Capitolo 8

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Per cena c'era la carne, ma sinceramente non mi andava.
Mi dava un po' di nausea a vederla.
- ragazzi scusatemi, non ho fame. Vado sopra.
Mi incamminai verso la camera e mi misi a letto. Accesi la televisione.
Poco dopo entrò Draco.
- Hey... Ti senti bene? Mi dispiace per prima, mi sono fatto prendere troppo la mano.
Lo vidi preoccupato, bianco come un cadavere, in piedi davanti alla porta semiaperta.
- no, non assumerti le colpe anche per questo Draco. Non è assolutamente successo nulla- provai a cambiare discorso- Apple ha mangiato?
- si, ma ora il problema non è lui. Vuoi qualcosa da bere? Un po' d'acqua?
- una camomilla, se c'è. Dovrei averla comprata quando ero andata a fare la spesa, martedì o mercoledì, non ricordo bene.
- okay... Vado a vedere
Gli lanciai un bacio che fece finta di afferrare con la mano ed accennai un sorriso.
Poco dopo tornò su con la camomilla.
Si mise a letto con me e finimmo per guardarci un documentario.
La mattina dopo, stavo ancora male, ma rispetto al giorno prima, diciamo che non era nulla. Avevo scoperto di avere la febbre babbana dopo essermi misurata la temperatura. Con l'avanzare del tempo, guarii.
Per fortuna non era niente.
I giorni andavano avanti abbastanza velocemente.
Era venerdì.
Era tarda sera, tra poco sarei andata a letto, stavo leggendo un libro e vidi Pansy venire verso di me con una faccia preoccupata.
La scrutai a fondo per provar ad indovinare cosa avrebbe detto da un secondo all'altro.
Mi portò in bagno senza dirmi nulla. Chiuse la porta e prima di cominciare a parlare, si assicurò che nessuno potesse sentirci.
- Alice... Non avrei voluto dirtelo, ma tanto l'avresti scoperto da sola.
- cosa devi dirmi Pansy?
- vedi... So che tu sei molto astuta e furba, perciò l'avresti scoperto da sola come dicevo prima.
Ero preoccupata ed in ansia.
- vai dritta al sodo senza tutti questi giri di parole- dissi decisa.
- il fatto è che... Ho visto Draco... E... E ho visto Astoria che si baciavano...
Non ci credevo.
Gli avevo donato il mio cuore, era l'unica persona di cui ormai mi fidavo, e lui me lo aveva frantumanti in mille pezzi.
Una lacrima mi rigò il volto.
- e ora come faccio...- dissi a bassa voce, come se volessi parlare a me stessa.
- io ti consiglio di seguire cosa dice il tuo cuore.
- e come faccio a seguire il mio cuore se lui me l'ha frantumato in mille pezzi!
Corsi fuori dal bagno, attraversai la cucina, il salotto dove stavo leggendo qualche minuto prima e andai fuori casa.
Lanciai l'urlo più forte che le mie corde vocali potessero emettere.
Ero distrutta.
Stava piovendo ma non me ne importava.
Pansy era rimasta in bagno, immobile. Pensavo si fosse pentita di aver detto quelle parole.
Sentii la porta aprirsi.
Era lui.
Dopo quello che aveva fatto era pure venuto lì?!
Sentii la voce di quella gatta morta urlare a Draco di tornare in casa e lui si rifiutò.
Provò a che a tirarlo via da me, ma continuava a rimanere lì.
- Astoria levati dai coglioni! Non vedi che hai già rovinato tutto!- disse aggiungendo un'imprecazione.
Lei rientrò in casa sbattendo la porta.
Le lacrime continuavano a scendere come dei fiumi in piena.
Mi poggiò la mano sulla spalla, me lo scrollai di dosso e dissi - vai via.
Vidi che anche lui aveva le lacrime agli occhi.
Feci per andarmene, ma mi prese per il polso, mi girò e mi diede un bacio.
All'inizio non sapevo se ricambiarlo, ma qualcosa, qualcosa mi disse che era la mia anima gemella, che non potevo lasciarlo andare. Non potevo farmelo scappare. Dovevo concedergli un'altra chance.
Rientrammo in casa fradici.
Mentre ridevamo mi bloccò i polsi con le sue mani.
- ora però dobbiamo chiarire.
- okay... Però sbrigati.
Mi fece sedere sul letto e cominciò a raccontare.
- mi ricordo che mi aveva dato da bere in modo forzato un po' di amortentia a breve durata. Poi mi baciò, e, io, sotto l'effetto di quella stupida pozione, ovviamente ricambiai.
Lo vidi preoccupato, come se non sapesse che reazione avrei avuto a quelle scuse.
- senti- gli dissi- tu, tu non ti devi assumere le colpe, te l'ho detto anche quando avevo la febbre babbana. Siamo adolescenti, le cose capitano.
Rimanemmo in silenzio.
Continuavo a fissarlo mentre guardava il pavimento.
- scusa... Sono un deficiente, un bastardo.
- Hey! Eri sotto l'effetto dell'amortentia! Ovvio che avevi un atteggiamento da deficiente!
Mi guardò e, istintivamente, cominciò a baciarmi.
Lo provai a far sdraiare, ma rifiutò staccando le sue labbra dalle mie e dicendo:- no Alice, abbiamo già rischiato una volta, non voglio succeda di nuovo. Siamo giovani, troppo giovani.
- hai paura…? D-di me...?- chiesi balbettando.
- amore, io non ho paura di te- mi prese le mani e le chiuse in mezzo alle sue- solo che siamo giovanissimi, 15 anni, anzi, tu nemmeno, tu ne hai 14! Devi controllarti. Non puoi farti sfuggire la situazione di mano, come era successo a me il giorno del mio compleanno. Non puoi.
Ero intimorita dal suo comportamento.
Cambiai discorso per il troppo imbarazzo.
- vado a prendere qualcosa da mangiare- gli dissi mentre mi incamminavo verso la cucina.
- vengo anche io- e mi seguì.
Nessuno era sveglio. In effetti, era mezzanotte.
Presi un pacco di biscotti chiamati "Nutella biscuits" e me li ficcai sotto il braccio. Poi avanzai verso la tavola e rubai qualche pasticcino fatto da Pansy il giorno prima.
Diedi a Draco il pacco di biscotti e intanto presi dei cereali dal grande cassetto sotto il forno.
- penso possa bastare. Torniamo su- dissi con entusiasmo mentre mi guardava incredulo.
- ora mi spieghi come mangeremo tutta questa roba senza ingrassare di qualche chilo.
- boh. Vorrà dire che domani mattina ci svegliamo ed andiamo a correre.
Mi rivolse uno sguardo come se volesse dire "non ripetere quelle parole o ti ammazzo".
Tornammo in camera dove scelsi un film da vedere. Finimmo il pacco di biscotti, mangiammo metà cereali e anche un pasticcino per uno.
Il resto lo appoggiammo accanto al letto, per terra.
Mi addormentai e lui fece lo stesso.

-

La mattina dopo, la sveglia suonò alle 6.45.
Svegliai Draco e ci preparammo per fare colazione.
Non so perchè, ma d'un tratto mi venne un flash back quando lo vidi con la felpa e la tuta grigia. Mi ricordò quando eravamo andati a cavallo.
Come quel giorno, presi due mele verdi dal frigo e le lavai. Poi le misi in un marsupio che mi legai attorno al bacino. Ero vestita come Draco, solo che lui, sotto la felpa, non aveva nulla, mentre io, ovviamente, mi ero messa un top nero.
Presi le cuffiette ed il cellulare ed uscimmo di casa. Ancora era buio, tra poco ci sarebbe stata l'alba.
- seguimi, guarda dove ti porto!- disse lui.
Mi portò fino ad una specie di parcheggio dove c'erano delle bici.
Ne prese una a due posti e salimmo sopra. Stavamo in mezzo alla strada. Non c'era un'automobile.
Finalmente, dopo circa tre quarti d'ora di viaggio, eravamo arrivati.
C'era una spiaggia.
Mi fece scendere e corsi in direzione della sabbia.
Era morbida e anche fredda per colpa del vento notturno.
C'era la bassa marea.
Prese un telo dallo zaino che aveva portato con sé e lo mise per terra. Ci sdraiammo li sopra.
Aspettammo l'alba, e, quando, finalmente, arrivò il primo raggio di sole, guardai i suoi occhi azzurri misti al grigio, a qualche centimetro dai miei.
Gli diedi un bacio a stampo ed accennai un sorriso.
Poi mi fece alzare in piedi e mi accarezzò dolcemente la guancia, mi fece avvicinare il viso al suo.
Ero in punta di piedi mentre lui teneva la testa chinata su di me.
Misi le mie braccia sulle sue spalle e mi prese per i fianchi. Ci baciammo e dopo qualche secondo, feci un balzo e mi prese al volo.
Mi sentivo sicura tra le mie braccia. Poteva anche esseri un'apocalisse, ma, se fosse stato vicino a me, saremmo sopravvissuti.
Mi fidavo.

Quel Fottutissimo Bacio|1|Draco MalfoyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora