La mia vocazione narrativa non è frutto di un'intuizione improvvisa, ma l'esito naturale di un'immaginazione coltivata fin dall'infanzia. Già da bambino, infatti, iniziai a dare forma a un mondo fantastico che mi accompagnava silenziosamente durante le ore scolastiche e le giornate più ordinarie. Quel primo universo prese vita inizialmente sotto forma di fumetto: disegni ingenui ma carichi di significato, nei quali dimoravano eroi, regni dimenticati e creature nate dall'ombra.

Con il tempo, quelle stesse storie si fecero parola. Divennero temi scolastici, frammenti narrativi, appunti sparsi  ognuno dei quali contribuiva a plasmare un mondo coerente e stratificato. Oggi, quel progetto originario ha assunto la sua forma più compiuta: un romanzo, primo tassello di una saga destinata a evolversi e ad ampliare le proprie frontiere, tanto nell'immaginario quanto nella letteratura.

Scrivere, per me, non è un semplice atto creativo: è un atto di memoria e costruzione. Ogni pagina è il prolungamento di un'idea nata anni fa, che ha saputo resistere al tempo, maturare con me, e ora pretende  con legittima forza  di essere condivisa.