Lei

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XXI Capitolo

Con l'affanno per la corsa, finalmente Hermione arrivò nella sua stanza nella torre Grifondoro. Alcune ragazze erano ancora sveglie e vedendola particolarmente agitata le chiesero cosa fosse successo.

<<Hey Granger, tutto bene?>>.

Per fortuna Hermione riuscì ad evitare ogni domanda dicendo semplicemente che aveva corso per non farsi trovare nei corridoi dopo il coprifuoco, anche se sapeva che ci voleva ancora un po' di tempo.
Prese il pigiama e si diresse in bagno, da sola con i suoi pensieri. Appoggiò le mani sul lavandino e le strinse, tanto da far diventare bianche le nocche, abbassò la testa e cercò di respirare il più piano possibile per cercare di calmare e riordinare le idee. Quando alzò di nuovo il volto verso lo specchio, vide due piccole lacrime scendere ai lati. Erano lacrime che sapevano di tante emozioni diverse: paura, gioia, ansia e amore.

La giovane Grifondoro amava quell'uomo e ormai anche lui lo aveva capito. Quel suo gesto improvviso aveva palesato i suoi sentimenti. Ripensandoci a mente lucida, avrebbe voluto trovare una giratempo, tornare indietro e fermare l'Hermione del passato, o forse era meglio cancellare quel ricordo dalla mente del professore. Erano tutte idee, che anche lei sapeva fossero inutili e assurde. Lei lo aveva baciato e ora non poteva fare più nulla per cambiare le cose.

Si mise a pensare che quel bacio non aveva nulla a che vedere con quelli dati a Ron o a Krum. Ricordava i suoi appuntamenti con il ragazzo di Durmstrang e i suoi baci erano sempre stati viscidi.
Di sicuro lei teneva molto di più al suo amico Ronald, ma per quanto i suoi baci fossero piacevoli, non erano niente in confronto all'emozione che aveva provato baciando il suo professore.

Era in ansia perché sapeva che prima o poi avrebbe dovuto affrontare un lungo ed estenuante discorso che non avrebbe portato a nulla di buono, almeno per lei. La sua agitazione era palpabile, si vedeva soprattutto nelle mani e nelle gambe che non stavano mai ferme.

Dal giorno dopo sarebbero iniziate le lezioni e lei doveva vederlo ogni singolo giorno, senza poter far nulla e dovendo sottostare alla furia che sicuramente il professore, le avrebbe riservato. "Per Merlino Hermione, che cosa hai fatto?" Chiedeva tra se e se, ma la risposta era più facile di quello che pensava. Aveva baciato l'uomo di cui si era innamorata e avrebbe voluto rifarlo, se solo lui glielo avesse permesso.

Si spogliò e appoggiò i vestiti su una sedia. Iniziò a lavarsi scegliendo l'acqua fredda per cercare di far uscire la parte razionale di se stessa, nel tentativo di scacciare tanti pensieri. Dopo essersi messa il comodo pigiama, prese i vestiti che indossava prima per ripiegarli nel baule, ma appena li prese fu distratta da un profumo buonissimo.
Il corpo schiacciato con il suo, aveva trasferito il profumo di Severus suoi suoi abiti. Il forte odore di menta, come riflesso involontario, le fece ripensare a quell'attimo in cui aveva avuto il coraggio di rubare un dolce bacio da quelle labbra sottili. Erano apparse nella sua mente, miriadi di immagini quasi come fossero allucinazioni, si rese conto di essere talmente presa da quella persona che le sembrava di averla vicina, soltanto con il suo profumo.

Tutti i sentimenti e le emozioni positive che aveva e che aveva provato erano forti, ma non abbastanza da sopraffare l'unica emozione più forte di tutte: la paura.
"Si sarà sicuramente arrabbiato!! Che cosa ho fatto?!" La paura iniziava a prendere il sopravvento, mentre affondava il volto sul cuscino sperando di dormire.
"Non avrei dovuto, di sicuro mi espellerà!" Si diceva. Tuttavia questo sentimento non era suscitato dalla possibile rabbia dell'uomo e neanche dalla possibilità di essere espulsa da scuola, ma da una cosa che ad Hermione dava i brividi.

Sapeva bene, come ormai tutti, che Severus Piton non aveva mai amato altre se non Lily Evans. Era consapevole che lui aveva vissuto solo per lei e non per se stesso. Ricordava bene il racconto che Harry le aveva fatto sui ricordi del professore e quindi sapeva bene che lui era ancora innamorato di quella donna dai capelli rossi e occhi verdi. "Come posso io, Hermione Granger, competere con una donna tanto bella? Come posso competere con l'unica amica che aveva?" Sentiva la paura e la frustrazione crescere dentro di lei e stringergli la gola, quasi per soffocarla.

Si girava e rigirava nel letto, ma i pensieri non smettevano mai di infastidirla. "Lily per lui era perfetta! Dal mio canto invece, io sono solo una ragazzina ai suoi occhi!" Continuava a pensare mentre si tormentava il labbro inferiore tra i denti.
"Come posso competere con un fantasma?" Era quello il vero problema. Lui aveva amato la stessa donna per tutta la vita, anche dopo che lei si era sposata con un altro e anche dopo la sua morte. Lui aveva continuato ad amarla tanto da proteggere il figlio che odiava e che gli ricordava ogni giorno, che lei aveva scelto Potter e non il suo migliore amico.
Combattere con il passato e con i ricordi era impossibile e inutile ed Hermione lo sapeva bene, per questo non dormiva.

Dopo diverso tempo che stava nel letto con gli occhi spalancati, decise di alzarsi e, con l'aiuto della bacchetta per farsi luce, di scrivere una lettera all'unica persona che poteva aiutarla.

Caro Harry,
Ti scrivo questa lettere da Hogwarts. Oggi sono arrivata nella vecchia scuola e non sai quanto mi è mancato non vederti con me. Spero che tu stia bene e che la tua carriera stia procedendo al meglio.
Ho deciso di scriverti perché ho bisogno di aiuto. Non preoccuparti non è successo nulla di pericoloso, ma ho bisogno di te.

Ho baciato Piton!

So che sarai sconvolto e fidati lo sono anch'io. Prima che tu mi scriva "cosa ha detto lui?", ti dico che sono scappata prima che potesse dire o fare qualsiasi cosa. Harry non so come comportarmi, ho sbagliato ma non posso tornare indietro.
Vorrei la tua opinione da amico e confidente.

Hermione

Dopo averla scritta, la ripiegò e la consegnò al gufo che l'avrebbe portata subito al destinatario. Tuttavia Hermione non si aspettava una risposta, sapeva bene che era notte fonda e che si sarebbero accorti del gufo solo con l'arrivo del giorno. L'unica cosa che poteva fare era aspettare e cercare di dormire.

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