero del risultato e non vedevo l'ora di farla vedere a papà.

Era appena tornato dal lavoro e stava leggendo alcuni moduli in cucina, un po' preoccupato e irritato.

Mi avvicinai lentamente, lui non mi aveva ancora visto.

Gli tirai la manica del costume e lui iniziò a dire, con tono sbrigativo: -Cosa c'è? Non vedi che sono occupa-- Si bloccò e le sue guance assunsero una leggera sfumatura rosata.

La mia maschera riprendeva il fuoco che emanava sempre mio padre: il pezzo sotto era una barba, quello sopra una classica maschera, entrambi disegnati usando i pennarelli con le diverse tonalità di arancione.

La sua espressione si rilassò e mi fece segno di sedergli sulle spalle, poi si alzò e camminando velocemente verso il salotto disse: -Mostreremo loro di che pasta sono fatti i Todoroki!-

-Siii!- esultai io, intanto che mamma sorrideva leggermente e Fuyumi ridacchiava.

***

Passò poco meno di un anno e scoprimmo che mia mamma era incinta, un'altra volta.

***

Circa otto mesi dopo si manifestò il Quirk di Fuyumi il quale, contrariamente alla aspettative di nostro padre, non prevedeva l'elemento del fuoco, ma solo quello del ghiaccio, ereditato da nostra madre.

Papà sembrava più irritato del solito, ma io non ci feci molto caso.

Il mese seguente nacque il mio fratellino Natsuo: assomigliava alla mamma, aveva corti capelli argentei e occhi grigi. Ero felice di avere finalmente un fratello maschio; saremmo andati sicuramente d'accordo.

Due mesi dopo, mentre stavo provando a leggere un libro per bambini, con l'aiuto delle immagini, mio padre mi diede una notizia fantastica: -La prossima volta faremo un allenamento un po' più pesante per cercare di migliorare non solo il tuo Quirk, ma anche il tuo fisico. Probabilmente le prime volte ti farà male-

Non mi rassicurò ne altro, ma io ero troppo felice della notizia.

"Non mi importa se farà male: per diventare un Hero, questo ed altro!"

Ancora non potevo sapere che l'allenamento successivo avrebbe portato lentamente, ma inesorabilmente, alla disfatta non solo mia, ma di tutta la mia famiglia. Ancora non potevo sapere che, andando avanti, avrei patito le pene dell'inferno.

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Non si nasce Villain, si diventa |Touya Todoroki - Dabi|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora