CAPITOLO 8

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Arrivata nel parcheggio di casa mia,il Range Rover era ancora dietro di me,quindi spaventata mi chiusi dentro e aprii la birra aspettando che se ne andasse.
Dallo specchietto retrovisore riuscivo ad intravedere una figura snella che scendeva dall'auto dirigendosi verso la mia,finché mi resi conto che era proprio lui,il ragazzo del pub.
Aprii l'auto e scesi,
"Mi stai forse pedinando?"-mi sorrise scuotendo la testa,
"Volevo solo parlarti,piacere Aaron",mi tese la mano,sul cui sbrilluccicava quella fedina che aveva attirato la mia attenzione pochi minuti prima,gli strinsi la mano e gli sorrisi,
"Piacere Kelly",saltai in macchina,presi l'altra birra e gliela porsi,
"Era per me,ma non si beve mai soli",
"Grazie,hai fumato? Hai gli occhi scoppiati",la mia temperatura salì tanto da farmi accorgere che ero arrossita senza aver bisogno di uno specchio,annuii imbarazzata e salii in macchina facendogli cenno di entrare.
"Abiti qui?",mi chiese senza staccarmi gli occhi di dosso,
"Proprio lì" gli dissi mentre indicavo il mio balcone,
"Insomma..non sono Dio",stavamo per entrare in quel discorso in cui non sarei stata capace di ribattere,in quel momento ero completamente ipnotizzata dai suoi occhi color oro intenso interrotto da frammenti verde smeraldo,ma presto mi risvegliai dal sogno e fui capace di rispondere,anche se balbettando,
"Bhe,mi sembri un tipo abbastanza pieno di te",scrolló la testa e mi guardó ancora sorseggiando la birra,riuscivo ad immaginare le sue labbra sul mio corpo e scattó subito il pensiero di fare sesso con lui ma non mi piaceva come mi trattava,tanto meno quella fedina al dito,che stava lì constantemente a ricordarmi quanto fosse infedele,ma presto arrivó qualcos'altro a farmelo notare.
La sua tasca si illuminó e la sua espressione si fece preoccupata leggendo il nome sul telefono 'amore',quelle semplici cinque lettere furono abbastanza per farmi tornare alla realtà,stavo per mandarlo via quando mi interruppe,
"Non parlare".
Stetti zitta e come una stupida trattenei anche il fiato,liquidó la sua ragazza in pochi minuti fingendo di essere a casa.
"Ei è tutto ok?" mi chiese tirandomi il braccio,annuii,
"Dovrei rientrare" gli feci notare l'orario sul suo orologio e ancora una volta lo toccai,sentendo quanto fosse caldo,fu impossibile non toccarlo ancora,quindi gli diedi un colpo sulla spalla e gli feci cenno di uscire,
"Ti accompagno fino al portone,é pericoloso a quest'ora",
Ancora una volta annuii incapace di fare altro e camminammo per pochi metri tanto vicini che le nostre mani si sfiorarono.
Arrivati al portone gli lanciai un'occhiata veloce e lo salutai con la mano,ma fui bloccata dal suo braccio che mi afferró stampandomi un bacio sull'incavo del collo,mi libera in fretta,gli sorrisi ancora e sparii dentro il portone.
Passai l'intera mattinata a pensare ad Aaron,a quanto fossi attratta fisicamente da lui,ma niente di più,odiavo il suo carattere,o almeno odiavo quanto mi aveva mostrato,ma me lo sarei scopato volentieri,per quanto fosse fidanzato e per quanto lo odiassi,se non avesse aperto bocca tutto sarebbe filato liscio.
L'avrei rivisto? E se sì,quando?

Il mio intimo nero,la tua collana d'oroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora