Capitolo 4 - In viaggio

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Dopo aver riposto il mio piccolo bagaglio entrai nella carrozza e mi accorsi subito di non essere da solo. Io presi posto difronte a due persone, un uomo di età abbastanza avanzata sedeva sulla sinistra, mentre alla mia destra vi era una virtuosa ed elegante donna con una veste molto fastosa  . «Haaah... siamo in partenza signori», sbraitò nuovamente il conducente; la sua voce mi diede una terrifica impressione e così come lo scricchiolare della carrozza sul terriccio mi agitai oltremodo. Come in qualsiasi altra occasione la mente di un uomo è portata a scrutare tutto quello che lo circonda con spirito di analisi; fu così che senza volerlo mi incitai a inquisire la mia mente con domande riguardo la mia compagnia in quella carrozza. 

«Huhmr hem... felice giorno a voi signore», esclamò l'anziano uomo sulla sinistra; risposi con una tenue voce alle sue profonde parole accingendomi a osservarlo dopo che lui si ripose a guardare fuori dalla carrozza, come a scrutare qualcosa. Mi diede subito una seria impressione. I suoi abiti apparivano impolverati... un vecchio giaccone dai colori appassiti si propagava lungo sino ai pantaloni, che anch'essi logori e sdruciti scivolavano fino agli stinti scarponi. Il suo aspetto rassembrava stanco ed emaciato, come di chi in punto di morte riesce a contemplare qualcosa al di là del nostro mondo e ne rimane sconvolto e sinistramente turbato. Sulla mia destra invece vi era quella donna che non aveva osato proferire parola, quello sguardo immobile sulla veduta e quegli abiti così regali mi intimorivano.

Il suo colorito pallido e cadaverico era poco naturale, gli zigomi appuntiti e i capelli di un rosso vivo erano decorati da degli occhi grandi di cui non riuscivo a vedere il colore data la postura del viso fissa sul paesaggio. Non riuscivo ben a intendere, per quanto mi sforzassi, il motivo del suo viaggio per un tragitto così lungo ed estenuante. I miei pensieri furono interrotti da un improvviso urto causato dalla strada dissestata che stavamo attraversando. Ormai immerso in queste riflessioni erano passate ore dalla partenza e la luce del meriggio iniziava a sparire per dare spazio all'angosciante lanterna della sera, che con fare acquiescente si avvicinava. 

Avevo un certo timore a passare la notte in loro compagnia, ma non avevo alternativa alcuna. Oltre a un piccolo lume posto su una nicchia accanto a me, la carrozza era immersa nel buio e difficilmente riuscivo a scorgere adesso il viso delle due figure. Dal rumore corporale che emanava l'anziano signore intuii che questi era assopito nel sonno, mentre alla mia destra tutto taceva.

 Dal rumore corporale che emanava l'anziano signore intuii che questi era assopito nel sonno, mentre alla mia destra tutto taceva

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Cercai di sgombrare la mente da ogni timore e mi costrinsi a riflettere sugli scritti del professore. Guardando il buio del nero territorio che stavo attraversando mi interrogai sul mistero della non materia. In molti scritti William sosteneva che si trattasse di una qualche forma vivente compattata in se stessa e completamente estranea alle altre particelle di luce. A questa riflessione giunsi a una inquietante teoria. Secondo William il nostro universo è formato da due grandi elementi regnanti sin dall'alba dei tempi; le particelle nere e quindi quel che noi vediamo come oscuro o non materia, racchiude in se quello che rimane dell'essere umano dopo la sua morte. Nel caso questi sia stato un essere malevolo le cariche negative ne attirano e intrappolano lo spirito. 

L'uomo senza AnimaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora