Calò la sera e mi affacciai alla finestra del castello. L'aria fresca serale mi scompigliò i capelli facendomi sorridere. Se si ascoltava attentamente si potevano sentire i gufi bubolare e lo scrosciare del fiume accanto al castello. Questi piccoli particolari, a mio parere, rendevano la serata unica.
Tutto questo favoloso canto della natura venne rovinato da mio padre che stava facendo festa con tutti i re nell'atrio del castello.
"Che la vendetta contro Mordù possa avvenire!" Dopo questa sua esclamazione si sentirono le urla dei re che brindavano. Mordù era un orso che tempo fa, più o meno quando avevo cinque anni, aggredì mio padre e gli staccò una gamba. La leggenda narra che Mordù inizialmente era un principe, bello e buono ma con un unico difetto: l'avarizia.
Questa sua avarizia lo portò a compiere atti orribili e le fate dei boschi, chiamate anche fuochi fatui lo punirono. La leggenda delle fate dei boschi me la raccontava sempre mia madre.
Voi vi starete immaginando delle piccole fatine con le ali... No, vi sbagliate. Le fate sono facilmente riconoscibili perchè assomigliano a un piccolo fuoco blu fluttuante. Rimangono nella foresta e compaiono solo per portarti sulla retta via.
In tutti i miei diciassette anni di vita sono andata tantissime volte nel bosco, da sola o con il mio cavallo Angus, ma non le ho mai viste.Mia madre entrò nella mia stanza.
"Victoria... Ti devo chiedere una cosa" La guardai per farle capire che la stessi ascoltando.
Si schiarì la voce "Per favore, ti chiedo per favore, puoi smetterla di pensare a quel tuo stupido arco?" La mia espressione rimase neutra e le risposi secca "No". Mia madre guardò il mio arco appoggiato su uno scaffale.
"Victoria cosa devo fare per farti capire che tu non puoi usare armi?" Si avvicinò di più al mio arco e lo prese in mano. "Devo... Devo compiere atti estremi per fartelo capire?!" Urlò. Io mi avvicinai per strapparle l'arco dalle mani ma lo buttò nel camino col fuoco acceso.
Rimasi allibita.
"Tu...Tu come ti sei permessa! Non sarò mai, e ripeto mai quello che vuoi tu, e non riuscirai a farmi cambiare idea!"
Uscii dalla mia stanza correndo. Non ci credevo.
Arrivai alle stalle del castello e il mio cavallo riconobbe subito i miei passi. Iniziò a scalpitare e a nitrire.
"Sh...Bello sh" Gli diedi un bacio sul musetto grigio e lui si tranquillizzò.
"Ora andiamo a fare una passeggiata" Gli sussurrai mentre gli salivo in groppa.
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𝗙𝗘𝗔𝗥𝗟𝗘𝗦𝗦 // 𝑃𝑎𝑟𝑘 𝐽𝑜𝑛𝑔𝑠𝑒𝑜𝑛𝑔
Fanfiction"She was brave, and the universe listen to brave." ⚠️ATTENZIONE ⚠️ questa storia non l'ho ancora revisionata e l'ho scritta un po' di tempo fa, quindi mi scuso per eventuali errori grammaticali o scene concluse troppo in fretta.