Capitolo 9 Enerblade

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Negli ultimi tempi, ogni notte si ripete lo stesso sogno, io che affronto un misterioso individuo il cui braccio destro è stato sostituito da una lama.

Tuttavia, questa volta il sogno ha avuto un risvolto inaspettato.

Solitamente si conclude quando il nemico ignoto mi attacca, ma incredibilmente questa notte sono stato in grado di evitare quel temibile colpo.

«Sei diventato più forte.» disse una voce dal tono calmo e pacato.

La nebbia solitamente presente si diradò, ero solo in uno spazio completamente bianco, o almeno era ciò che credevo.

Una melodia cominciò a diffondersi nell'ambiente.

Era il suono di un pianoforte la cui musica partiva lentamente, dava un senso di tristezza e disperazione, come se non ci fosse più alcuna speranza... ma all'improvviso cambiò, il ritmò divenne poi incalzante come se l'ascoltatore stesse affrontando un potente nemico ma che in qualche modo sarebbe stato sconfitto.

Vidi in lontananza una figura a cui andai in contro, cominciai a correre forse era lui il misterioso pianista.

Avvicinandomi riuscii a identificare meglio il soggetto, era un uomo, indossava l'armatura dei Cloudknight, seduto su uno sgabello stava premendo le dita in alternanza sui tasti bianchi e s quelli neri, la sua velocità e bravura erano impressionanti.

Ero a pochi passi da lui, all'improvviso il cavaliere delle nuvole s'interruppe e si voltò verso di me.

«Salve Nathan, noto che finalmente sei riuscito a utilizzare il potere del vento.»

Com'era possibile che conoscesse il mio nome?

«Lei chi è?» domandai con tono sospettoso.

Il misterioso individuo davanti a cui mi trovavo si alzò in piedi e cominciò a spiegarmi.

«Mi chiamo Harrison Adams, come avrai notato sono un Cloudknight, io ti ho conferito l'artefatto del vento per un compito importante... fermare Enerblade!»

«Enerblade?»

«Esatto, Enerblade, colui che ha creato i robot e le creature di melma, non l'hai mai visto di persona ma lo affronterai sicuramente.

Ero basito, chi era quell'individuo, perché ci ha attaccati?

«Quindi il sogno che facevo ogni notte...»

«Era un sogno premonitore, ogni volti eri stato sconfitto... ma ricordati che chiunque se vuole può ribellarsi al destino e cambiare il futuro!»

Erano parole piene di speranza... ma quanto sarebbero state fattibili? Io non sono un eroe, non ho abilità particolari.

«Ricordati che per essere un eroe non ci vuole solo la forza ma anche il coraggio e l'intelligenza.» disse lui quasi leggendo nel pensiero.

Harrison Adams iniziò svanire, diventando semi trasparente.

«Perché Enerblade vuole l'artefatto del vento?»

«Non ho più tempo a disposizione ma... sappi che vuole espiare un senso di colpa.»

Mi svegliai di soprassalto, osservai camera mia per qualche secondo per poi alzarmi e consumare la mia colazione.

Decisi di raccontare tutto ai miei tramite messaggio.

Lanied mi rispose che si trattava solo di un sogno e che probabilmento mi ero fatto suggestionare dai recenti avvenimenti.

Rebecca invece mi propose di continuare ad allenarmi al Club delle battaglie, di stare all'erta ma di non permettere a questa minaccia per il momento di influenzare troppo la mia vita.

Ellimi invece mi mandò un vocale in cui semplicemente diceva che se fosse arrivata la fine de mondo sarebbe stata pronta a combattere.

I miei pensieri a riguardo furono interrotti da un messaggio sui mie social che recitava

«Dai, amico, mi sono scusato, proviamo ad andare d'accordo?»

Era Samuel, che cavolo!

Perché ci tiene così tanto a scusarsi dopo tutto quel tempo?

Lo bloccai senza nemmeno rispondere.

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