Capitolo 16 Rivelazioni

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«Chi è Enerblade?» domandai a Wilson.

Sul volto dell'uomo si dipinse un'espressione di tristezza.

«Devi sapere che io una volta ero un Cloudknight, nella mia unità erano presenti due membri, compagni che divennero i miei migliori amici.»

L'uomo s'interruppe per un momento con in volto il sorriso di chi ricorda dei bei momenti passati ma che purtroppo non rivivrà più.

«Si chiamavano William Campbell e Harrison Adams.»

«Harrison...» ripeté lui.

«Una bravissima persona, pronto a mettere gli altri prima di sé stesso, era anche un aspirante musicista che amava suonare il pianoforte mentre William...»

Il professore s'interruppe nuovamente.

«Lui era appassionato di tecnologia, credeva attraverso di essa di poter migliorare il mondo ma un giorno...»

Dai suoi occhi azzurri uscirono delle lacrime che scivolarono sul suo volto oblungo

«La nostra squadra fu inviata per recuperare dai contrabbandieri un artefatto storico, che secondo le nostre informazioni sarebbe stato l'oggetto sollevò in aria Nuvolia.»

Interruppe nuovamente il suo discorso, quei ricordi per lui erano sicuramente dolorosi.

«Irrompemmo nel loro covo, uno di loro aprì il fuoco e William era sulla sua traiettoria... Harrison si mise davanti a lui per proteggerlo... nessuno seppe più nulla dell'artefatto del vento fino a oggi...dopo quel giorno... non vidi mai più William e decisi di ritirarmi dai Cloudknight per dedicarmi all'insegnamento, rimanere trai i Cavalieri delle nuvole mi avrebbe ricordato troppo i miei più cari amici con cui non avrei mai più parlato... Ora William è tornato con il nome di Enerblade e deve aver creato i robot e le creature di melma per ottenere la fiammella della vita e l'artefatto del vento.»

Quindi era questo il senso di colpa che voleva espiare di cui mi aveva parlato Harrison Adams.

Avrei voluto parlare ma capii che ogni frase sarebbe risultata fuori luogo.

«Mobiliteremo le truppe per fermare Enerblade e metteremo l'artefatto sotto stretta sorveglianza!»

«No! La trottola è stata affidata a me! Io devo...» replicai.

«Tu non devi fare nulla! Lascia fare a chi di dovere!» gridò lui.

«Harrison avrebbe...»

«Non nominare il suo nome! Non ne hai diritto!» sbraitò.

L'uomo dai capelli castani cominciò ad ansimare, era furioso, ma capii che non voleva che un suo studente morisse.

«Lui deve combattere... il vento l'ha scelto.» disse una voce.

«Non ci posso credere...» esclamò meravigliato il professore.

«Harrison... sei tu!» l'insegnante in quel momento cominciò a piangere dalla gioia.

«Si... lascialo combattere, se il potere del vento l'ha scelto è perché in grado di adempiere al suo compito.»

Wilson rimase in silenzio per semplicemente rispondere «Va bene.»

La voce di Harrison Adams svanì.

Non sapevo cos'altro dire così mi limitai ad andarmene.

Dietro la porta si trovavano i miei amici e Samuel.

«Voi... avete sentito tutto?»

«Se combatterai non sarai solo...» dichiarò Lanied.

«Noi ti aiuteremo...» continuò Rebecca.

«E sconfiggeremo il nemico insieme!» concluse Ellimi.

«Per dimostrarti il mio sincero dispiacere combatterò al tuo fianco.»

Guardai il ragazzo dai capelli castani col ciuffo con aria contrariata.

«Tra voi non scorre sicuramente buon sangue, ma in questo caso abbiamo bisogno di tutto l'aiuto possibile, quindi mettete da parte le vostre divergenze per questa volta.» disse severamente la ragazza dai capelli biondi.

«Nathan... sai perché mi sono pentito delle mie azioni?»

Non risposi.

«L'estate scorsa, una sera fui aggredito... non volevano soldi, non era una rapina... volevano solo vedermi soffrire, pensavano fosse divertente... ma ho capito che quando si è la vittima non lo è... quindi ti prego di accettare le mie più sincere scuse.»

Sembrava sinceramente pentito così dichiarai «Tu non mi hai mai ferito fisicamente, non perdonerò le tue azioni... ma ammiro che tu voglia provare a diventare una persona migliore.»

Mi diressi verso gli spogliatoi della palestra per portare a casa l'armatura e indossarla il giorno seguente ma quando entrai vidi due creature di melma dalla forma di lucertola pronte a combattere.

La Vortitrottola apparve nella mia mano e ora sarei stato pronto a combattere.

I due nemici erano agili e potenti, mi attaccarono da entrambi i lati, fortunatamente mi rotolai per terra e riuscii a schivarli.

Una delle lucertole si scagliò nuovamente verso di me, caricando a tutta potenza, era talmente veloce che non sarei riuscito a schivarlo.

«No!» gridò una voce.

Era Samuel, armato di spada tagliò in due il nemico che si ridusse a un cumulo di poltiglia.

Non avevo idea di cosa avrei dovuto provare in quel momento, una delle persone che più odiai nella vita mi aveva appena salvato.

«Ho notato che ci stavi impiegando parecchio tempo così sono venuto a controllare.»

Un pensiero mi balenò in testa... c'erano due lucertole di melma, dov'era la seconda?

Purtroppo, ebbi subito la mia risposta.

Uno dei nemici si era arrampicato sul soffitto per poi lanciarsi contro Samuel.

Non fece in tempo a schivarlo, prima di svenire disse solo: «Perdonami.»

Ero furioso... così lanciai la Vortitrottola con quanta più forza possibile nel braccio.

La trottola generò un tornado che trasformò il nemico in un cumulo di poltiglia.

Samuel fu portato in infermeria, stava bene ma sarebbe dovuto rimanere a riposo per diverso tempo.

Domani avrei fermato Enerblade, costi quel che costi.

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