Capitolo 5

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Il giorno seguente i principi dovettero affrontare una sfida di resistenza. Questa sfida consisteva nel sollevare un tronco e resistere per un determinato tempo.
Al primo giro fu un disastro. I tronchi erano cosi pesanti che rischiavano di schiacciarli tutti. Il secondo giro invece vinse il principe delle Foreste Sempre Verdi .
Quando appoggiò il tronco per terra mi guardò e mi fece l'occhiolino.

Che schifo.

Mi girai dall'altro lato con la faccia disgustata. Mio padre alla vista della scena scoppiò a ridere "Victoria, tesoro, tutto bene?" Sospirai e alzai gli occhi al cielo.
La sfida finì verso l'ora di pranzo. Dalla cucina proveniva un ottimo profumo.
Sgattaiolai in cucina. "Ciao Brigitte, cosa si mangia oggi?" Lei quando mi vide sorrise e mi accarezzò la guancia. "Indovina cara" Annusai il profumino che proveniva dalle pentole.
"Mh...funghi e...riso?" Brigitte affermò con la testa "Bravissima, risotto con i funghi oggi!" Sorrisi. È uno dei miei piatti preferiti.
A tavola era già tutto apparecchiato: una tovaglia azzurro celeste copriva tutto il tavolo rotondo, le posate d'argento, i piatti bianchi e come decorazione delle bacche selvatiche.
Mentre stavamo mangiando mi venne in mente una cosa "Mamma, gli elfi..." Lei alzò lo sguardo verso di me in silenzio "Come mai non mi hai mai parlato di loro..." Mia madre guardò mio padre. Calò il silenzio.
"Victoria...Ieri dove sei stata?" Mi morsi un labbro "Da nessuna parte, era solo una domanda, ieri ho letto un libro riguardante la loro storia ed ero curiosa di sapere qualcosa in più da voi" Il viso di mio padre diventò tetro "Victoria noi non abbiamo libri sugli elfi, hai parlato con uno di loro?" Abbassai lo sguardo. Mio padre scattò in piedi sbattendo le mani sul tavolo. Mia madre lo guardò "Stanno tornando nei nostri territori, vado ad avvisare i re per prepararci ad allontanarli" I miei genitori mi guardarono "Il tuo matrimonio è sospeso" Detto ciò con passo sicuro mio padre uscì dalla sala da pranzo.
"Mamma cosa vi hanno fatto gli elfi?" Lei si sedette difianco a me e mi prese le mani.
"Tesoro , è una lunghissima storia... Gli elfi sono pericolosi e potenti. Stai alla larga da loro."
Pensai all'incontro di ieri notte. Quel ragazzo mi sembrava avesse l'animo buono e gentile, con nessuna intenzione di farmi del male, anzi.
Adesso non devo perdere tempo.
Corsi nella mia stanza a prendere il mio mantello azzurro. Stavo per uscire quando sul letto trovai il mio arco.
"Scusami, sono stata troppo severa con te ieri sera, ho fatto aggiustare il tuo arco.
Mamma."
Strappai il bigliettino a metà e lo lanciai sul pavimento.
Afferrai l'arco e corsi in scuderia.

Entrai nel bosco.  Questa volta si sentiva il cinguettio rassicurante degli uccellini e il tamburellare nel legno dei picchi rossi.
Mi fermai nel punto dove ieri sera incontrai quel ragazzo... Non c'era.
Mi saltò all'occhio una piccola stradina che portava nel cuore del bosco.
Tanto vale provare.
"Andiamo Angus" Il mio cavallo esitò per un momento ma continuò al passo. A ogni rumore tendevo la corda dell'arco. Meglio stare sempre pronti.

"Ma chi si rivede" Vidi il ragazzo di ieri seduto su un ramo ad osservarmi "Ti sono mancato?" Saltò giu dal ramo e si avvicinò. "Immagino di si" Ghignò accarezzando il mio cavallo.
"Sono venuta per avvisarti, mio padre ha scoperto che abbiamo parlato e quando ha capito che tu sei un elfo andò su tutte le furie... Adesso sta organizzando un attacco contro di voi e non voglio che qualcuno si faccia male" Lui mi ascoltò attentamente "Sai, io non ho mai capito il perchè di questo astio contro noi elfi. Noi non abbiamo mai fatto niente a nessuno"  Abbassò lo sguardo.
"Meglio che tu torni a casa sai? Vieni, ti accompagno" "No" Lui sospirò e sorrise "Muoviti" Scossi la testa. "Va bene come vuoi tu" Andò a prendere il suo cavallo che stava mangiando tranquillamente l'erba e mi raggiunse. "Dove vuoi andare?" Lo guardai male. "Io che ti sto avvisando di prepararti, di metterti al riparo perchè mio padre rischia di farti del male, non fai nulla e mi chiedi dove voglio andare facendo finta che non stia succedendo niente? Anzi sai che ti dico? Arrangiati" Partii al trotto ignorandolo. Lui mi raggiunse poco dopo e gli puntai l'arco addosso. "Stammi lontano o scocco la freccia" Lui fece finta di essere spaventato "Oh no la freccia no! Come farò adesso?" Sbuffai e lui scoppiò a ridere.
Improvvisamente si fermò. Lo guardai perplessa. "T-tutto ok?" Scosse la testa. "No, non va bene, seguimi" Partì al galoppo senza preavviso e lo seguii.
Lasciammo i cavalli vicino a un rigagnolo e ci acquattammo dietro un cespuglio. "Adesso non dire una parola" .
Poco dopo si iniziarono a sentire delle voci e riconobbi quella di mio padre. "Sono furbi, si nascondono ovunque in modo impeccabile, sarà difficile trovarli" Jay con un braccio mi avvicinò a lui e mi coprì con il suo mantello facendomi segno di stare in silenzio.
"Vostra maestà meglio tornare indietro e organizzare un attacco cosi che non ci colgano alla sprovvista" Mio padre rimase in silenzio per un secondo "Quali sono le armi che abbiamo?" "Scudi e spade vostra maestà" Lui borbottò qualcosa di incomprensibile "Allora torniamo indietro, siamo troppo vulnerabili con queste armi. Dobbiamo organizzarci meglio" Detto questo, piano piano si allontanarono.
Jay si alzò e si stiracchiò. "Devo avvisare mio padre" Sussurrò fra se e se "Non c'è un modo per evitare questo scontro?" Jay scosse la testa
"Tuo padre mi è sembrato troppo convinto"
Sospirai. Tutto questo è cosi assurdo.

𝗙𝗘𝗔𝗥𝗟𝗘𝗦𝗦 // 𝑃𝑎𝑟𝑘 𝐽𝑜𝑛𝑔𝑠𝑒𝑜𝑛𝑔Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora