21. La leva

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Venne il giorno in cui la Voce gli chiese di provare la lealtà del suo popolo e la forza della sua magia.

Lieto di quell'incarico inaspettato, fece di tutto per non fallire. Trovò un valido elemento e lo convinse ad aiutarlo, in virtù del vicendevole senso di gruppo che univa la loro stirpe.

Le forze dei Capercurian erano ridotte al minimo storico e la creatura avrebbe sfruttato tale occasione.

È tempo di incrinare il lucido giudizio dei nostri nemici, disse. Voglio quel Capercurian. Ci servirà un personaggio simile dalla nostra parte, quando verrà il momento. L'Imir gli è molto legata. Senza di lui perderà ogni potere.

Obiettò che non era così facile dominare la mente di un Capercurian. E meno che mai quella di colui che era stato scelto. Nemmeno per uno del suo popolo sarebbe stato possibile, si poteva solo tentare di indurre all'azione attraverso una sottile persuasione.

Devi fare un'opera di cesello. Replicò la Voce. Voglio che influenziate le sue intenzioni. E le sue decisioni. Fate in modo che si fidi di uno di voi, c'è già qualcuno al suo fianco se non mi sbaglio, da molto, molto tempo. Annebbiate la sua mente. Confondetelo. Non siamo mai stati tanto vicini. Tanto vicini come ora a realizzare i nostri obiettivi.

Chiese se voleva che lo aiutasse a fuggire, ma la creatura negò. Non aveva motivi di essere liberato, disse. Faceva molto più danno nel luogo in cui si trovava che sulla superficie del pianeta, dove non sarebbe sopravvissuto più di un secondo sotto l'attacco dei Capercurian.

No, non voleva fuggire. Voleva che i Capercurian sferrassero un attacco massiccio nello spazio aperto, lontano dal pericoloso cuore del pianeta: quella sarebbe stata la loro fine. Le loro forze erano enormemente superiori. Bisogna solo incoraggiare una simile decisione. Egli è ambizioso. Farete leva su questo.

Rimase stupito del fatto che la creatura fosse totalmente votata alla causa, esattamente come lui. E che fosse pronta a morire, qualsiasi fosse stato l'esito di quella congiura.

Un senso di profonda calma si impossessò di lui e per la prima volta avvertì che quel terribile vuoto che aveva sempre provato, quando la Voce parlava al suo cuore, non lo terrorizzava più, anzi era diventato una parte di lui.

Perché lui era già morto. Lo sapeva. Ma il suo popolo sarebbe vissuto, ricordando per sempre il suo estremo sacrificio.

E questo gli fu sufficiente.


FINE DELLA TERZA PARTE


P.s. Si scoprirà il soggetto di questi micro capitoli, che sono sparpagliati ogni tanto nel racconto. La quarta parte è dedicata agli incontri: seguiremo Kelsi nella provincia di Avaste dove conoscerà una persona... inaspettata; Erly entrerà ufficialmente nell'Accademia, subirà un esame piuttosto duro e converserà con qualcuno di molto speciale. Si scoprirà qualcosa di sorprendente su Anghel. Aggiornerò i capitoli entro Natale. ;-)

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