Una piccola amara verità

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"Mi raccomando, ci sarà molta gente. Non preoccuparti delle occhiatacce e non ascoltare nessuno". Siamo davanti all'enorme mensa.
Summer mi supplica con gli occhi, visibilmente preoccupata.

"Stai tranquilla bionda, non dobbiamo andare mica in guerra. E poi perché dovrebbero fare così?" chiedo stranita.

"Per lo stesso motivo per cui Meredith ha risposto così prima. Te lo dico dopo pranzo, ho troppa fame ora. Comunque noi ci sediamo vicino a Winter".

"Oh, adesso si che mi preoccupo" alzo gli occhi al cielo annoiata.

"I nostri amici tornano stasera. Ci avevano dato delle vacanze in questi giorni e sicuramente sono andati dalle loro famiglie" annuisce convinta.

"Ok, ora possiamo mangiare o vuoi raccontarmi la vita dei tuoi amici?" chiedo ironica.

"Beh loro sono entrambi molto..." la interrompo con un gesto della mano.
Scuoto la testa rassegnata e finalmente metto piede nella mensa.

"Aspettami" sussurra Summer raggiungendomi. "Eccola là" indica un tavolo dove c'è solo Winter intenta ad ascoltare della musica con le sue cuffiette.

Proprio come aveva detto la biondina, questa mensa è stracolma di ragazzi e ragazze, mi sento piuttosto osservata.
All'improvviso qualcosa mi urta la spalla, ma riesco a non perdere l'equilibrio.
Mi giro per notare il viso di una ragazza piuttosto imbarazzata.
Sembra la solita nerd della classe.
Divisa perfetta, frangetta, coda di cavallo e occhiali enormi.

"Scusami, non l'ho fatto apposta. Farò quello che vuoi!" esclama implorante, manca poco che si metta in ginocchio.

"Ehm, tranquilla. Cerca di stare solo più attenta" la guardo interdetta e un espressione sorpresa compare sul suo volto.

"G-grazie" si sistema gli occhiali e timidamente mi saluta.
Vabbè...

Raggiungo Summer e afferro un vassoio.
Dato che ho davvero molta fame opto per un primo e un secondo.
Quando arriviamo nel nostro tavolo, Winter rimane impassibile e continua ad ascoltare la sua musica. Meglio così, non ho voglia di fare conversazione.

Stranamente mi ritrovo a pensare a zia Serena e zio Andrew.
Mi hanno accudito come se fossi la loro figlia, e mi dava fastidio, maledettamente fastidio, perché non lo ero.
Mia madre era la sorella di mia zia, quindi anche lei deve avere sicuramente a che fare con questo strano mondo...o almeno penso.
Ma se fosse così, perché nessuno non mi hai detto niente?

Un colpo di tosse mi riporta alla realtà, alzo lo sguardo per incontrare due occhi azzurri a me sconosciuti.
Un ragazzo dai capelli incredibilmente rossi mi guarda con un sorrisetto fastidioso.
Spavaldo appoggia entrambe le mani sul tavolo per poi avvicinarsi a me.

"Tu devi essere la nuova arrivata" il suo tono ha un non so che di arrogante, fa quasi ridere.

"Le voci girano in fretta" riporto lo sguardo sul piatto e riprendo a mangiare l'insalata rimasta.

"Hayden Chase" mi porge la mano ma continuo ad ignorarlo.

"Fuoco."
Lo avevo intuito, quella Gemma Rossa appesa al collo ne è la conferma.

"Interessante, e quindi?"

Non rispondere male Astrid! Si arrabbia facilmente, e fidati...fa paura!

La voce di Summer giunge alle mie orecchie.
Quando però mi giro verso di lei, si volta di scatto nella direzione opposta.

Sono connessa con la tua testolina, perciò solo tu puoi sentirmi. Telepatia...

-Potevi avvisar...

"Quindi, dato che un uccellino mi ha detto che sei come me e come quelle altre due bellissime personcine" indica un tavolo abbastanza lontano e con mia sorpresa noto un volto familiare.
Quel ciuffo bianco non si vede ovunque...
Dopo poco realizzo che Edward mi sta fissando, e non so il motivo, ma quello sguardo che sembra essere fatto di ghiaccio mi rende stranamente nervosa.
Mi fa un cenno con la testa e azzarda ad un piccolo sorriso a mó di saluto.
Ricambio e mi soffermo sulla figura accanto.
Sembra madre natura intenta a leggere un libro di un milione di pagine.
La sua pelle è olivastra e i suoi capelli sono scuri, identici ai suoi occhi.

L'Ultima Gemma                                          Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora