3. Posso sopportarlo

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Mio padre era cambiato.

Avevo compiuto da poco otto anni e papà diventava ogni giorno più nervoso e aggressivo.

Ormai avevamo capito tutti che i capelli rossi indicavano un Quirk di fuoco, quelli bianchi un Quirk di ghiaccio. Fuyumi aveva solo delle piccole ciocche rosse, Natsuo invece, per ora, neanche una. Probabilmente il suo sarebbe stato un Quirk legato al ghiaccio.

In poche parole, loro non gli interessavano.

Con me, invece, stava iniziando a diventare più scorbutico ed aggressivo durante gli allenamenti. Aveva iniziato ad allenarmi non solo sul Quirk, ma anche sul fisico, per cercare di prolungare l'uso del fuoco e per evitare scottature e ustioni.

Faceva male, ma io cercavo di resistere e di mostrarmi normale. Avevo paura che se mi fossi lamentato troppo, mio padre se la sarebbe presa non solo con me, ma anche con i miei fratelli e mia mamma.

Nonostante ciò era ancora piccolo e avevo capito solo che papà era arrabbiato per il mio corpo debole. Nonostante il dolore, andavo avanti, da una parte anche contento che mi stesse seguendo e mi stesse facendo migliorare. Nonostante tutto, mi fidavo ancora di mio padre.

Mi aveva promesso che quando fossi diventato più grande e forte, mi avrebbe insegnato una mossa speciale. Non vedevo l'ora.

Il trenta giugno dello stesso anno Fuyumi ed io ci rintanammo in camera mia per cercare di costruire, con il materiale presente in casa, un regalo per nostro fratello Natsuo, che il primo luglio avrebbe compiuto due anni.

Non fu affatto facile. Anche solo metterci d'accordo su cosa costruire ci portò via un'ora. Alla fine concordammo di creare una specie di sfera e poi, utilizzando i nostri Quirk, riscaldare la parte sinistra e congelare la parte destra.

Chiedemmo alla mamma se avesse un pallone, o comunque un oggetto rotondo e lei ci diede una pallina anti-stress. Era perfetta.

La decorammo usando fogli, colla e pennarelli: io creai una fiamma, all'interno era azzurra e man mano andando verso l'esterno diventava prima bianca, poi gialla, arancione e infine rossa. Ero fiero del risultato e ne feci sei in totale. Fuyumi, invece, usando l'azzurro, il grigio e il gesso bianco, creò tre pezzi di ghiaccio a forma di farfalla, ognuno di dimensioni diverse.

-Bellissime, Fuyu! Sei stata bravissima!- mi complimentai.

-Grazie! Anche le tue fiamme mi piacciono molto!- rispose lei di rimando, osservando le mie creazioni.

Prendemmo la colla e, stando attenti a non piegarlo e a non creare sbavature, incollammo le decorazioni.

Dopo averlo fatto, presi in mano la pallina e, chiudendo gli occhi, mi concentrai. Appena li riaprii vidi le miei fiamme e mi concentrai per farle scomparire, cercando solo di emanare calore.

Ci misi un po' ma alla fine ci riuscii e la pallina rimase calda. Speravo che rimanesse calda almeno per un po' di tempo, poi avrei fatto quel processo ogni volta che sarebbe servito.

Anche Fuyumi ghiacciò le sue tre farfalle e fummo fieri del risultato.

Decidemmo che l'avrei tenuta io in camera mia e poi tornammo in salotto.

Due giorni dopo aiutammo la mamma a mettere le decorazioni in giro per la casa, anche se, alla fine, saremmo stati soltanto noi famigliari.

Ero sopra la scala e mamma mi stava passando dei festoni colorati quando suonò il campanello.

Mamma, dopo avermi raccomandato di fare attenzione, andò ad aprire e poco dopo entrarono i miei nonni materni.

Subito scesi dalla scala ed andai ad abbracciarli.

Gli volevo molto bene, quando ero più piccolo venivano settimanalmente a trovarci e, anche dopo aver scoperto il mio Quirk, trovavo sempre il tempo per stare un po' con loro.

Negli ultimi anni però, dopo che papà mi fece iniziare l'allenamento intensivo, non li vedevo più molto spesso, quindi ne approfittai quel giorno.

-Touya! Come stai? Sei diventato grande, eh?- mi salutò la nonna con un abbraccio.

-Sempre a voler diventare un Hero, giovanotto?- mi chiese mio nonno mentre mi arruffava i capelli.

-Ciao! Sto bene e, ovviamente, diventerò un grande Hero!- risposi io, sorridente.

Nel frattempo arrivò anche Fuyumi ed io tornai alle decorazioni, sbrigandomi per poter passare il resto del tempo con i miei nonni, i miei fratelli e mia madre. Papà era a lavoro, però sarebbe tornato un po' prima per festeggiare con noi.

Arrivò in fretta il momento dei regali, quindi mi fiondai in camera mia a prendere la pallina e, dopo aver controllato che fosse perfetta, tornai dagli altri.

Io e Fuyumi ci avvicinammo insieme a Natsuo e gli demmo il nostro regalo. Lui lo guardò confuso, ma poi, quando lo toccò, nella parte del ghiaccio, fece un esclamazione sorpresa. Toccò poi anche la parte sinistra e rise teneramente.

-Buon compleanno, Natsuo- disse mia sorella, abbracciandolo.

-Buon compleanno, fratellino. Ti piace il nostro regalo?- chiesi io, abbracciandolo a mia volta.

Lui mi guardò e poi, concentrandosi, disse: -To-ya!-

"La sua prima parola: Touya. Il mio nome. Beh quasi"

Ero stupefatto e felice, quasi mi misi a piangere. Mia mamma, invece, pianse sul serio, avvicinandosi.

-Toya! Toya!- ripeté Natsuo, ridendo.

-Si Natsuo sono Touya, il tuo fratellone- dissi io, commosso.

La mamma ci prese tutti e tre delicatamente e ci avvolse in un abbraccio.

-I miei bambini... Siete proprio diventati grandi- singhiozzò.

Io e Fuyumi la abbracciammo di rimando, intanto che Natsuo disse, lasciandoci ancora più sconvolti: -Mama! Fumi!-

Lo stringemmo ancora più forte e potei notare con la coda dell'occhio i nonni che, seduti vicini, si tenevano per mano, anche loro commossi.

Improvvisamente papà entrò dalla porta e, vedendoci in quello stato, chiese cosa fosse successo.

Noi ci staccammo e Natsuo, provando ad alzarsi in piedi, fallendo miseramente, e cominciando così a gattonare più veloce possibile, andò da papà e lo chiamò: -Papa!-

E quella fu la seconda e ultima volta che vidi mio padre piangere. Anche se alla fine non pianse proprio, era più che altro un po' commosso.

La prima era stato in un video, registrato da mia madre, in cui dicevo la mia prima parola, che era stata, appunto 'papà'.

In quel momento eravamo ancora tutti felici.

***

Circa un anno e mezzo dopo, apparve il Quirk di Natsuo: come avevamo predetto, era come quello della mamma e Fuyumi, di tipo ghiaccio.

E quello fu diede inizio al mio inferno personale.

Papà alternava a giorni in cui era nervosissimo, in cui o obbedivo o mi picchiava, e giorni in cui era calmo in una maniera inquietante, come preannunciando l'arrivo di una tempesta. Non per questo, però, c'era da stare tranquilli: non si arrabbiava, mi picchiava praticamente senza motivo durante i nostri allenamenti e non mi lasciava un attimo di riposo. Arrivavo alla sera stanco morto.

A lui non interessavano i miei fratelli, e mamma, nonostante fosse incinta, cercava sempre di calmarlo. Ero sicuro che, se non avesse avuto un bambino in grembo, l'avrebbe presa a botte.

Per questo concentravo la sua attenzione su di me: non volevo rischiare che loro si facessero male. Mamma e Fuyumi mi aiutavano a mettere le bende e mi curavano.

"Non voglio vederli mentre soffrono come faccio io. Non importa se papà mi fa male: posso sopportarlo"

[parole: 1177]

Non si nasce Villain, si diventa |Touya Todoroki - Dabi|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora