La scomoda verità

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L'auto nera, lo scortò fino al Tamigi, scorse Eleanore in lontananza. Scese con distacco, nascondendo ogni piccola emozione, come era addestrato a fare da lungo tempo.

Quando Eleanore lo vide avvicinarsi, capì subito che qualcosa non andava. Lo comprese dalla rigidità del portamento, le spalle erano tese come tutto il corpo. Si era tagliato sbarbandosi, quindi si era innervosito per qualcosa che lo aveva preoccupato, lui era preciso maniacalmente. E questo sicuramente riguardava lei.

"Buon pomeriggio Mycroft. " Si limitò a dire Eleanore, anche se gli regalò comunque un sorriso aperto. Non lo toccò, né lo baciò, come era solita fare, temeva di irritarlo ulteriormente, doveva capire cosa lo tormentasse.

"Buon pomeriggio a te Eleanore. Hai finito presto oggi, credevo fossi molto occupata da quanto avevi detto."

Si, Mycroft era decisamente diverso, pensò addolorata Eleanore, la stessa voce piatta di quando trattava con sconosciuti poco interessanti. Cominciò a valutare quale potesse essere la causa di questo cambiamento. Si decise a parlare al suo Myc, così distante da lei, lo afferrò per un braccio e lo trattenne.

"Dimmi cosa c'è che non va. Non voglio trascorre del tempo con te in questa maniera. Ho fatto di tutto per vederti, non ripagarmi così!" Eleanore vedeva i suoi occhi grigi ridotti ad una sottile fessura, la bocca stretta. Mycroft puntò l'ombrello per terra e si appoggiò con tutto il suo peso. Lo stringeva così forte che le mani erano bianche.

"Eleanore, devi dirmi qualcosa? Qualcosa che mi hai taciuto? Io ho riposto tutta la mia fiducia in te."

Capì subito. Qualcuno doveva aver parlato di lei a Mycroft, ma non sapeva se lui fosse al corrente di quello che lei nascondeva in maniera dolorosa, ma dal suo atteggiamento capì che era ancora all'oscuro di tutto. Lo vedeva da come la guardava, un dubbio lo agitava, e non lo aveva ancora risolto. Prese coraggio sperando di essere ancora in tempo.

"Vieni Mycroft, andiamo fino al porticciolo. Ti spiegherò tutto. Solo, posso chiederti chi ti ha parlato di me?"

"Mio fratello Sherlock." Mycroft le rispose asciutto, spaccato in due.

La seguì in silenzio, Eleanore era consapevole che sarebbe successo con i fratelli Holmes, si fronteggiavano spesso, ma alla fine si proteggevano reciprocamente, in maniera viscerale anche se non lo ammettevano.

Camminarono affiancati dolorosamente muti. Quando giunsero sul terrapieno, lei indugiò solo alcuni istanti. Eleanore si appoggiò alla staccionata che dava sul fiume, poi senza mai guardarlo, cominciò a parlare a voce bassa.

"Cosa avresti fatto Mycroft, se avessi saputo che il mio vero cognome è quello di qualcuno che ha fatto molto male a voi Holmes. Un fratello, che non ho mai conosciuto, ma che mi appartiene per nascita, sono cresciuta in un istituto, poi sono stata accolta dai Brett, lasciandomi alle spalle quelle ingombranti origini."

Eleanore attese la reazione di Mycroft, che stava elaborando ogni dettaglio, sapeva che ci sarebbe arrivato senza andare oltre. Si girò a guardarlo, sul suo volto c'era sorpresa, rabbia e dolore. Mycroft si ricordava di quando l'aveva incontrata e gli aveva ricordato qualcuno che non riusciva a mettere a fuoco. Improvvisamente la memoria si squarciò e lo vide nitido davanti a se , quel volto odiato, sentì salirgli il disgusto per il dolore che aveva causato a lui e a suo fratello.

"Sei la sorella di James Moriarty! Buon Dio, Eleanore, ma perché non dirmelo! "

"Perché dopo tutto quello che James vi aveva fatto, non ti saresti mai avvicinato a me! Io ti volevo Mycroft, volevo avere la possibilità di conoscerti, ho rischiato. Volevo che tu mi conoscessi per Eleanore Brett."

Si portò le delicate mani sul volto vinta dalla disperazione. "Te lo avrei detto quando fossi stato pronto, eri così combattuto. Non volevo che questo causasse il tuo allontanamento." Eleanore lo fissava con gli occhi lucidi, ma era decisa a proteggere quello che restava del loro rapporto. Prese Mycroft per le braccia e le strinse forte.

"Ora dimmi se portare il cognome Moriarty, mi sta allontanando da te. Dimmi che cambia qualcosa del mio amore per te. Temi che io porti in me la follia di mio fratello? Perché se hai questo dubbio, allora è giusto che tu te ne vada. " Rimase lì con gli occhi incatenati all'uomo che caparbiamente amava.

Mycroft aveva perso tutta l'arroganza ed era tormentato. Si sciolse dalla sua stretta, arretrò verso lo steccato dove si appoggiò, con la schiena rivolta al fiume. Portò le mani sulle tempie, le premette forte, mentre la sua mente lavorava velocemente.

Certo che Eleanore fosse la sorella di James Moriarty, gli rendeva difficile essere lucido. Adesso capiva la preoccupazione di Sherlock, che aveva sofferto più di tutti con quel pazzo. Ma aveva lasciato a lui la scelta, e Sherlock qualunque cosa lui avesse fatto, avrebbe accettato.

"Myc, non so nemmeno che faccia avesse mio fratello, ma abbiamo avuto la stessa madre. E questo è tutto quello che posso dirti." Eleanore aveva la voce incrinata. "Alla sua morte ho saputo la verità, perché i miei genitori adottivi hanno voluto che lo sapessi. Non ha mai cercato di vedermi, né di contattarmi." Si fermò immobile stringendosi le braccia, tremante. "Io sono Eleanore Brett, l'interprete del primo ministro, null'altro, Mycroft Holmes." Lo affiancò, e si girò con il volto rivolto al fiume.

Era conscio che Eleanore era decisamente diversa dal fratello pazzo che aveva conosciuto, lei era dolce e amorevole. Era disarmante il suo modo di porsi, le guardava le spalle minute e sentì il suo cuore andare a vuoto. Non aveva mai sbagliato a giudicare le persone che incontrava, ma lei era diversa da tutti i pesci rossi che lo attorniavano, sapeva di appartenere a Elly. Ne era certo. Sospirò, le si affiancò, lei guardava il fiume, mentre aspettava che lui decidesse.

"Eleanore, non so come prenderò il fatto che una parte di te è Moriarty, ma lui era un criminale che ha fatto la sua scelta. Ti ho conosciuto come Eleanore Brett ed è di te che mi sono innamorato, la nostra relazione non ha nulla che vedere con il tuo passato. " Mycroft la fece girare afferrandola per la spalla, la abbracciò forte, se la portò vicino al cuore, dove lei si lasciò andare e singhiozzò affondando il suo volto sul suo petto accogliente. Aspettò che si calmasse, poi le prese il mento e le sollevò il viso, la baciò con dolcezza. Le asciugò le lacrime con il fazzoletto che portava sempre nel taschino. Non sapeva cosa sarebbe stato di loro, ma di una cosa era certo, che la amava con quel cuore che tutti dicevano fosse di ghiaccio.

Love, lovers and heart of iceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora