Capitolo 2 Gli hobby

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«Hai letto il libro che ti ho prestato?» chiese Lanied dopo aver addentato il suo panino, intento a masticarne la carne.

Quando parla di libri gli si illuminano gli occhi e gli si dipinge in volto un sorriso a trentadue denti, come ho ribadito in precedenza, è un grande lettore, e talvolta mi presta con piacere alcune opere che ha apprezzato oppure esprimere il suo amore verso l'ultimo romanzo appena letto.

«Si, sono al quinto capitolo...» mi aveva recentemente concesso in prestito il primo volume della sua saga fantasy preferita e io avevo appena iniziato a leggerlo, non passava giorno senza che chiedesse un parere sulla mia lettura attualmente in corso.

«Solo al quinto? Guarda che devi arrivare almeno a metà, perché lì succede che... scusa non posso spoilerare, ma credimi, ci resterai di sasso quando scoprirai quella cosa!» esclamò lui con ancora le sopracciglia spalancate e sul suo viso di ghiaccio l'espressione più calorosa e gioiosa che io avessi mai visto in tutta la mia vita.

I libri hanno potere quasi magico, possono farci provare emozioni, ci rendono allegri e tristi, consideriamo i personaggi nostri amici, quando gioiscono, gioiamo con loro e quando sono tristi, condividiamo il loro dispiacere, possono creare mondi unici e creativi, sfogliare le pagine e sentirne l'odore è una sensazione unica e indescrivibile.

Riprendemmo a mangiare, diedi un morso al mio doppio cheeseburger, in cui avevo messo dentro le patatine e la maionese, pregustandomi il poco salutare pasto.

La faccia del glacian si dipinse di stupore per poi spalancare la mascella in segno di meraviglia.

«Come fai a mangiare tutta quella roba? Hai pure ordinato il gelato, sei sicuro che non ti venga un'indigestione?»

«Vai tranquillo, io posso mangiare anche più di così!» Scoppiammo entrambi in una grossa risata, tipica di due amici che possono permettersi di ridere e scherzare insieme.

Rimanemmo in silenzio per il resto del pranzo, si poteva sentire la gente discutere dei più disparati argomenti, i cassieri prendere le ordinazioni e le porte che si aprivano e chiudevano, sicuramente quello era un luogo pieno di vita.

«Ti spiace se sulla via del ritorno ci fermiamo al negozio di videogiochi?» domandai io.

Perché tra le mie passioni oltre ai velivoli c'erano anche i videogiochi, amavo vivere quelle avventure e quei meravigliosi luoghi che prendevano vita attraverso lo schermo.

«Per me va bene, basta che non ci metti troppo...» disse lui roteando gli occhi.

«Io non ci metto "troppo"»

«Ma se l'ultima volta siamo rimasti per un'ora intera lì dentro!» replicò lui divertito, mentre chiudeva gli occhi e con un ghigno sul volto.

«Disse quello che era rimasto per lo stesso tempo in libreria.» lo canzonai amichevolmente.

«I libri sono arte.»

«Così come certi videogiochi.»

Avrei potuto continuare questa discussione e generare un interessante dibattito sulla questione, tuttavia in quel momento non ne avevo il tempo e tantomeno la voglia.

«Giuro solennemente sul mio onore che non rimarrò lì dentro oltre mezz'ora!» promisi con finto tono solenne nel tentativo d'imitare un nobile eroe d'altri tempi ormai andati.

Ci fermammo in un negozio di videogiochi presente nei paraggi, era una sorta di edificio dalla forma di un cubo grigio, con delle vetrate trasparenti e il logo della catena in alto.

Si aprirono le porte scorrevoli dell'edificio e ci ritrovammo in un negozio dall'aspetto asettico, caratterizzato da pareti bianche e pavimento grigio, a cui facevano da contrasto le copertine dei videogiochi e i diversi gadget dedicati agli appassionati.

Vicino a noi c'erano dei cartelli che promuovevano il nuovo gioco tripla A del momento, ma a me personalmente non interessava.

Decisi di cercare qualche gioco strategico o in cui perlomeno era possibile pilotare dei velivoli.

«Guarda questo Nathan, è uno dei giochi più venduti...»

«Non m'interessa.» lo interruppi in modo forse esageratamente brusco, mentre ero intento nella ricerca del titolo che avrebbe potuto intrattenermi per un certo periodo di tempo.

«E dai, prendilo almeno una volta un gioco famoso, almeno potresti qualche volta fare una partita online con me.» provò a spiegarmi lui, probabilmente voleva che potessimo divertirci insieme anche comodamente da casa, poiché ognuno di noi rappresentava l'unico amico dell'altro.

«Sai che non ho l'abbonamento per giocare online.»

«A volte sei così taccagno...» commentò lui roteando gli occhi, con tono infastidito mentre teneva incrociate le braccia.

Uscimmo dal negozio, non avendo trovato nulla che potesse soddisfare il mio gusto in termini d'intrattenimento videoludico.

Questo è il mio migliore amico, rido, scherzo, ci prendiamo amichevolmente in giro, non siamo sempre d'accordo su tutto, litighiamo e in seguito ci riappacifichiamo, questa è la nostra amicizia.

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